ACCADE ANCORA OGGI NEL MONDO
(31/08/2006)
Ad una donna cecena, accusata d’adulterio, della quale la TV ha trasmesso le scene di subita, immane violenza pubblica.
Metti un nazista ed una ebrea, un’ebrea ed un nazista, un po’ di sfondo storico azzeccatissimo e, soprattutto, la sapienza nel collocarlo infra-narrazione creativa.
“Crea” la vita quotidiana nel periodo della Seconda Grande Guerra (e non solo); fa’ di Vienna ciò che è stata per davvero – la culla d’idee d’orrore – e “crea” un romanzo così vero da far concorrenza a “Uomini e no” di Vittorini, o a “Se questo è un uomo” di Levi. Senza riuscire ad eguagliarli, ma senza nemmeno sfigurare.
Consegna, così, un lavoro compiuto e discutibile, e perciò “degno”; una base di studio, un abbozzo di vacuo, un fluire di scopo, un’assenza di vita, una critica – non ben giudicante, o forse per niente – ad un sistema che ebbe come fine l’intento di una macabra, calcolata soluzione.
Fa’ di ogni personaggio vittima e carnefice, e poi chiudi ognuno di essi – e tutti in prima persona, con un unico io narrante che potrebbe essere la trasfigurazione di Adolf Hitler – in una casa, e… leggi attentamente tutto ciò che dalle umane menti scaturisce, fin quando il “pensiero forte” diventa debole e perdente e vittima di se medesimo.
Per descrivere un’epoca bastano poche persone, al limite una soltanto, superando De Sade, Orwell, Nietzsche, Wilde; e non riuscendo ad eguagliar alcuno.
Un romanzo in cui si mette un’ebrea ed un nazista, una nazista ed un ebreo, al limitare dello scambio dei ruoli. Sin quando l’albero della vita farà dei due unico corpo e ragione e religione.
Poi prendi quel libro, che è anche saggio – ed anche qui vi è un connubio di diversità, da sempre ritenute erroneamente in-tangenti – e scopri un buon testo di studio, per la semplicità d’una negazione da riservarsi alla violenza, menzogna dell’umanità. Studio-studio, ossia didattica; con termini che spazino dalla vita ordinaria d’una Vienna ormai antica (a “tutti” piace poterci immaginare lontani dai nazi-fascismi, e non solo) al rapporto uomo-donna, all’amore per gli animali. Che son sempre e comunque meno animali degli uomini. Temi semplici, in fondo Temi, ai quali siamo da troppo tempo abituati, in fondo…
E l’umanità non cambia proprio, non ancora. E ancora oggi, 31 agosto 2006, accade nel mondo che un’ “ebrea” e un “nazista” possano reincontrarsi e riscrivere cadenzatamente e ritmicamente e immancabilmente e incontrollabilmente quella Vienna, quel tempo bruto creduto ormai lontano, andato. Se quel sistema rinascesse, avremmo da fare i conti con chi s’identifica “a tal punto” con le proprie idee presuntive. Ma questo assioma non è posto. È da ricavarsi interattivamente, ed è così datato ormai, e poco rispettato, data anche la storia recente, delle recenti guerre e pulizie etniche?
Siamo tutti buoni, fin quando un Hitler, rosso o nero, credente od ateo, uomo o donna, non verranno ancora ad abitare la terra.
Un librone, in verità, difficile da giudicare e, contemporaneamente, da accettare. Il giudizio sulla storia è complesso. Il giudizio sull’arte basata sulla storia è complesso. L’uomo e la donna sono l’irreale, gli intangibili che si accoppiano: svolgete il tema e buona fortuna!
Chi assegna il compito è in buona fede: ha semplicemente letto la non accettazione dell’uomo e della donna, che diventa estrema unione sottomissiva nell’estrema mondiale confusione.
Ma anche in tema ed epoca di pace, potremmo scriver di meglio senza cadere nelle cadenzate mielose false corrispondenze del rosa?
Sulle copie private – per questo si stampa un libro – rimane il segno di ciò che ci ha insegnato e l’invisibile monito che mai l’umanità percepì.
“Alcuni” parlano di peccato, anima, angeli, fantasmi – mlti d’Innocenti, ed è vero – ma… la Leunens non s’esprime con il tematizzare classico e, perciò, abbisogna d’arrancare un continuo indefesso cambiamento di registro; e condurre alla miseria della razza umana; pian piano piano, attraverso la musica, la danza, la pittura e la sessualità. Lentamente, per raccontare a tutti noi, rimasti bambini, la banalità del male.
Il monito, dall’inizio alla fine, è uno soltanto: L’emozione è l’intelligenza divina che abbiamo in noi, che hai in te. Impara ad ascoltare Dio (pag. 25).
L’emozione, sì, ma quale?
Leggete con attenzione e poi fatemi sapere.
È inutile parlare di sindromi di Stoccolma e di Stoccarda e di lager in casa, senza conoscere quest’orrenda storia dell’umanità.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.
Christine Leunens, americana d’origini italo-fiamminghe, modella, cow-girl, librettista teatrale, sceneggiatrice. Tutto tranne che romanziera, ma in quarta si riporta l’opinione di Matteo B. Bianchi: Una scrittrice vera… anch’essa con puntini di sospensione. È una particolarità della Meridiano Zero, rendersi accattivante?!
Christine Leunens “Come semi d’autunno”, Meridiano Zero, Padova, 2006.
La casa editrice costruisce una bandella che dell’ordito narrativo troppo racconta, in termini di sostanza svelata, anche se di tecnica scrittoria, e non quadro insiemistico-emozionale. Suggerisco una sostituzione, al più una rifinitura, che contempli qualche cancellatura. Soprattutto, eliminare il periodo che segue; anche se “chiuso” con puntini di sospensione:
Johannes capisce che, sconfitto il nazismo, Elsa non ha più motivo di rimanere lì. E allora decide che, se vuole trattenerla, non deve farle sapere la verità…
Titolo originale: Caging Skies, 2004
Traduzione della sceneggiatrice televisiva Maurizia Balmelli.