KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Tremante – Massimiliano Citta

4 min read
Castelvecchi editore
pp192 – Euro 18,50 
 
La vicenda s’apre col grottesco ritrovamento di un cadavere, ma non ne fa una storia noir. Il romanzo è, invece, un viaggio sospeso sul filo del sogno, un andare a ritroso attraverso le memorie sparse di chi ha incontrato, anche per poco, quel ragazzo ritrovato senza vita in una misera camera come ce ne sono tante, in una periferia di provincia, comune a troppe. È un viaggio, dunque, frammentato e frammentario dell’esistenza di un giovane fuori dagli schemi, ancorato al margine della vita, il margine che s’è scelto di coccolare. Per un’insana convinzione il protagonista, Tommaso Tremante, un musicista di talento, rifiuta contratti milionari e occasioni di successo. Rifiuta di registrare le sue canzoni, che molti dei fan al seguito appuntano nella maniera più bizzarra per preservarle all’oblio. Forse Tommaso ha troppa paura di incidere per non rimanere un semplice solco, e nulla più. In ogni modo si ostina a dire no. E lo fa alla sua maniera. Cantando, fino a quando, una condizione di estrema povertà non porta alla luce la solitudine nella quale s’è lasciato soffocare. L’inchiesta giornalistica condotta in maniera pedante e banale dal solito cronista di provincia, di una provincia immaginaria nel romanzo, ma troppo simile e vicina a tante, cerca di ricostruirne i pezzi, cucendo qua e là, dove possibile, attraverso la voce di chi lo ha incontrato, anche per una sola notte. E quel modesto cronista alla fine non fa altro che scovare un’ennesima storia d’amore, o forse più d’una. A scorgere bene.
 
Leggiamo qualche passo del romanzo, partendo dall’incipit.
 
Preludio
Inchiesta sulla morte di Tommaso Tremante
IL COLLETTINO – QUOTIDIANO LOCALE
Ritrovato il cadavere di un giovane morto in circostanze misteriose 28 novembre. A Montepicozzo giunge l’inverno e s’insinua dentro le case con un sibilo sinistro che ci porta a ricordare quanto siano cambiati i tempi. La nostra cittadina, che fino pochi anni fa manteneva con orgoglio la nomina di un posto perfetto, tranquillo, allegro e gioviale, invidiato dalle realtà del circondario e meta preferita di numerose famiglie dell’intera nazione negli ultimi tempi sta diventando, purtroppo, teatro di tragici fatti. Le pagine di cronaca del nostro quotidiano riempite con pertinenza da notizie culturali figlie della nostra fervente realtà, un tempo addolcite dalle vicende di cronache rosa che allietavano le nostre operose massaie, altre volte intente a esaltare le gesta sportive delle numerose squadre locali, si ritrovano, in quest’inverno che grigio cala sulle nostre vite, a dover riportare colonne su colonne di cronaca nera che infestano dolorosamente giorni senza requie. Qualcuno direbbe che è un segno dei tempi, se così fosse vorremmo in qualche modo cambiarlo, ma nonostante le nostre umane intenzioni ci vediamo costretti, quali umili cronisti, a riportare un’altra notizia luttuosa che ha colpito un abitante di quella che un tempo veniva definita una tranquilla cittadina di provincia. Ieri mattina, intorno alle undici e trenta, nella parte ovest di Montepicozzo è stato rinvenuto il cadavere di un giovane. Il ritrovamento è avvenuto all’interno di un modesto residence di periferia, costruito nel secondo dopoguerra a margine del vecchio ponte ormai dismesso. I dati forniti dalla locale stazione dei carabinieri ci dicono che il corpo esanime, ritrovato nell’appartamento al secondo piano di una schiera di costruzioni sature di miseria e squallore (spesso teatro di vicende al limite della comune decenza, che numerose volte siamo stati purtroppo costretti a raccontarvi da queste colonne), è quello di tale Tommaso Tremante. Carnagione chiara, ventiquattro anni. Così, seccamente, recita il comunicato diramato dalla locale stazione dei carabinieri. L’ora del decesso del Tremante, secondo le prime indiscrezioni trapelate in seno al nucleo investigativo guidato dal maresciallo Chiavetti, risalirebbe alla notte tra il 23 e il 24. Se queste informazioni saranno confermate – che il giovane è rimasto per ben tre giorni cadavere, disteso su di un modesto letto, senza che nessuno si sia interessato alla sua sorte – constateremo tristemente d’esser stati ancora testimoni di un’altra vittima figlia della solitudine e dell’emarginazione, piaghe che sempre più dolorosamente si stanno insinuando tra le maglie della nostra società. (Attanzio Speriti).
 
Massimiliano Citta (Cefalù, 1977). Cresce artisticamente nel gruppo Kiroy, accolita palermitana di scrittori, pittori e musici. Nel 2003 partecipa al Sulmona Festival, Memorial Augusto Daolio, con la band DorianGray. Nel 2004 pubblica, per CUT-UP Edizioni di La Spezia, il primo racconto lungo Delirio di un Assassino, inserito nella raccolta Lost Highway Motel. Alla fine del 2004, entra a far parte come voce solista della blues Band The freely chip’s band con la quale gira la Sicilia fino al 2007. Nel 2009 una piccola casa editrice salentina – Lupoeditore – pubblica il suo primo romanzo, Keep Yourself Alive. Nel 2017 esce la raccolta di racconti Rumori, edita da Bookabook. Tremante, edito da Castelvecchi, è la sua ultima opera.

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