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A Venere e a Voi (lettera aperta)

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Carissimi lettori e non lettori,

 

la letteratura non è quella proposta dai grandi media; almeno, non soltanto quella è letteratura.

 

La letteratura è capacità di dare non emozioni, ma scosse elettriche, agli uomini e alle donne del nostro tempo. È arte dello spirito più profondo, nasce con l’essere umano fin dalle caverne.

Purtroppo viviamo in un’epoca che difficilmente prova a  lasciarsi trascinare dalle passioni; un’epoca di pubblicità ingannevoli. Proposizioni all’acquisto che perdono sempre più l’intento conoscitivo/informativo e slittano sino a farci cadere nel mondo della presunzione di validità. Avendo infatti esse carattere epesso esclusivamente commerciale, ci fanno perdere l’obiettivo primo di un’arte: la forza trascinante, la selva di proposizioni che essa deve creare nel nostro animo, il bisogno di libertà e la discussione intorno e per il costrutto che Rousseau chiamò Contratto Sociale.

 

La letteratura è, in questo senso, anima del proprio contesto, analisi emotiva dei vissuti, esposizione dei sentimenti umani, dei dubbi, delle speranze, dei disadattamenti, delle vittorie. La letteratura, così come la sua lingua di pertinenza, è dunque madre dell’emozione umana e deve impegnarsi a rimanere arte dell’emozione umana; costantemente, diligentemente.

È proposizione, quindi è discussione, critica, opinione, lotta, pace; è l’uomo che è in noi, oltre ogni appropriazione, entro ogni appropriazione. La letteratura è materia e spirito, carne e desiderio, forza del verbo, canto dell’anima.

 

La letteratura è la vita del personaggio, maschera della vita del lettore; capace di penetrare le fibre, di sciogliere in lui i tumori dell’anima, i simulacri d’ortodossia. Di renderlo, infine, dialogante.

La letteratura, signore e signori, ragazzi e ragazze, è il sipario che si apre sulla tenerezza e l’indecenza, sull’ingiustizia e il riscatto, sull’oggettività e la soggettività.

La letteratura è essere ascoltati e trascritti, interpretati, incoraggiati, chiamati e coccolati, sognati e materializzati e, per quanto possibile, anche immortalati, resi eterni, fruibili; salvati da noi stessi, dalle nostre carenze ed omissioni.

 

Ma, in primis, la letteratura è lettura attraverso le lettere, specchio in cui abbiamo da rifletterci per riflettere sul nostro passato, presente e futuro e, quindi, sempre su noi stessi in quanto esseri senzienti.

 

Un saluto a voi ed a quella Città delle idee che la nostra lingua ha voluto chiamare umanità.

 

20 maggio 2006, Ceglie Messapica (BR)

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