Perry Frank, noto per il suo approccio innovativo alla musica ambient, annuncia con entusiasmo l’uscita del suo attesissimo album, intitolato “ATLAS”, disponibile dal 10 Gennaio 2025 su tutte le principali piattaforme di streaming e in edizione limitata su CD pubblicato dalla label argentina Cyclical Dreams.
Il nuovo lavoro di Perry Frank, che segna una significativa evoluzione del suo suono, esplora paesaggi sonori eterei, arricchiti da delicate sfumature elettroniche e naturali. Con questo album, l’artista ci invita a intraprendere un viaggio introspettivo, dove il tempo e lo spazio si dissolvono in un flusso continuo di vibrazioni e sensazioni.
“Atlas è il risultato di un lungo processo di ricerca e di connessione con l’ambiente che mi circonda”, ha dichiarato Francesco Perra aka Perry Frank. “Volevo creare un album che fosse al contempo un rifugio e una sfida, che trasportasse l’ascoltatore in un’altra dimensione, dove le emozioni siano in grado di fluire liberamente, senza confini.”
“L’idea di base di questo nuovo lavoro è stata ispirata dalla gravissima situazione ambientale che il nostro pianeta Terra e tutte le sue creature (umane e non) stanno subendo, a causa di inquinamento, guerra, cambiamenti climatici, deforestazione e povertà.”
Il titolo ATLAS, deriva dalla mitologia greca, infatti è il nome di uno dei Titani (gli dei pre-olimpici) condannato a sorreggere la terra per l’eternità. La difficoltà del suo ruolo può essere vista come un’analogia della condizione umana odierna.
L’album si distingue per l’uso di suoni eterei di chitarra, abbinati a tape loops, sintetizzatori analogici e manipolazioni sonore che creano una sensazione di sospensione temporale.
Ogni traccia è un’esperienza immersiva, capace di evocare in una maniera quasi bipolare serenità e sensazioni cupe abbinate a soundscapes notturni e malinconici di chitarra che fluttuano sui loop di nastro fino a diventare bordoni irriconoscibili, quasi incorporei, eterei come fantasmi.
TRACKLIST
1. LAGUNA 2. QUIET BEFORE THE STORM 3. UP TOWARDS THE SKY 4. DESERT PLAIN 5. ATLAS 6. LEAVE NO SHADOWS ON THE GROUND 7. GLOOM 8. CHARIOTS 9. THE LAST TIME 10. MONTIFERRU
CREDITS
PERRY FRANK: Guitars, tape loops, synth, keyboards, sounds and visions
Mix by Perry Frank Mastering by Enrico Sesselego All music written, performed and recorded by Perry Frank
La musica di Perry Frank è caratterizzata da una fusione di stili e influenze, che spaziano dalla musica Ambient all’elettronica, passando per il PostRock. Perry Frank è un compositore e produttore musicale noto per il suo approccio innovativo e sperimentale alla composizione, che spesso mescola suoni sintetici con sonorità acustiche, creando atmosfere complesse e dinamiche. La sua musica tende a essere minimale e raffinata, con un uso intelligente delle texture sonore. I suoi paesaggi sonori evocano emozioni intense ma mai in modo invadente. La sua attenzione al dettaglio nelle sfumature timbriche crea una musica che è al contempo profonda e meditativa, ma anche in grado di sorprendere con colpi di scena sonori. Inoltre, Perry Frank si distingue per la sua capacità di incorporare l’uso della tecnologia in modo creativo, utilizzando strumenti analogici come registratori multitraccia a cassetta con tape loops e digitali come effettistica per chitarra per espandere i confini della composizione musicale. Questo approccio gli consente di creare brani che spaziano dal concettuale all’introspectivo, mantenendo sempre un forte legame con l’emotività e la ricerca artistica. In sintesi, la musica di Perry Frank è un viaggio sonoro che intreccia modernità e tradizione, sperimentazione e profondità emotiva. Le principali fonti di ispirazione sono Brian Eno, Basinski, Harold Budd, Fennesz, Amulets, Pink Floyd, Carbon Based Lifeforms e Robin Guthrie. La copertina dell’album, riflette l’estetica minimale e meditativa del progetto, con immagini che evocano un senso di pace ma anche di inquietudine e malinconia. ATLAS segna una nuova fase nel percorso artistico di Perry Frank, che continua a spingersi oltre i limiti del genere ambient. Con l’uscita di questo disco, l’artista si prepara a conquistare nuovi ascoltatori, offrendo loro una fuga sensoriale nel cuore della musica ambient. L’album è disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dal 10 Gennaio ed in edizione limitata su CD. Per ulteriori informazioni su Perry Frank e il suo nuovo album, visitare il sito
Intervista
Davide
Buongiorno Francesco. Cosa continua e cosa evolve “Atlas” rispetto a tutta la tua precedente produzione?
