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Intervista con Vanexa

6 min read

Nati ad Albissola Marina (SV) nel 1979, con uno stile basato su sonorità tipicamente anglosassoni, tipiche della NWOBHM. i Vanexa fecero parte della nuova ondata delle heavy metal band made in Italy di fine anni ’70 primi anni ’80, come i Vanadium, i Sabotage e la Strana Officina. Parteciparono come headliner al Rock in a Hard Place Festival tenutosi a Certaldo in provincia di Firenze, il 21 maggio 1983. Nello stesso anno uscì l’album di debutto dal titolo omonimo, su etichetta Durium e considerato dalla stampa nazionale specializzata come il primo disco italiano di heavy metal. Il secondo album Back From The Ruins edito su Minotauro uscì solo nel 1988 a causa di controversie manageriali.
Nella loro carriera hanno partecipato a compilation metal, tra le quali Mountain of Metal, uscita negli Stati Uniti, con il brano “Hanged Man” e Metallo Italia con il brano “It’s Over”. Nel 2007 sono stati ristampati su cd il loro primo album Vanexa con 3 tracce inedite, e il loro secondo album “Back From The Ruins” con 5 tracce dal vivo tratte da un concerto del 1984.
Dopo alcuni anni di silenzio, arriva il momento di Against The Sun, il terzo disco del gruppo che esce il 6 Marzo del 1994 ancora su Minotauro. Questa volta alla voce c’è Roberto Tiranti.
Nel 2010 è stato stampato su cd e su vinile a edizione limitata 1979/1980, una compilation di brani cantati in italiano del periodo 1979 – 1980. Nel 2011 è uscito il primo album dal vivo ufficiale della band, intitolato Metal City Live, registrato al festival heavy metal Play It Loud III del 2009.
Nel 2012 è entrato nel gruppo il chitarrista Pier Gonella, membro dei Necrodeath e dei Mastercastle.
Nel 2015 la band pubblica un singolo di due brani (“Too Heavy To Fly” e “Paradox”) come anteprima del nuovo album “Too Heavy To Fly”. Successivamente gli ottimi responsi del singolo (primo posto in classifica nella sezione Hard & Heavy su Amazon), Sergio Pagnacco decide di lasciare i Labyrinth per dedicarsi solamente ai Vanexa e la band decide nel 2016 di incidere l’intero album “Too Heavy To Fly” con l’etichetta Punishment 18 Records su CD e con la Black Widow Records su vinile (3 edizioni differenti).
I Vanexa pubblicano il loro ultimo lavoro “Last in black” nel 2021 con la Black Widow di Genova.

https://it.wikipedia.org/wiki/Vanexa

Formazione attuale

Andrea “Ranfa” Ranfagni – voce
Artan “Tani” Selishta – chitarra
Pier Gonella – chitarra (ex Labyrinth – Mastercastle – Necrodeath)
Sergio “Dr. Schafausen” Pagnacco – basso (ex Labyrinth)
Silvano Bottari – batteria

1983 – Vanexa
1988 – Back from the Ruins
1994 – Against the Sun
2011 – Metal City Live  (Live)
2016 – Too Heavy to Fly
2021 – The last in black

www.vanexa.org

MY GRAVE (Videoclip)
https://youtu.be/O1bS49jJwQo

Tracklist:

The last in black
My grave
Earthquake (Earthquake – Ashes and ruins)
No salvation
Perfect!
Amless
Dr. Strange
Dead man walking
Like a mirage
I don’t care
Hiroshima

Intervista

Davide

Ciao. Cosa è successo nei cinque anni dall’ultimo “Too heavy to fly” e come è nato “The last in black”, come si pone rispetto al vostro lungo passato e al vostro precedente album? Cosa cambia e/o cosa affina, continua e consolida?

Vanexa

Ciao a tutti i lettori, è vero ci sono voluti circa cinque anni per fare uscire questo album. Questo è dovuto perchè spesso ci siamo voluti incontrare in sala prove per creare i brani, poi quando eravamo a buon punto è scoppiato il Covid che inevitabilmente ha rallentato l’uscita dell’album. 

Davide

Il video di “My grave” è stato pubblicato nel 2019. L’album era già pronto da qualche tempo? 

