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Träbild. Sussurri da Gotland – Christian Stannov

4 min read

traduzione di Giovanni Agnoloni

Ortica Editrice (Aprilia, 2023)

pag. 111

euro 11.00

“Tjälvar era il nome di colui che per primo scoprì Gotland, un’isola ancora fatata, che di giorno sprofondava mentre la notte riemergeva. (…)”. La nuova chiccha di Ortica, “Träbild. Sussurri da Gotland”, con lavoro e intercessione del solito ed imprescindibile oramai Giovanni Agnoloni, ci porta questa volta in atmosfere nordiche-nordiche. Dove, per dire, si rimanda a quelle sage dentro le quali spingeva il paganesimo e che ‘finivano’ con questa cosa del bisogno assurdo di “cristianesimo” ovunque.

Insomma un intagliatore francese, in viaggio verso Uppsala, finisce sull’isola a seguito di un naufragio, e lì va incontro a una serie di esperienze bizzarre.

“Ma dopo un poco comincia a star bene in quel luogo singolare, dominato da un incanto naturale contrastante con l’asprezza di tante sue storie, fino a trovarvi l’amore.

Gotland (oggi un’isola svedese nel cuore del Mar Baltico) in epoca medievale era un luogo oscuro e tetro, pieno di violenza e di morte, “abitato da persone considerate dalla società più evoluta prede di una sorta di delirio religioso”, appunto.

Nel primo capitolo è ripercorsa la storia dell’isola dalla sua scoperta, opera di Tjälvar, personaggio della mitologia norrena, originario forse dello Jutland, alle migrazioni interne dovute a calamità naturali e alla scarsezza dei raccolti e alla fine accenna a Jon di Auster, discendente di Grip che non aveva seguito gli altri ma aveva preferito rimanere a Fårö, l’isoletta dove appunto riposano le spoglie di Ingmar Bergman. Jon sarà uno dei personaggi principali della storia che inizia nel capitolo successivo e si svolge nel quattordicesimo secolo, più precisamente alla vigilia della peste che sconvolse tutta l’Europa, quella del 1348,

Nella trama ad un certo punto, si diceva, l’autore risale al tentativo di evangelizzare gli abitanti di quei luoghi da parte di Olaf, re di Norvegia, detto il Santo. Ed è qui che in seguito a un naufragio approda sulla riva di quest’isola un intagliatore francese, il quale, dopo essere scampato alla ferina natura di Jon, personaggio in qualche modo indigeno già entrato in scena, che avrebbe voluto ucciderlo, grazie all’intervento di padre Christen e della figlia stessa di Jon. Ma questo è solo un pezzo. Il resto è ancora più avvincente, e sorprendente.

Come è stato ricordato e sottolineato recentemente dall’attentissimo Francesco Improta, inoltre, la garanzia è poi nella stessa traduzione italiana: ché “(…) con questa (lo svedese, nda) credo che siano otto le lingue che parla correntemente e da cui traduce abitualmente con esiti lusinghieri” il nostro Agnoloni.

 

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