Francesco
Atlas è un’ulteriore evoluzione della mia avventura musicale. Pur avendo sempre suonato Ambient da tanti anni, all’inizio il mio sound era molto diverso e più complesso, più psichedelico, quasi Trip-hop e Rock, caratterizzato spesso da drum machines e loop ritmici.
Il cambiamento più grande è stato, appunto, raggiungere la consapevolezza dell’importanza di scrivere musica più semplice in prospettiva di un esecuzione live come one man band.
Anche se spesso nei concerti concedo molto spazio all’improvvisazione, l’arrangiamento di molti brani di questo disco è stato pensato e creato in modo da renderne più agevole l’esecuzione dal vivo.
Davide
Come sono nate queste composizioni, intorno a quali idee e a quali processi e contesti concettualmente fondanti, sia rispetto al suono e al metodo concreto di lavoro, sia al contenuto complessivo più astratto e di ricerca?
Francesco
Atlas è stato ispirato dalla gravissima situazione ambientale che il nostro pianeta e tutte le sue creature stanno subendo, ed è appunto il risultato di un lungo processo di ricerca e di connessione con l’ambiente che mi circonda.
Il mio intento è stato creare un album che fosse al contempo un rifugio, ma che rappresentasse una consapevolezza del disastro mondiale.
Questa è l’idea principale e il concetto dietro al disco.
Il titolo ATLAS, deriva dalla mitologia greca, infatti è il nome di uno dei Titani, Atlante, quello che sosteneva il peso del mondo.
La difficoltà del suo ruolo può essere vista come un’analogia della condizione umana odierna.
L’album è stato scritto e suonato dal vivo nel corso dell’anno precedente alla sua pubblicazione, in modo da perfezionarlo il più possibile prima della fase di registrazione.
Davide
Tu hai inteso in “Atlas” una doppia direzione di senso: la musica d’ambiente, quella che evoca qualità di “atmosfera” nella interiorità dell’ascoltatore (che siano di “visione” o di “discrezione”), favorendo l’introspezione emozionale, ma altresì una musica che, usando anche suoni naturali, acuisca l’attenzione verso l’ambiente, qualcosa che possa dare un contributo nella ridefinizione di un rapporto più consapevole e sostenibile tra uomo e natura?
Francesco
Atlas vive in una sorta di limbo a metà tra la realtà ed il mondo onirico. I suoni naturali rappresentano la parte reale da cui poi le textures e gli arrangiamenti di chitarra partono per portare via l’ascoltatore. Atlas non è un disco di protesta o di denuncia, scritto con lo scopo di sensibilizzare o avvicinare uomo e ambiente, il mio intento è sempre quello di raccontare il mio stato d’animo. Però ogni persona ha poi un approccio diverso verso la musica e in fin dei conti può leggerci quello che vuole.
