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Quando politica e religione si fondono

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Quando politica e religione si fondono

Per affrontare il problema delle stragi compiute dai fondamentalisti islamici in Algeria in questo periodo è certo indispensabile un accenno alla storia politica di tale paese. Alla fine della seconda guerra mondiale l’Algeria era una colonia francese, l’ordine ed il controllo del paese era mantenuto con la violenza, Parigi aveva infatti represso una rivolta guidata dal Partito Del Popolo al prezzo di oltre duemila morti fra gli Islamici. Il Partito Del Popolo fu smembrato e nacque al suo posto il Fronte Di Liberazione Nazionale
(FLN) che cominciò la guerra per l’indipendenza nel novembre del 1954 riuscendo ad assorbire ed eliminare tutte le altre forze politiche d’ispirazione mussulmana del paese. L’indipendenza formale dell’Algeria fu sancita il 5 luglio 1962 ed essa provocò la fuga di gran parte degli occidentali del paese, e la trasformazione dello stato in uno stato arabo rivoluzionario con un governo del Eln. Due anni dopo un colpo di stato portò al governo il colonnello Hanari
Baussedienne che nel suo programma prevedeva l’integrazione tra socialismo e Islam, l’industrializzazione del paese, l’alfabetizzazione, e la sconfitta della disoccupazione. Nel 1978
Baussedienne morì ed il suo successore ripristinò il Fronte di
Liberazione Nazionale. Nel 1980 sull’onda del successo in Iran i
Fondamentalisti islamici iniziarono a trovare spazio anche in Algeria, la loro graduale affermazione portò nel 1975 a disordini ed influenzò anche la politica estera di Algeri che si schierò per le cause arabe fino a sostenere il programma di armi nucleari di Saddam Hussein. I problemi attuali dell’Algeria cominciarono nel 1990 quando il FIS
(Fronte Islamico di Salvezza) vinse la maggior parte dei seggi in un elezione amministrativa. Al rafforzamento negli anni successivi del
FIS i vertici dell’esercito reagirono prendendo il potere e cancellando il secondo turno elettorale. L’alto consiglio di stato dichiarò lo stato d’emergenza nel febbraio del 1992 e mise fuori legge il fronte. Nel giugno del 92 il capo dello stato fu assassinato ed il governo fece arrestare i leader del FIS dopo un processo politico. Nel
1993, mentre gli attentati si susseguivano la presidenza fu affidata al “moderato” Zerounal che nel 7 settembre del 1994 aprì i negoziati con gli islamici per fare cessare gli scontri. Fino all’apertura delle trattative sono state uccise quattromila persone e la strage continua fino alle cifre tremende che sono state raggiunte in questi giorni. La crisi algerina e soprattutto le ultime stragi hanno richiamato l’attenzione dei governi occidentali. Dopo la proposta degli Stati
Uniti anche l’Unione Europea ha chiesto di approfondire la situazione; la proposta di inviare una delegazione in Algeria è stata avanzata dal ministro degli esteri britannico Robert Geek, presidente di turno dell’unione europea. Il governo algerino intanto ha fatto sapere di non accettare l’invio nel Paese di una commissione inquirente internazionale incaricata di esaminare la situazione dei diritti umani, le autorità algerine sono contrarie perché l’idea di una commissione internazionale potrebbe far sorgere dei dubbi si reali responsabili delle stragi che per il regime sono opera dei GIA ma che secondo altre fonti sono in parte compiute, o almeno consentite dalle forze di sicurezza. Sicuramente non si può attendere ancora, in qualche modo è necessario intervenire per bloccare il rituale dei massacri algerini: cadaveri sgozzati e accatastati, famiglie e villaggi interi sterminati, senza risparmiare le madri, le donne incinta, i neonati, i bambini. Per i Fondamentalisti diventa prioritario decapitare, mutilare, smembrare e incenerire i corpi degli apostata, degli infedeli, dato che in tal modo si rende impossibile il loro ricongiungimento nel giorno del giudizio, appuntamento che i fanatici da Allah negano alle proprie vittime impedendogli in tal modo di entrare in paradiso. Possibile che tutto questo sia causato da una religione? con più precisione dall’Islam? Certo l’aggressività dell’Islam è innata, nasce dal fatto che in esso non si distinguano nettamente religione e politica: Maometto è stato al tempo stesso un predicatore reli gioso, un capo di stato e un condottiero militare.
Modello questo da cui è difficile allontanarsi, l’epoca del profeta per i Mussulmani è stata la più importante, molto diversa da quella attuale in cui l’Islam è in una posizione subordinata, relegato nella parte più povera e debole del mondo. Da qui spesso l’ostilità verso gli infedeli, gli occidentali e dato che spesso l’occidente reagisce con un misto di paura, ignoranza e senso di superiorità i rapporti diventano molto difficili e fa prosperare l’incubo del fondamentalismo e della violenza. Credo che l’Islam dia vita a una cultura e a stili di vita profondamente diversi da quelli della cultura occidentale e per molti aspetti inaccettabili, come ad esempio la situazione della donna, che nella società islamica ha meno diritti dell’uomo.
Se c’è un’eredità da spartire a lei spettano parti minori, la sua testimonianza nei processi vale di meno, non può divorziare, non può viaggiare, guidare o andare al ristorante da sola, deve evitare abiti occidentali e tacchi, e indossare invece il velo tradizionale. Tali regole hanno le loro eccezioni a seconda del paese ma anche le loro versioni più rigide, ad esempio in Afganistan i fondamentalisti oggi al potere, vietano alle donne di parlare alla radio, di insegnare o di fare le infermiere. Nonostante tutto questo bisogna sgombrare il campo dal pregiudizio che l’Islam sia violento, il problema sta non nella religione in sè ma come spesso accade, negli uomini, nella loro interpretazione del Corano. I fondamentalisti non proclamano al ritorno all’Islam integrale, ma usano la religione al posto dell’ideologia politica, proprio da questo nascono stragi e spargimento di sangue che sempre si verificano quando Stato, Politica e Religione si confondono, ma questo vale non solo per l’Islam ma per qualsiasi religione, anche per il Cristianesimo, basti pensare alla triste pagina delle Crociate. La realtà del Fondamentalismo Islamico è una realtà complessa e le cause delle stragi di questo periodo vanno cercate non solo in esso ma anche nella violazione della democrazia e nella crisi economica dell’Algeria. Per questo motivo, a mio parere, non basta la repressione militare nei confronti del GIA ma ci vuole anche una soluzione politica che dia credibilità al regime politico al potere. La posta in gioco è molto rilevante: è in ballo lo sviluppo dell’Algeria, arrivare al duemila procedendo sulla via della modernità o tornare indietro al medioevo.

Francesca Sessa

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