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Le ripetizioni – Giulio Mozzi

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Marsilio Editori (Venezia, 2021)
pag. 368
euro 17.00

Un quadro che mi riempie di felicità. Ho rubato questo attacco alla narrazione della narrazione: alla descrizione di descrizione pittorica d’un’opera di Gas. Per dire di tutto il nuovo romanzo, anzi mi si scusi, del Primo, di Giulio Mozzi: “Le ripetizioni”. Libro epocale giustamente dedicato alla memoria del facilmente indimenticabile Cesare De Michelis.

Insomma, Gas è solamente uno dei tanti manichi spaventosamente e, di certo laicamente, cristologici di questa misura d’esordio di Mozzi. Un libro immerso nelle acque battesimali dell’arte. Che a questa prosa mossa da discorsi diretti fatti a forma d’incisione e flussi di incoscienza svettanti aggiungono il piacere dell’ambiente pulito da ogni forma di bassi istinti goliardici.

Il vero protagonista delle “Ripetizioni” dovrebbe chiamarsi Mario; un tipo tutto ricordi e necessità dei ricordi che dovrebbero giustificarlo nella sua vita fluente in curve e in-tensioni. Fra dolcezze di baci veri e puri da epoche vere e pure alle realtà inventate in donne coperte da perversioni sicuramente non meno assordanti delle sue stesse. Da una Viola che vorrebbe sposare e che va a incontri da cassette porno eccetera a quella Bianca che le aveva dato qualcosa di così importante da non farglielo sapere. Fino al demoniaco angioletto Santiago, di sicuro maschio eppure in questo romanzo messo a concorrenza sleale con Bianca e Viola.

Siamo tra Padova e Roma, in qualche modo. Forse geograficamente un po’ più a Roma. Epperò in ogni passaggio della narrazione siamo fuori dal mondo cittadino e dai mondi in genere. Perché Mozzi mischia il verosimile con l’immaginario, appunto. Tra i tanti personaggi interessanti, comunque, spicca il Terrorista Internazionale. E un poco fa tenerezza il Giornalista Comunista.

Le storie di quest’esperienza meditatissima di Giulio Mozzi, maestro del racconto, che sa mettere il magistero d’una prosa impeccabile a servizio delle torsioni dell’inatteso e inaspettato, possono essere simbolicamente evocate da due rappresentazioni su tutte: l’istallazione di Franco Vaccari nella Biennale dell’Arte del 1992 e il libro “Grande Raccordo” di Lodoli. Una simbiosi frammentata fra arte e letteratura. Coscienza di quest’opera estrema, “Le ripezioni”. Il diaframma che muove ogni naturale devozione dello scrittore, si capisce. Che gli permette di reggere il confronto continuo con le prove delle domande esistenziali.

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