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Intervista con Armonite

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Paolo Fosso, compositore, e Jacopo Bigi, violinista, hanno una formazione classica, ma certo non possono definirsi “classici”. In età giovanile, suonano in alcune band locali i generi più disparati, dai Beatles ai Dream Theater. Alla fine degli anni ’90, ancora studenti, suonano in una band di nome Armonite. Pubblicano il loro primo album nel ’99 e si esibiscono dal vivo per qualche anno. Poi si dividono. Nel 2015 formano una nuova band mutuando il nome della loro vecchia. Quando il materiale è sufficiente per registrare un album, contattano Colin Edwin, già bassista dei Porcupine Tree, e il batterista olandese Jasper Barendregt. Il primo producer dei muse, Paul Reeve, accetta di produrre l’album. “The sun is new each day” vede la luce nel giugno 2015, con il mastering agli Abbey Road Studios di Londra. Il 21 settembre, gli Armonite suonano all’Expo Milano 2015 in occasione della conferenza “The Water Rooms” organizzata dall’UNESCO. Dopo il concerto a Bettmeralp, Svizzera, a un’altezza di 2.000 metri, la band parte per un tour in UK nel luglio 2016. Con il brano “Curaçao” incluso nel nuovo album, gli Armonite ottengono una Menzione d’Onore nelle categorie Instrumental e Performance all’International Songwriting Competition 2017 da una giuria d’eccezione composta da Tom waits, Lorde, Bastille, Billy Cobham, Ziggy Marley, Don Omar e Keane.
Gli Armonite hanno pubblicato alcune cover di colonne sonore tratte da film e videogiochi: Il Trono di Spade, Pirati dei Caraibi, Harry Potter, L’Esorcista, Suspiria, Skyrim, Final Fantasy, Halo, Metal Gear Solid, The Witcher e molte altre. Il 25 maggio 2018, il nuovo album degli Armonite “And the Stars above” esce per la Cleopatra records di Los Angeles.
Come l’album precedente, “And the Stars above” è un mix di violino elettrico, basso, batteria e tastiera, incentrato sulla potenza espressiva del violino suonato da Jacopo Bigi. Ad interpretare le musiche composte da Paolo Fosso, si aggregano anche Colin Edwin (già Porcupine Tree) e Alberto Fiorani al basso; Corrado Bertonazzi, Emiliano Cava e Jasper Barendregt alla batteria. L’album è disponibile in CD sul sito della Cleopatra records e in formato digitale su iTunes.
 
 
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The march of the stars / Next ride / District red / Plaza de España / Clouds collide / Blue Curaçao / By heart / Freaks / By the waters of Babylon / The usual drink / What’s the rush / Ghosts
Bonus tracks: A playful day / The fire dancer 
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Paolo, e ben ritrovato su Kult Underground. Qual è l’idea musicale centrale che ha guidato la stesura di “And the stars above”?
 
Armonite
L’idea di bellezza applicata a contesti diversi e la costante ricerca dello spirito. Lo spirito è dappertutto, ma bisogna essere disposti a sentirlo. Tutto quel che appare non ci eleva, tutto quel che ci eleva non appare; risiede in fondo e va scoperto. Il titolo rimanda appunto a un senso di ascensione verticale, dalle viscere del mondo agli astri celesti.
 
Davide
Plaza de España di Siviglia, l’isola di Curaçao e il suo liquore Curaçao nella variante blu, l’Eufrate delle acque di Babilonia, un “District Red” che rievoca il Red-Light District di Amsterdam… nei titoli sono presenti luoghi di viaggio; o nei termini di altri ancora prevale in generale il movimento: What’s the rush (fretta), nuvole che collidono, una marcia di stelle, Next Ride (prossima corsa)… è dunque un caso o c’è un nesso?
 
