Domani mi attende un impegno importante. Un avvenimento che, come tanti altri, potrebbe cambiare la mia vita, decidere le sorti della mia esistenza. Come spesso accade in questi casi dovrò alzarmi molto presto, molto prima del solito, quel solito orario che scandisce da sempre il ritmo della mia quotidianità. Per questo, per non correre il rischio di non svegliarmi al momento opportuno, ho puntato due sveglie differenti, a distanza di qualche minuto l’una dall’altra. La prima, a grandi caratteri luminosi, è di fianco al mio letto, su un grosso comodino di legno, tanto che con una piccola torsione della schiena riesco subito a riconoscere l’ora e, questa è la cosa più importante, quanto mi rimane da dormire. E’ da molto tempo infatti, che mi sono coricato, e non riesco a prendere sonno. Non sono agitato per l’impegno importante, quell’impegno che potrebbe cambiare la mia vita, anzi, sono molto tranquillo. Da tempo ho imparato ad accettare gli impegni importanti che, in caso di successo, non fanno che aprire la strada ad altre, a volte più numerose, contingenze di tale fattura.
Così, in caso di insuccesso, sono solitamente contento perchè ci saranno, non è quasi il caso di dirlo, meno impegni importanti. Non riesco ad addormentarmi, invece, semplicemente per il fatto che ho deciso di coricarmi prima del solito. Questa differenza, una vera anomalia rispetto alle mie normali abitudini, ha prodotto un grave squilibrio nell’ecosistema del mio essere temporale. Ora, però, è davvero tardi, ancora più tardi dell’orario in cui solitamente mi corico. Vorrei tanto riuscire a dormire, ma sento che questo non sarà più possibile. Più trascorre il tempo, e posso controllarlo osservando la sveglia sul mio comodino, meno ore mi resteranno da dormire. Così arriverò all’appuntamento importante molto assonnato. Qualcuno, logicamente, mi farà notare che è davvero scorretto presentarsi in quelle condizioni a una occasione di tale levatura. Forse mi sarà indicato un luogo dove poter riposare e, così facendo, recuperare il tempo perduto. Cortesemente, però, sarò pregato di non farmi mai più vedere, per alcun motivo. Dovrei forse accettare, in quel caso, l’invito? Il richiamo di un luogo di riposo sarebbe fortissimo, ma la delusione per l’occasione mancata in un modo tanto maldestro si impadronirebbe della mia persona. Questo, ovviamente, non per il fatto di aver perduto l’appuntamento importante. Ma perchè non riesco a dormire? E’ tanto difficile? E’ forse diverso da una di quelle notti che scorrono insignificanti nel corso della mia stessa esistenza? Non dovevo, proprio non dovevo, coricarmi prima del solito. E’ molto tardi, o forse, in relazione al giorno che vuole rinascere, molto presto. Forse, a questo punto, è meglio alzarsi direttamente. Tanto assonnato impiegherò certamente più tempo a prepararmi per l’impegno importante. In ogni caso, questa è la decisione migliore, andrò direttamente dalla persona più autorevole, per spiegare la mia situazione, e così mi congederò da lui. Sarà certamente meno umiliante dell’ennesima canzonatura di quella gente. Mi sarà solo fatto notare che il mio comportamento è stato inqualificabile, cosa che io accetterò senza nulla obbiettare. Ma la coscienza sarà integra, pronta ad accettare un nuovo impegno importante.
Proprio in questo momento, probabilmente, sono riuscito a prendere sonno.
La sveglia sul comodino ha suonato poco tempo più tardi. Ero frastornato per quel rumore improvviso, tanto anticipato rispetto ai ritmi abituali. Avevo dormito davvero poco, eppure ero contento di essere riuscito, in qualche modo, ad addormentarmi.
Potevo affrontare, nel migliore dei modi, l’impegno importante.
Modena, 22 novembre 1993