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Intervista con gli Octopus

11 min read

 
COMUNICATO STAMPA DI CASI UMANI
 
E’ qui ed ora il momento di scoprire gli OCTOPUS.
E’ qui ed è ora perchè è ora che il power-trio milanese, composto da Reepoman (voce e chitarra) Mr. Zed (batteria) e Garrincha (ex Vibrazioni – basso) torna in Italia dopo un tour breve ma glorioso negli States (10 date in 20 giorni in California, in locali di tutto rispetto come il Viper Room di L.A.). Ritorno che coincide con il primo assaggio della loro carica musicale, con “EP 2009”, in questi giorni nei negozi di dischi, in attesa dell’album di debutto previsto per l’inizio del 2010.
E’ qui ed è ora che potete capire di cosa stiamo parlando grazie ad MTV.it, che scommette su di loro e vi presenta l’intero lavoro in streaming, oltre a concedervi l’anteprima del video di “Desire”, in rotazione sul canale da lunedi’ 15 giugno, oltre che su All Music e su Rock Tv.
 
E’ qui ed è ora che potete fare esperienza diretta della loro dimensione ideale: quella live, più che testata negli oltre 90 concerti già tenuti dal trio.
 
OCTOPUS EP 2009

Tracklist
  1. King of The Night
  2. The Sausketo Funk
  3. Lemon Kiss
  4. Desire (live)
  5. Crosstown Traffic (live)
Bonus Videos
  • Desire (videoclip)
  • Miami Airport
  • Party (On Your Pussity)
 
INTERVISTA
 
Davide
Nel videoclip di “Desire” in rotazione in questi giorni su MTV, ho visto un effetto “demone sotto la pelle” (nel senso del film di Cronemberg). Quale demone sotto la pelle è vostro intento risvegliare con la vostra musica? Naturalmente nel senso primitivo di demone, che aveva accezione di spirito che influenza non solo negativamente, ma anche positivamente.
 
Octopus
Purtroppo, malgrado me l’avessero consigliato in molti, non ho visto il film di Cronemberg; tuttavia, avendo fatto studi classici, conosco l’accezione “primitiva” del termine “demone”, o per meglio dire il “motivo del demone”, e mi piace questa chiave di lettura.
Semplicemente potrei dire che il video di “Desire” vuole essere una fotografia di quello che siamo, rappresenta l’immagine più essenziale dell’energia del trio:  noi tre a dorso nudo che suoniamo un nostro pezzo; così, nudi e crudi, senza orpelli né comparse, solo noi e la nostra musica.
L’unico “extra” che ci siamo concessi  è appunto l’effetto di cui mi chiedi… durante il noise di basso (non so se sai che l’audio del clip è stato ripreso live, durante il concerto da cui abbiamo estratto il dvd; su quel palco quel matto di Garrincha quella sera ha fatto 40 e passa secondi di noise all’interno del pezzo…)!
Il significato di quelle immagini è questo: quando suoniamo un demone si impossessa di noi, e la nostra energia si eleva e potenzia fino a divenire devastante… qualcosa ci scorre nelle vene, ed è qualcosa di fisico: il mutamento è fisico! Del “demone”, quindi, concordando con te e con i classici, non posso che dare una chiave di lettura positiva; per l’idea che ha della musica questo trio, poi,  direi che il concetto classico di demone come “voce divina interiore” è perfetto: quando suoniamo ci eleviamo e riusciamo davvero a metterci in contatto con le stelle! Non vorrei esagerare, ma suonare, e in generale fare arte, credo avvicini al divino:  rappresenta per me qualcosa di “sacro”!
 
Davide
Gli Octopus nascono come side project di Marco Castellani, aka Garrincha, bassista de Le Vibrazioni. Da quali esperienze precedenti arrivano invece ReepoMan e Zed? Com’è nato il sodalizio di questo nuovo power trio?
 
Octopus
Sia io che mr. Zed arriviamo da molteplici esperienze precendenti agli Octopus.
Io, per la verità, suono il pianoforte da quando ero molto piccolo: mia madre è diplomata al Conservatorio di Milano; in casa si è sempre ascoltata musica di ogni tipo, dalla classica al rock, e con i miei fratelli abbiamo  cominciato ad accostarci a vari strumenti e a comporre qualcosina molto presto…Di lì, in età adolescenziale, ho cominciato a suonare in diverse formazioni dell’underground milanese e a jammare con qualsiasi musicista mi capitasse a tiro…insomma crescendo ho suonato un po’ con tutti! Una chicca: ho suonato per un bel po’ di tempo anche in un quartetto di chitarre classiche, dalle sonorità etniche e flamenco; ero, a mio avviso, il più “scarso” tecnicamente (gli altri musicisti erano “mostruosi”); ti assicuro che cimentarmi così profondamente in un genere diverso dal mio naturale mi ha fatto crescere non poco.
Rispondo anche per mr. Zed: ovviamente ha anch’egli approcciato la batteria in giovane età! Ha studiato con illustri insegnanti del panorama milanese, tanto che era riconosciuto come “il ragazzino più bravo per l’età che ha!”. Se lo sono conteso un bel po’ di bands dell’underground milanese e spesso ha suonato in più gruppi contemporaneamente… L’ultima band in cui ha suonato prima degli Octopus sono i File, anche loro un trio.
“Adoro suonare in trio! Sono un batterista rock ma negli anni ho suonato davvero di tutto e questo mi ha permesso di trovare nuovi modi per esprimermi con la mia batteria. Sono un appassionato di batterie vintage, alcune hanno un suono davvero inimitabile! Tipo la mia…” (mr.Zed).
Per quanto riguarda la nascita del nostro sodalizio artistico la storia è molto semplice: conosco Garrincha dai tempi del liceo. Eravamo in pochi a suonare a scuola, per cui diventare amici fu davvero inevitabile…da allora ci siamo sempre confrontati su musica e tutto il resto: è nata una grande amicizia!
Mr.Zed, poi, si è unito alla truppa quando ancora ci si trovava di notte con qualche “scappato di casa” per jammare fino al mattino…
Suonare insieme è stato magico dal primo momento: sono cose irrazionali, che senti con il cuore, non con la mente!
 