Armonite
La nostra musica nasce da un’idea di movimento che passa attraverso l’immaginazione: scene di vita, storie, traumi, paure, passioni che scaturiscono da una sequenza di immagini. La vita e la gente offrono un ampio campionario da cui trarre spunto, insieme a tutto quel che muove dalle nostre passioni: il cinema, la tecnologia, i videogiochi, i libri, i viaggi… Quando leggi un libro o guardi un film, sei investito da una tale quantità di idee da sviluppare che si susseguono come in una sorta di effetto domino. 
 
Davide
Come siete approdati alla losangelina Cleopatra Records di Brian Perera, il cui catalogo mi pare sia più orientato verso goth, heavy metal, techno e industrial?
 
Armonite
L’anno scorso abbiamo inviato un demo di 5 pezzi a un centinaio di etichette. La Cleopatra, con la sussidiaria Purple Pyramid specializzata in rock progressivo, ha risposto con entusiasmo. Ci siamo trovati subito in perfetta sintonia.
 
Davide
In questo nuovo lavoro non ci sono solo strumentali come nel precedente. Di chi è la bella voce femminile in “The march of the stars”, “Clouds collide”…? Chi sono tutti gli altri ospiti?
 
Armonite
Maria Chiara Montagnari ha interpretato la nostra prima vera canzone “Clouds collide”; in “The March of the Stars” canta una sorta di intro e in “By the Waters of Babylon” è un lontano riempimento. Ha una voce lieve ed espressiva che comunica bellezza, trasparenza, forse ingenuità, ma con l’immediatezza che cercavamo. Tutti gli altri ospiti sono musicisti professionisti che ci hanno regalato un’esecuzione sempre molto centrata. Uno su tutti il bassista Colin Edwin, ex Porcupine Tree.
 
Davide
In qualche traccia di questo lavoro è anche presente una forma più classica e cameristica, come nel pianoforte e violino di “The usual drink” o nelle bonus-tracks con il quartetto d’archi di “A playful day” e con il piano solista di “The fire dancer”, un brano che rievoca molto la musica di Simon Jeffes e che a tratti mi sono sembrate come variazioni al piano dell’apertura di “Firth of Fifth”. Quali sono i compositori classici a cui ti senti più legato, che segui con maggiore interesse o affetto?
 
Armonite
Il mio compositore preferito del ‘900 è Béla Bartók. Lo trovo ritmicamente attuale con un’impronta etnica che mi ha sempre affascinato. Poi il suo erede, Ligeti, di cui apprezzo il fitto contrappunto. Oggi cerco qualcosa di più consonante: i giovani compositori attingono a un minimalismo postmoderno che cuce brandelli musicali tra i più disparati, trovando una sua omogeneità stilistica.
 
Davide
Cosa cerchi soprattutto nella musica come ascoltatore e come compositore e musicista?
 
Armonite
La musicalità in senso lato: mi piace quando i brani scorrono con compattezza compositiva, omogeneità, una linea che possa sempre restituire unità e chiarezza d’intenti. Non è per niente scontato, specialmente nel prog.
 
Davide
Theodore Adorno scrisse che il compito dell’arte nel Novecento era di introdurre caos nell’ordine. Qual è il suo compito oggi secondo voi?
 
Armonite
Interessante! mi chiedo cosa significhi “caos” e “ordine” in musica. Da un lato ci sono gli stilemi della contemporaneità, dall’altro le consonanze e le dissonanze coi loro rapporti di frequenza tra intervalli, quindi con un significato psico-acustico meno culturale e più viscerale. Secondo me, ordine e caos chiamano rispettivamente elementi attesi e disattesi. L’ascoltatore vuol essere confortato in quel che si aspetta e sorpreso in quel che gli suona inaspettato. L’alchimia di elementi attesi e disattesi, in funzione del tipo e della cultura dell’ascoltatore, crea più o meno interesse. 
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Armonite
Ora sto lavorando a un demo di musiche per film, il mio sogno nel cassetto. A settembre andremo in tour per promuovere l’album. E poi mi rimetterò a comporre per il prossimo lavoro degli Armonite. Con qualche sorpresa in più…! 🙂
 
Davide
Grazie e à suivre…
 

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