“Spazio ultima frontiera… questi sono i viaggi dell’astronave
Enterprise…”, così echeggia la saga di Star Trek.
Oggi, non è meglio dire “Terra, ultima frontiera”?
Nessuno si è chiesto quanto sia inevitabile pensare la vecchia “mamma” come a una landa da colonizzare, ma già negli anni ’60 volava il variopinto equipaggio alla ricerca dell’inesplorato.
Ora, che non si rischia la mano sul fuoco per il vicino, chi ha il potere di esordire spavaldo sull’onnipresenza globale?
Sei lustri orsono una comunità ben assortita scopriva, vagando nel buio stellare, l’importanza della convivenza multi-etnica e razziale, nell’ottica solidale del comune interesse. In piena guerra glaciale fra Est e Ovest, pochi esseri mostravano la fondamentalità del rispetto reciproco e dell’essenza umana.
Ma nell’era post-democratica, frutto di concetti astratti quasi multimediali, dove si cela il paladino dalla veste dorata, prode e diretto, unico al timone di una baracca di collaudati eroi?
Il dilemma è forte e l’angoscia ancora più incisiva.
Facciamo allora scorrere fiumi di brandy sauriano e innalziamo ondate di birra romulana. La soluzione non è così deleteria. Inutile sfumare la mente con alcol stantio. Meglio vivere liberamente alla ricerca della totale dissolvenza nella comunità.
Se un tempo la risposta era nella corsa al nemico, oggi si deve forse accantonare il trasmettitore e tendere la mano al vicino, perché, oltre alla palizzata, i Klingon esistono davvero…
I Klingon esistono
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GBG Staff