Confesso che sono un “fan” della collana della Sunderland, Aiutare i bambini…, attività psico-educative con il supporto di una favola.
Mi piace molto l’idea di affrontare alcuni argomenti così importanti per la vita dei bambini (la rabbia, l’auto-stima, le paure, il bullismo) attraverso le favole illustrate che accompagnano i libri di questa collana.
Ogni libro di questa collana è quindi diviso in due fascicoli:
a) il libro vero e proprio, con la sua parte teorica e le schede operative da utilizzare con i bambini.
b) un fascicolo allegato con la storia illustrata a colori, che riprende le idee fondamentali del libro e le rende accessibili al bambino.
Il libro Aiutare i bambini…che fanno i bulli sviluppa il tema importante del bullismo, che è fenomeno venuto alla ribalta dell’attualità in questi ultimi anni e che coinvolge ragazzi sempre più piccoli.
La prospettiva dell’autrice è considerare il bambino – bullo come una persona che ha “indurito il proprio cuore”: con questa immagine, presente anche nella favola in allegato al libro, si intende che il bambino ha rinunciato a volere bene alle altre persone per interpretare il ruolo del “duro”, di quello che si relaziona con gli altri solo nella logica del potere e della forza.
E’ una prospettiva importante, perché richiede all’adulto, prima di giudicare e naturalmente bloccare ogni forma di bullismo, la capacità di guardare a ciò che ha portato chi pratica il bullismo a questo modo di relazionarsi.
L’autrice passa in rassegna in modo molto articolato alcune cause di questi atteggiamenti: si va dall’essere stati abbandonati da una persona a cui si aveva chiesto attenzione e amore al fatto di avere avuto genitori che in casa si sono sempre comportati in modo violento. Si passa da coloro che hanno sperimentato un lutto importante a quanti assistono quotidianamente a scene di violenza e, quindi, imparano a fare prevalere l’uso della forza sull’uso della ragione e dell’amore.
In questa chiave, il bullismo diventa un meccanismo di difesa psicologica per lenire il dolore di una sofferenza psicologica che alberga nel cuore del bambino che si comporta da bullo.
Il libro, nella seconda parte, propone alcune schede operative ben realizzate per aiutare i bambini a scoprire le cause del loro proprio agire e per imparare modi di relazionarsi nuovi, più efficaci e più sani per tutti. L’autrice conclude con alcune piste di riflessione molto concrete per condurre percorsi di counseling educativo con questo tipo di bambini.
La Sunderland, insegnante e psicoterapeuta inglese, è un esperta in questo campo di indagine e fornisce, oltre alle riflessioni teoriche, numerose testimonianze che rendono la sua prospettiva molto interessante.
Molto bella, infine, anche la favola in allegato: Un esserino di nome Bip, che racconta la storia di questo personaggio che percorre il cammino che lo porta prima a diventare bullo, poi a scoprire la bellezza di rompere i muri che la solitudine gli ha costruito intorno, per ritornare a essere una persona capace di relazioni nuove, che getta ponti verso gli altri. Attraverso le simpatiche illustrazioni di Nicky Amstrong, il bambino accompagnato dal genitore che legge la storia impara come anche il cuore del bimbo più cattivo è in fondo un cuore di una persona triste, che lancia un grido di aiuto per essere sanato.