testo e regia di Piero Dal Prà
con Adele Dall’Aglio, Andrea Manfrin, Andrea Arzenton, Daniele Pastorello, Micaela Vazzola, Eleonora Galvan, Elisa Rubino, Mariagiovanna Tosetto, Beatrice Guizzardi, Alessia Sartori, Elisa Bussi, Francesca Lovo, Alessandro Gelain, Luciano Buson, Ugo Panigin
scene e costumi Piero Dal Prà
musiche Alessandro Gelain e Massimo Larosa
luci Massimo Maggiolo
fonica Roberto Gioga
Rappresentato all’arena di Montagnana il 22 giugno 2007
L’arena di Montagnana questa sera accoglie la compagnia Prototeatro che da quasi quarant’anni indaga e sperimenta diverse tematiche all’interno dell’ambito teatrale.
Quando si spengono le luci in platea tutto è già in scena e colpisce immediatamente la scenografia, strutturata su due piani, che cambia con il mutare delle situazioni e dei personaggi: celle, finestre, vedette, cunicoli, porte e passaggi segreti compaiono e scompaiono davanti ai nostri occhi.
Questa casa-fortezza del Tiranno Ezzelino ha un’atmosfera cupa e i toni rossastri diventano la presenza stessa del sangue e delle battaglie che caratterizzano l’oscura e controversa storia medioevale.
Il testo è probabilmente ciò che più colpisce: il recupero della lingua latina e popolare si mescola alla costruzione di un lessico nuovo che, oltre ad essere denso e carico d’intensità, diventa musicale e alchemico e si caratterizza solo per alcuni personaggi o situazioni che ci mettono in contatto con qualcosa di trascendentale, negromantico.
Il dramma inizia con la nascita di Ezzelino che già si manifesta come una condanna: le predizioni maligne e una misteriosa eclissi sono i simboli della sua dannazione e prospettano una vita di dolore e perdizione. La storia si sposta repentinamente sugli ultimi anni di vita dello stesso, trascorsi tra Verona e Padova, dove la penombra rende visibili i fantasmi di Ezzelino, probabilmente le persone a lui più care, con le quali si confronta e si scontra rivelando il suo carattere contraddittorio e tormentato.
I quadri assumono un tono quasi infernale e gli spettri come anguille si insinuano in ogni angolo e pensiero del protagonista che appare infine come uomo sconfitto, prigioniero di se stesso e delle sue azioni. Un altro punto forte della tragedia è l’aspetto incestuoso e violento dell’amore e della sessualità. Nessuno dei protagonisti riesce a conquistare l’affetto: brutali sotterfugi e tranelli danno sfogo ad una carnalità, comunque mai ostentata, che diventa manifestazione di malvagie aspettative.
Peccato che l’aspetto più notturno e indecifrabile di questa “Stella Nigra” non venga valorizzato, lasciando infine lontana questa oscura presenza tanto attesa.
Peccato anche che l’attore protagonista non spicchi né per intensità né per bravura anzi, una certa noia e monotonia emergono abbastanza vistosamente. Forte e carica invece l’interpretazione di Adele Dall’Aglio, nei panni della madre, che riesce a sedurre e coinvolgere con la sua presenza quasi stregonesca.
Ne risulta uno spettacolo sicuramente gradevole e ricco di spunti ma la forse troppo ridondante presenza di attori in scena e i molti e superflui cambi luce fanno scorgere un lavoro un po’ ingenuo e amatoriale. Non mancano comunque i ritmi e i colpi di scena e il finale, apocalittico per certi versi, lascia tutti con il fiato sospeso in un sentimento di angoscia e stupore.