Vanexa

Nel 2019 avevamo solo alcuni brani pronti, tra cui “My Grave” un pezzo che abbiamo voluto supportare con l’uscita del videoclip. 

Davide

La copertina rimanda al “memento mori” come in un quadro del genere vanitas. Di cosa trattano i testi di “The last in black”? 

Vanexa

I testi di questo album sono come sempre con tematiche importanti e delicate, spesso parliamo di problematiche sociali che possono essere vissute da chiunque.

Davide

Avevate delle idee condivise in particolare intorno alle quali costruire le musiche e poi durante la produzione? Oppure tutto è nato semplicemente suonando?

Vanexa

Le idee dei Vanexa sono sempre discusse tra tutti i membri della band, ovviamente ognuno di noi ha storie differenti da raccontare quindi a volte non è semplice trovare un punto di incontro, ma alla fine ci riusciamo. 

Davide

Quando scartate un’idea? Cosa definisce un vostro brano, il fatto che funzioni e vi soddisfa e vi rappresenta?

Vanexa

I brani devono passare un duro esame, ognuno di noi suona o canta da una marea di anni quindi abbiamo uno stile insito nel nostro modo di vedere le cose. Questo riesce a creare una matrice Vanexa ma a volte è anche difficile da amalgamare, quindi cerchiamo di essere meno spontanei e di studiare qualcosa che possa funzionare e ovviamente che piaccia a tutti.

Davide

“Hiroshima” chiude il vostro disco, seguita da una ghost-track che è la stessa “Hiroshima” cantata però in italiano. Ed è davvero notevole sentirvi cantare anche nella nostra lingua. Cosa vi fa decidere per una lingua piuttosto che l’altra, cioè tra l’inglese e l’italiano?

Vanexa

Ognuno di noi ha un punto di vista differente, Silvano asserisce che la lingua inglese sia più consona al metal, invece Sergio vorrebbe fare un album completamente in italiano. Il resto della band guarda lo scontro divertito, quindi il prossimo album potrebbe anche essere in italiano chissà.

Davide

Quando iniziaste a suonare alla fine dei ’70, in Italia il genere heavy metal non aveva molto seguito. Cosa è cambiato da allora e cosa no nel proporre la vostra musica nel nostro paese?

Vanexa

È cambiato tutto, esisteva una fratellanza metal, eravamo emarginati dalla società e questo era il nostro vanto nonostante ci facesse incazzare, Avevamo qualcosa da condividere, da parlare, da vantarci e quindi lottavamo per sostenere un genere musicale che poi sarebbe diventato il più potente del mondo. Ci credevamo tanto e ci impegnavo di conseguenza. Tutte le band italiane dei primi anni ’80 si sbattevano così tanto da riuscire anche a partecipare a trasmissioni RAI, nonostante un boicottamento generale dei mass media.

Davide

Di solito chi suona heavy metal ha più ritorni da alcuni paesi esteri. Che rapporti avete dunque con l’estero, ragione per la quale ha anche più senso cantare in inglese?

Vanexa

Nei primissimi anni 80 il nostro primo disco era entrato in classifica in Olanda e in Benelux quindi alcuni paesi esteri hanno sempre amato i Vanexa considerandola una prime mover heavy metal band. Il fatto di cantare in inglese è solo un caso ma come ti dicevo il prossimo album potrebbe essere in italiano. Magari potremmo far decidere ai nostri fans.

Davide

Il rock e l’heavy metal trovano spesso la propria espressione ideale nella dimensione live. Cos’è per voi suonare dal vivo di fronte a un pubblico? Come sono stati questi due anni senza possibilità di fare concerti?

Vanexa

I Vanexa si divertono molto a suonare dal vivo, siamo considerati una live band. Questi due anni sono stati un’esperienza da cui attingere degli insegnamenti che non avremmo mai voluto imparare. Comunque abbiamo ripreso e questo ci fa ben sperare. Noi siamo sempre pronti per suonare live. 

Davide

Cosa seguirà?

Vanexa

Ovviamente un altro disco e parecchi live. Abbiamo tante idee da materializzare e sicuramente ci riusciremo. Grazie per coloro che sempre si sostengono e vengono ai nostri concerti. Suoniamo solo per loro, questo non lo devo mai dimenticare. 

Davide

Grazie e à suivre…

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