Davide
La disposizione dei brani in un disco di solito non è casuale. Scorrendo i titoli dalla prima all’ultima traccia, da “Laguna” a “Montiferru”, che tipo di racconto e percorso, anche geografico, hai cercato di creare, passando per cieli e deserti, terminandolo per altro in un preciso luogo della Sardegna, appunto sul massiccio del Montiferru?
Francesco
Il disco comincia e finisce in Sardegna. Laguna è un brano nato da un’improvvisazione contenuta in una delle mie ambient guitar sessions in esterna, registrata nello stagnò di Marceddì, che si trova vicino al poligono militare di Capo Frasca, mentre Montiferru è stata scritta nel Luglio 2021 dopo lo spaventoso rogo.
Due luoghi, loro malgrado segnati dall’azione umana, il primo dall’inquinamento del vicino poligono e il secondo dal gravissimo incendio che ne ha compromesso irrimediabilmente il paesaggio.
Davide
Come nel suono in “Laguna” che saltella (tipico di un cd che si incanti), che uso fai dell’estetica glitch o degli errori, quando succedano, e più in generale dell’alea?
Francesco
Suono e sperimento i brani nuovi nei concerti per diversi mesi prima di pubblicarli, in modo da perfezionarli il più possibile e poi, una volta raggiunta la forma più soddisfacente, li registro per includerli nei nuovi dischi.
Questo significa che lascio ampio spazio all’improvvisazione, credo sia la parte più divertente di essere un musicista.
Davide
In una mia recente intervista con Alessandro Di Liberto ho citato, a proposito del suo ultimo lavoro, un commento fatto da Paolo Fresu, il quale ha premesso che “la Sardegna è un’isola quieta che trae ispirazione dal silenzio per vibrare all’unisono con la natura e con gli elementi che la compongono”. Gesuino Fenu Sulas ha intitolato un suo libro definendo la Sardegna “L’isola del silenzio”. Si può definire la ambient music una musica del silenzio? Qual è il tuo rapporto con il suono e viceversa il silenzio?
Francesco
Il silenzio è parte fondamentale della mia vita, lo adoro. Cerco di parlare solo quando realmente ne sento la necessità. Intendo il silenzio però, non letteralmente, come assenza totale di suoni, ma come assenza di attività umana. Il silenzio per me sono le onde del mare, il canto degli uccelli in una passeggiata in campagna, il fruscio degli alberi. Le persone alterano spesso in modo negativo questo bellissimo stato di quiete.
Per me l’ambient è uno di questi suoni, quindi si, pur essendo frutto in un certo senso di attività umana, l’ambient è il mio silenzio.
Davide
Creando un tipo di musica che non ha una struttura convenzionale e potrebbe continuare eterea o rarefatta anche più a lungo, quando ritieni che la tua composizione/registrazione debba finire, avendo espresso e compiuto tutto quel che doveva?
Francesco
Cerco di non ripetermi. Mai. Sperimento sonorità diverse per ogni brano e questo vale anche per la durata che questo deve avere. Mi baso principalmente sulle mie sensazioni, ad esempio se riascoltando una composizione mi accorgo che ha già detto quasi tutto in 2 o 3 minuti, cerco di chiuderla.
La musica deve lasciarmi in un certo senso insoddisfatto, perché è quell’insoddisfazione che mi porta a riascoltarla più volte.
Davide
Tecnologia elettronica e arte o artificio e natura: qual è il tuo dialogo tra questi apparenti opposti? Qual è la tua personale connessione ideale?
Francesco
Cerco ispirazione nella natura, l’ho fatto per tanti anni. Traduco queste idee in suoni e soundscapes che per uscire dalla mia testa e quindi diventare reali hanno bisogno della tecnologia.
È inevitabile. Credo sia questa la connessione principale.
La tecnologia è il mezzo che ti aiuta a dipingere la tua musica, non deve mai essere fine a se stessa.