Davide
Il gruppo “Le Vibrazioni”, l’anno scorso, ha dichiarato di essere pronto a internazionalizzarsi scrivendo anche testi in inglese. Octopus è già una parte di quel progetto? O semplicemente, come già in “Officine Meccaniche”, si sentiva un po’ la mancanza delle origini (se non ricordo male tutto nacque come cover band dei Led Zeppelin)?
 
Octopus
Purtroppo non so molto dei progetti de “Le Vibrazioni” a riguardo, ma la nostra scelta è di lunga data. I nostri testi sono da sempre stati in lingua inlgese! In realtà non credo che per fare rock e funk sia indispensabile che le liriche siano anglofone: ma devo ammettere che la musicalità di quella lingua ben si adatta al genere…Ci piacerebbe poi suonare sui palchi di tutto il mondo e l’inglese è la lingua migliore per essere capiti all’estero.
Non ho ben capito, poi,  quale band sia nata come cover band dei Led Zeppelin: adoriamo gli Zeppelin, ma non ne abbiamo mai fatto una cover (lacuna che magari colmeremo in futuro…perche’ no?!)
 
Davide
Era a proposito de Le Vibrazioni, perciò di Garrincha, di cui mi pare di aver letto che fossero nati appunto come cover band degli Zeppelin.
Avete suonato molto negli Stati Uniti. So che il pubblico americano è molto esigente con i gruppi rock, soprattutto se stranieri. Un bel banco prova. Com’è andata?
 
Octopus
E’ andata davvero molto bene!
Suonare negli States è un’esperienza unica… L.A. è la capitale del rock ‘n roll, e vi assicuro che quando si è là, questa cosa si sente proprio.
Questo secondo tour, che abbiamo appena concluso (11 date nel mese di maggio),  ci ha dato ulteriore riprova del fatto che con la giusta determinazione si può proporre a testa alta la nostra musica anche fuori dai confini italiani.
Mi piace molto l’attitudine che ha il pubblico statunitense: essendo più preparato al live (il concerto rock è un fenomeno culturale che loro hanno impresso nel d.n.a.), riesce a reagire più in fretta e meglio alle emozioni che una band vuole trasmettere con la proprio musica… se stai suonando bene impazziscono già al secondo pezzo  della scaletta!
Torneremo in America a ottobre,  come vincitori del Jack Daniel’s contest italiano, per esibirci al Jack Daniel’s global event in Tennessee; di lì mi sa proprio che torneremo nuovamente in California.
 
Davide
La piovra è stata per secoli l’allegoria della porta che segna il passaggio fra due stati, un luogo di comunicazione fra due mondi, l’invito a compiere un viaggio verso un altro dove e un altro quando. E’ un diaframma fra due particolari circostanze diverse fra loro ma complementari. Simbolo della dinamica della vita, con la piovra, animale assai mutevole, tutto nasce dal mare e tutto vi ritorna: trasformazioni e rinascite, uno stato transitorio fra le possibilità ancora da realizzare e le realtà già realizzate. Octopus… Eterno fascino del mondo animale e dei bestiari… perché avete scelto a rappresentarvi la piovra o il polpo?
 
Octopus
Beh, la tua domanda è meglio di qualsiasi risposta…posso usare quello che hai detto nelle prossime interviste?
Ad essere sinceri, il nome è nato in modo molto semplice…non saprei neanche dirti quando; io e Garrincha avevamo ben chiaro da subito che se avessimo fatto un gruppo insieme si sarebbe chiamato “Octopus”; al contrario di quello che normalmente accade, è nato prima il nome della band, non so perchè!
La nostra musica è positiva e tentacolare e sicuramente dinamica: la piovra è una bellissima immagine, di assoluto dinamismo. Anche noi ne avevamo colto , più che la mutevolezza, il suo essere multiforme…e la cosa ci piacque parecchio.
E, non ultimo, “Octopus” è proprio un bel nome, no? !
A me suona proprio bene…
 
Davide
Suona benissimo. E mi ricorda anche una bellissima copertina dei Gentle Giant. Funk e Hard Rock, insomma Crossover Rock… Il vero significato però del termine musicale crossover sta nel rappresentare una musica di un dato genere che, stilisticamente contaminata, riesce a ottenere successo anche presso un pubblico che ascolta un altro genere di musica, solitamente più popolare. Qual è in questo senso il vostro obiettivo?
 
