All’inizio del secolo scorso si assiste alla nascita dell’automobile, una delle invenzioni destinate a cambiare la storia in quanto rappresenta la modernità, il nuovo, l’imprevedibile. Un contadino piemontese intuisce la grande novità dell’evento: abbandona le mucche e apre una officina anche se le macchine in giro sono poche trasmettendo la sua passione al figlio, Ultimo Parri, “cristallo fragile” un bambino che, a cinque anni, riceve in regalo dal pilota Lafontaine gli occhiali da corsa e che insegue un sogno: mettere in ordine il mondo. Baricco ci descrive la storia di Ultimo, che si snoda dall’inizio del secolo fino agli anni ’60, tratteggiando, nel contempo, il periodo storico. Ultimo partecipa alla grande guerra, lo ritroviamo a Caporetto dove capirà che “usciremo da qui vivi, ma resteremo morti per sempre”, si sposta in America dove incontra il grande ed unico amore della sua vita, Eizaveta, un’esule russa sfuggita alla rivoluzione d’ottobre, morirà in Sud America, lungo una di quelle strade che corrono per centinaia di chilometri, senza una curva, metafora della difficoltà della vita e del disordine, il suo sogno. Romanzo polifonico, a più voci narranti, sarà, alla fine del romanzo, la donna a ricostruire la storia di Ultimo e la sua scomparsa apparentemente inspiegabile. “Questa storia” è un libro poetico che riesce a fondere egregiamente storie personali e collettive. Un libro d’amore, di guerra, di passioni, di sogni infranti. Diverse le scene intense e suggestive descritte da Baricco: basti pensare ad Ultimo e il fratello che si tengono per mano in una pista aerea, a Elizaveta che riesce a coronare, con un finale da antologia, il sogno della vita di Ultimo. La storia narrata è avvincente e fa sognare il lettore, lo scrittore ha il merito di saper usare registri stilistici diversi, avvalendosi di una scrittura colta, raffinata, magica, restituendoci il piacere della lettura. “Questa storia” è un libro, così come gli altri di Baricco, che si discosta dai romanzi contemporanei: ci regala forti emozioni, ci restituisce il piacere della parola, delle storie e della piacevolezza della lettura. Messaggi? Non è certamente compito di uno scrittore affermare quello che si vuole trasmettere. Ognuno può dare al libro/i le più diverse interpretazioni. A noi sembra che lo scrittore abbia, fra le pieghe del libro, lanciato diversi segnali; l’odio verso la guerra, il mito della modernità che va ridimensionato perché spesso porta distruzione e morte, l’importanza dell’amore, la necessità che ognuno, come Ultimo, si adoperi per cercare di realizzare il sogno della propria esistenza. Il volume si avvale di quattro diverse e suggestive copertine disegnate da Gianluigi Toccafondo.
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