Il primo sole dell’estate – Daniela Raimondi
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Editrice Nord
Narrativa
Pagg. 400
ISBN 9788842935414
Prezzo Euro 19,00
Tutto nasce e finisce a Stellata
“Sono nata in un giorno di neve, con le grondaie bianche e gli uccelli fermi sui rami.”
Mi sono detto che se la prima riga del prologo era questa, cioè una fotografia poeticamente intensa di un giorno d’inverno, l’opera non poteva che essere attraente, qualunque fosse stato lo svolgimento di una trama che, pur riallacciandosi al primo libro (La casa sull’argine) ha ambientazione e non pochi personaggi diversi dalla precedente. Sermide e Stellata infatti appaiono lontane, le ritroviamo solo all’inizio e alla fine, simboli di una circolarità che è testimonianza che tutto nasce e tutto finisce lì, in riva al Po. C’è un io narrante, Norma, figlia di Guido e di Elsa che rievoca gran parte della sua esistenza, dalla nascita al paese alla rinascita, come potremmo anche definirla, sempre in paese. Norma assiste all’ospedale la madre, malata terminale per un cancro, e racconta, per lei, per sua mamma e ovviamente anche per noi la sua vita, certamente non poco movimentata e combattuta fra un grande amore e una delusione altrettanto grande. Il palcoscenico degli eventi non è più Stellata, ma Londra e per un breve periodo anche il Brasile, eppure non viene mai meno in sottofondo, fra il turbinio degli eventi, quell’inconsapevole desiderio di poter trovar rifugio nelle proprie radici. Non si tratta del “buen retiro” pronto ad accogliere chi desidera un po’ di pace e tranquillità dopo una lungo periodo di lavoro, ma è la culla dove sono nati e cresciuti i Casadio e in cui continueranno assai probabilmente ad affacciarsi al mondo, magari solo facendo una visita al cimitero dove riposano gli avi.
Il romanzo, con la sua ambientazione in una metropoli, con le diverse caratteristiche di vita inglese può sembrare di primo acchito completamente avulso dalla saga dei Casadio, ma non è così e a tratti riappaiono, magari in una figlia, le caratteristiche somatiche di Viola Toska, la zingara che sposando Giacomo Casadio ha innestato nella discendenza una presenza esotica e in alcuni casi anche magica grazie alla quale Neve, la nonna di Donata, quando rideva spargeva intorno un profumo assai dolce che richiamava frotte di api; non si devono poi dimenticare le capacità divinatorie proprie dei gitani che esprimeva ricorrendo ai tarocchi, caratteristica che si ritrova solo nelle donne di famiglia e non in tutte.
La narrazione di Norma prosegue fino all’ultimo respiro della madre, una donna con cui è sempre stata in conflitto, a cui la figlia ha attribuito un egoismo intimo, giudizio aggravato dal tradimento con il fratello del marito. E di amori andati a male, di passioni violente e sfrenate il libro abbonda; del resto anche in ciò si vede il sangue gitano di Viola, ma se l’infelicità sembra trovare fertile terreno in altri lidi, che siano l’Inghilterra o il Brasile poco importa, poi tutto si aggiusta, magari con l’aiuto del tempo, che trascorre implacabile, in riva a quel Po che scorre lento verso la foce e che sembra portare via con sé gli attriti, le delusioni, i sogni infranti di chi è lì ritornato per ridare un senso alla propria vita.
Se La casa sull’argine è molto bello, Il primo sole dell’estate è addirittura superiore, è una grande prova di maturità letteraria di Daniela Raimondi.
Daniela Raimondi è nata in provincia di Mantova e ha trascorso la maggior parte della sua vita in Inghilterra. Ora si divide tra Londra e la Sardegna.
Ha pubblicato dieci libri di poesia che hanno ottenuto importanti riconoscimenti nazionali. Suoi racconti sono presenti in antologie e riviste letterarie. La casa sull’argine, edito da Nord, e uscito nel 2020 è stato il suo primo romanzo e nel 2023 è uscito, sempre per i tipi della Nord, Il primo sole dell’estate.