Davide
Quando hai iniziato ad appassionarti alla musica e a sentire il bisogno di crearne a tua volta? Quali sono stati, inoltre, i dischi e gli artisti più significativi, quelli che ancora oggi ritieni essere le tue stelle di riferimento che ti guidano nel tuo personale viaggio musicale?
Francesco
Il progetto Perry Frank nasce nel 2006, con caratteristiche e sound molto diversi da quelli attuali.
All’inizio registravo materiale utilizzando drum machines, tastiere e un basso oltre alla chitarra.
Il risultato era un sound molto più vicino alla psichedelia e al progressive con influenze marcate dai Pink Floyd ai King Crimson, passando per i Tangerine Dream e Brian Eno ma tutto sempre rigorosamente strumentale, in quanto non ho mai amato in modo convinto la mia voce.
Per diversi anni ho sperimentato, registrato e caricato demo su Myspace, Youtube e Soundcloud fino al mio primo disco ufficiale pubblicato dalla label tedesca Idealmusik, che nel frattempo mi aveva notato proprio sul caro Myspace e mi aveva proposto di raccogliere il materiale in quello che poi è diventato il mio primo album Music To Disappear nel 2012.
Se dovessi descrivere il mio stile oggi, forse sarebbe una sorta di mix tra Brian Eno, Hammock, William Basinski, Rafael Anton Irisarri e Fennesz.
Davide
L’umanità ha bisogno della musica per molti motivi: quali per te sono i principali?
Francesco
La musica, in quanto arte, riempie tutti quei vuoti interiori che una persona si porta con sè.
Troppi questo non lo capiscono e per questo la sviliscono in modo commerciale, altri non hanno sufficiente pazienza o forse non hanno gli strumenti giusti per guardarsi dentro e scoprire quanto le loro vite siano vuote.
Con il passare del tempo ho capito che senza musica non riuscirei ad essere quello che sono, forse non sarei neanche qui ora. La musica mi ha dato uno scopo e cerco di seguirlo al meglio delle mie possibilità, anche perché non voglio e non so fare altro.
Davide
E dal bisogno al sogno: “Atlas”, quindi Atlante, rimanda anche ad Atlantide. Aristotele disse che l’uomo che l’ha sognata, l’ha fatta anche scomparire. Qual è il tuo sogno e in che modo la musica ti aiuta a realizzarlo o a non farlo scomparire?
Francesco
Ho tanti sogni e speranze, tanto che è difficile scegliere. Forse mi piacerebbe riuscire a mettere in musica in modo credibile il silenzio.
Non ci sono ancora riuscito.
Davide
Cosa seguirà?
Francesco
Ho già nuovi dischi in cantiere, con sonorità diverse da Atlas, alcuni sono finiti, altri ancora in fase embrionale.
Quest’estate farò concerti e continuerò a sperimentare. Non so cosa succederà poi, raramente faccio programmi che vanno oltre l’anno.
Mi piace vivere il presente.
Davide
Grazie e à suivre…
Perry Frank è il progetto musicale di Francesco Perra, nato nel 2006 e caratterizzato da un sound ambient, post-rock, noise e psichedelico. Perry Frank è noto per il suo approccio distintivo alla musica ambient e alla sperimentazione sonora. Con numerosi album e progetti di successo alle spalle, ha conquistato una base di fan globale grazie alla sua capacità di trasportare gli ascoltatori in mondi sonori profondi e rilassanti. Le sue composizioni evocano atmosfere oniriche e meditative, arricchite da soundscapes, drones e glitch. Con sette album tra cui SOUNDSCAPE BOX 1 (2014) e NUIT ENSEMBLE (2022), undici EP tra cui MORNING VIEW (2021), NEBEL (2023) e CLOUDBURST (2024) e numerose collaborazioni internazionali, ha guadagnato riconoscimento a livello globale. Dal 2014, ha lanciato le AMBIENT GUITAR SESSIONS, registrazioni dal vivo in molteplici location suggestive della Sardegna.