Octopus
In questo senso direi che il nostro scopo non è di collocarci a metà strada tra Hard Rock e Funk per riuscire a vendere dischi tanto ai rocker quanto ai funkettari più  accaniti…anche perchè quale è il genere più popolare dei due?
Questo è il miglior modo in cui sappiamo fare musica, quindi è il nostro genere; e riteniamo unanimemente sia il più bello che ci sia.
Il nostro obiettivo è, quindi, raggiungere il maggior numero di persone possibili attraverso la nostra musica, in Italia e all’estero, con il nostro rock funk solare e “groovoso”.
La via è trasmettere con sincerità quanto stiamo bene con questa musica fatta senza compromessi…e credo che ancora ad oggi la sincerità paghi.
 
Davide
Dopo questo extended-play, quanto manca al debut album? Si può fare qualche anticipazione?
 
Octopus
Innanzi tutto grazie per avere subito chiarito il significato della sigla “E.P.”: ho notato che in giro genera molte perplessita’!
In secondo luogo, l’abbiamo appena pubblicato… faccelo godere per un po’!!
Scherzi a parte, è difficile fare anticipazioni; siamo una band totalmente autoprodotta al momento: EP, DVD live, e Videoclip di cui parlavi prima, sono tutti prodotti ottenuti grazie alle sole nostre forze. Per quanto riguarda il debut-album stiamo valutando attentamente la strada migliore per rilasciare un primo disco che sia una “bomba”.
Credo che nell’anno nuovo dovrebbe vedere la luce il primo vero e proprio LP degli Octopus, ma ancora non so dirti dove e come lo registreremo…
 
Davide
Cosa manca oggi degli anni Settanta, che induce molti a ripescare quanto meno nei suoni e nella musica?
 
Octopus
Ci pensavo proprio in questi giorni, mentre guardavo una videobiografia di Hendrix presa da Amoeba a L.A.
Che spettacolo… colori, suoni, volti, atmosfere…indescrivibili!
Una chiave di lettura sensata mi è sembrata questa: alla fine degli anni sessanta, tutto il mondo stava vivendo una veloce rivoluzione culturale e dei costumi! La musica fu parte integrante di questa rivoluzione!
Guardando le facce, gli sguardi della gente dell’epoca, non ho potuto fare a meno di notarne la convinzione… la determinazione!
Quelli ci credevano veramente: erano ancora capaci di sognare!!
Oggi è come se ci fosse più disincanto in giro: abbiamo visto già gli esiti positivi e negativi di quella rivoluzione culturale, sappiamo (o crediamo di sapere) che le cose e gli aspetti della vita che si possono cambiare sono tanti… ma non poi così tanti!
Abbiamo secondo me, avendo visto il finale del film, perso l’intensità di viverne le scene centrali… la conseguenza è che le idee bizzarre e originali oggi sono subito marchiate come “freakkettate”, e quindi l’ispirazione e il processo creativo artistico si è di gran lunga limitato.
Ripeschiamo in quelle sonorità, forse, per contaminarci di quella magia, per preservare la capacità di sognare ancora, per sottolineare la libertà assoluta dell’arte contro il disincanto crescente dei giorni nostri.
 
Davide
John Lennon disse che la musica è di tutti. Solo gli editori pensano che appartenga a loro. Cosa ne pensate?
 
Octopus
John Lennon amava provocare! Che la musica sia di tutti mi sembra cosa pacifica… che gli editori guadagnino e decidano della musica scritta da altri è cosa altrettanto pacifica, e credo fosse quello che faceva arrabbiare Lennon.
In realtà nella musica, come in ogni altra forma di espressione artistica, credo che il messaggio comunicativo dell’opera debba poter parlare a tutti (un quadro di Picasso è giusto che sia “patrimonio dell’umanità”); è altrettanto naturale, però, che l’opera (nell’esempio il quadro materiale, fatto di tela colorata e cornice), appartenga a qualcuno, che può quindi disporne.
Fa parte, quindi, del  gioco della musica dei giorni nostri il fatto che accanto all’artista che compone, ci sia la figura dell’editore; non dico che queste regole non possono cambiare, anzi magari con le nuove tecnologie in arrivo tutto cambierà; dico che al momento la situazione è così!
Quel furbone di Lennon sapeva meglio di tutti queste cose: voleva provocare e ancora una volta è stato un pioniere! Sottolineare il messaggio universale insito nell’arte è cosa da grande artista… farlo riuscendo a punzecchiare l’intero sistema editoriale musicale è da numeri uno!
E’ anche per frasi come questa che  Lennon è riconosciuto forse come il più carismatico musicista del Novecento.
 
Davide
Grazie per l’intervista. A’ suivre.
 
Un grazie anche a Paola Conforti – Casi Umani

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