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Intervista con Before Sunset

6 min read
PAURA DEL FUTURO
 
 
La band piemontese (di Casale Monferrato) presenta in anteprima il video dall’album “Paura Del Futuro” in uscita l’11 maggio 2018 in cd e digitale per InLoopMusic. In piena era digitale i Before Sunset si fanno in quattro con una storia travagliata per poter raccontare le loro impressioni e i loro ricordi. Dopo un disco embrionale intitolato “Tufo” che ha permesso alla band di fare tanta, tanta gavetta (tra cui aperture interessanti e partecipazioni ai contest, con buoni risultati compresa una medaglia d’argento) trovano la loro vocazione e iniziano ad attirare pubblico. Volersi bene, saltare, gridare e bere tantissimo sono le loro prerogative, dopo nel tempo libero suonano e si divertono pure. Da quattro anni portano in giro le loro storie, e sono storie da una provincia contadina, un bajou della Louisiana da cui rischi di non tornare vivo, anzi di sicuro non sarai la stessa persona, come quando da bambino tornavi dai pomeriggi di gioco rigorosamente prima del tramonto, perché la notte era solo per i grandi. Formazione: Alessandro Furio Demaria: chitarra e voce. Matteo Carenzo: basso e voce. Luca Civitillo:chitarra. Luca Ansaldi: batteria e voce 
Intervista
 
Davide
Ciao. Come nasce una band come la vostra in quel di Casale Monferrato e con quali obiettivi?
 
Before Sunset
Come più o meno tutte le band nasciamo con l’urgenza di raccontare delle storie e di fare casino. Prima eravamo un power trio, e con Furio al basso e alla voce abbiamo pubblicato un disco embrionale intitolato TUFO. Invece ora siamo in quattro da più di un anno, con l’entrata di Matteo al basso. Portiamo in giro i nostri contenuti con grande entusiasmo e cerchiamo sempre di farci riconoscere, di rimanere impressi.
Pensiamo che la dimensione live sia fondamentale in questo momento storico.
 
Davide
Il nome che vi siete dati è un omaggio alla trilogia di Linklater, un racconto che avanza insieme al tempo in una coincidenza tra reale e finzionale in cui i mutamenti fisici degli attori sono anche quelli dei personaggi. Qualcosa insomma con a che fare l’inesorabilità del tempo che passa. O cosa?
 
Before Sunset
In realtà il film di Linklater non c’entra nulla con il nostro nome. Ci chiamiamo così un po’ perché dalla nostra vecchia sala prove si vedevano tramonti bellissimi, un po’ perché sentiamo parecchio il distacco che ci sta portando verso l’età adulta. Ci viene in mente il fatto che da bambini si dovesse tornare a casa prima del tramonto perché dopo stavano in giro solo i grandi. Ora che siamo grandi anche noi ci piace molto di più stare in giro dopo il tramonto, capitano le cose più strane.
 
Davide
Dopo l’esordio con “Tufo”, “Paura del futuro”. Cosa comincia, continua o finisce tra uno e l’altro?
 
Before Sunset
TUFO resterà sempre il nostro esordio. Sono una serie di racconti molto giovanili che si disperdono nel territorio. Paura del futuro invece è, appunto, un distacco, un punto di svolta verso la temuta età adulta, abbiamo preso determinate tematiche che prima erano per noi molto più intime e le abbiamo elevate, è come se dalla nostra finestra avessimo usato un binocolo per guardare oltre al cortile.
Senza considerare l’impegno e il tipo di produzione che sono stati completamente diversi e decisamente maggiori rispetto al lavoro precedente.
 
Davide
Come sono nate le canzoni di “Paura del futuro”, intorno a quali temi a voi più urgenti?
 
Before Sunset
Chiaramente la paura, i dubbi e le perplessità. La responsabilizzazione forse, l’idea che di fatto la società tende a considerarti un adulto ma, parafrasando una delle nostre band preferite, “noi non ci siamo mai vestiti da adulti”. C’è l’idea che la vita sia una guerra continua, ma alla fine basta combatterla con la compagnia giusta e la giusta dose di leggerezza.
 
Davide
Perché una ruota panoramica in copertina forse in un luna park? Volevate dire qualcosa intorno  a quelle luci, a quei colori, a quei giochi e a tutta la fascinazione che si sentiva davanti a tutto questo quando si era bambini (un po’ come quando cantate “la vita è ingiusta, come i playmobil fino ai quattro anni… ma a me piacciono ancora”)? Quindi alla “compartizione stagna” a cui siamo socialmente tenuti secondo le nostre età? O a qualcosa come il girare in tondo in una giostra?
 
Before Sunset
In realtà la foto l’abbiamo scattata prima di sapere quale sarebbe stato il titolo del disco in maniera definitiva. Eravamo a un concerto tutti assieme e ci piaceva. Poi vedendo come i brani prendevano forma e come andavano gli arrangiamenti, una volta che abbiamo scelto il titolo del disco ci sembrava davvero adatta a descrivere ciò che sentivamo.
 
Davide
“1985”, una citazione dal film “Ritorno al Futuro”, primo della trilogia di Zemeckis. Perché?
 
Before Sunset
È il finale che ognuno sogna per la propria battaglia. Un momento alternativo a quello che si sta vivendo, secondo noi era il discorso perfetto per chiudere il disco assieme all’ultima canzone.
 
Davide
L’ultimo compito che è rimasto ai gruppi rock oggi, è quello di raccontare cose scomode, perché ormai il rock’n’roll da tempo non è più rivoluzionario. Cos’è per voi il rock oggi e quale compito gli affidate in una Italia del 2018?
 
Before Sunset
Come già detto sicuramente la dimensione live è fondamentale, il rock oggi deve più che mai raccontare, esprimere contenuti, non per forza scomodi, anche se chi si mette a scrivere e raccontare si mette a nudo, quindi è egli stesso in una posizione scomoda, così come chi ascolta davvero, ben inteso. Tutto ciò è però insensato se non lo si affianca alla dimensione live, il concerto dal vivo resta l’unico vero momento in cui le persone si aggregano per ascoltare, cantare, saltare, baciarsi, fumare, bere. Insomma ognuno fa un po’ quello che gli pare, ma come diciamo sempre noi la musica è aggregazione, l’aggregazione  è umanità e l’umanità è bellezza.
A parte quando ti prendono a gomitate però, lì l’umanità fa schifo.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Before Sunset
Sicuramente un bel po’ di concerti, abbiamo qualche ora di studio da sfogare e trasformare in sudore. Poi, come in ogni cosa, si vedrà.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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