Uno degli artisti più emblematici del panorama americano contemporaneo: Bob Wilson, è a Napoli con i suoi VOOM PORTRAITS, video opere inserite all’interno del programma del Teatro Festival Italia, dal 9 ottobre all’8 dicembre al MADRE, il museo d’arte contemporanea di largo Donna Regina. La mostra nasce nel 2004 da un progetto tra l’artista e il Voom HD Networks, società statunitense all’avanguardia nella produzione di opere di HD television. I video-ritratti sono più di una trentina e corrispondono a star del cinema, divi del rock, gente ordinaria e animali straordinari; e tra gli attori che si possono vedere in questi brevi clips vi sono Brad Pitt, Isabella Rossellini, Jeanne Moreau, Winona Ryder, Isabelle Huppert.
Non è la prima volta che Wilson collabora con artisti di grande fama internazionale, infatti celebre è la sua collaborazione con il grande compositore di musica classica contemporanea Philip Glass. Inoltre in queste sue opere ritroviamo tutta la sua peculiare originalità che negli anni ha contraddistinto il suo lavoro. Il regista infatti è ricordato per essere stato un creatore di atmosfere o meglio maestro della bidimensionalità e artefice di un nuovo tempo teatrale connesso allo slow motion. Il suo gusto per la performance caratterizzata da un puro impatto visivo, spesso – e in questa occasione più che mai – calligrafico, ha caratterizzato i suoi spettacoli che bene si addicono alla definizione di landscape plays, dove il palcoscenico diventa non-luogo, come nei drammi di Beckett, dove lo spazio è un crocevia vuoto di azioni a volte senza senso altre estremamente sacre. È un mondo rarefatto quello che propone l’artista americano, ma è anche un mondo con le spalle al muro, come del resto appare Brad Pitt nel suo ritratto, che tra l’altro ricorda in parte la scenografia di Death, Destruction and Detroit, Wilson, 1979.
Ma la cosa particolare è che ogni ritratto sembra corrispondere ad un tipo nel quale possiamo riconoscerci o riconoscere la nostra vicina di casa. Caratteri e personalità dunque che ci rappresentano nel nostro essere perdutamente umani e su cui il regista a volte ironizza, a volte pone l’accento con forti contrasti tra immagine e parole di voce fuori campo. Interessante inoltre è la citazione a Giorni felici del già citato Beckett nel ritratto interpretato da Winona Ryder, dove al posto di una collina d’erba inaridita possiamo vedere una fatiscente e fintissima collina-gonna di plastica fiorita, emblematica di un tempo, il nostro, ancorato ad un “consumismo plastico”.