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Poesie – Marisa Mancinotti

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LietoColle, 2011
 
Negli anni la LietoColle ci haabituato alle incursioni, che s’immaginano senza riscontri di tipo commerciale,nella poesia alta e altra, d’oltralpe e d’oltreoceano, oltre che in quella italicadi pregio.
Con traduzioni impeccabili edesegesi critica adeguata, è stato possibile aprire i confini della poesianazionale, confini talora un po’ asfittici, alla conoscenza di molte vocipoetiche straniere. All’editore e ai collaboratori che disegnano di volta involta il progetto, che include spesso la presenza fisica dell’autoredall’Africa, dalla Corea per ricordare le performances più recenti, rendiamomerito.
E poi, a guardare il catalogo, nonmanca quasi nessuna delle personalità poetiche nazionali.
Pertanto, il pregio di simili percorsieditoriali fanno della LietoColle un punto di riferimento riconosciuto per lapoesia nel nostro Paese.
Questa volta mi sembra che laselezione sia ancora più interessante. La scelta è caduta su una poetabellissima di aspetto e di scarsa istruzione, che ha riversato nei testi il suopercorso vitale, la sua anima semplice ma attenta e sensibile a qualsiasispunto si offra all’osservazione. La maniera espressiva è tanto diretta daessere inusuale e sorprendente: non ci siamo abituati. Non siamo soliti allalettura di una poesia così immediata.
La proposta poetica, difatti, comeleggiamo nella postfazione, è collegata all’oralità, riportata poi sulla paginaanche con i nativi lemmi dialettali, senza lavoro di accomodamento.
Per questo vorrei definirla poesianuda.
La raccolta, invero, sembra fornireuna risposta inequivoca a coloro che, a tempo perso, si domandano se la poesianasca come una forza del cuore, a prescindere dalle basi culturali, chedovrebbero fungere da filtro alla materia caotica dell’intuizione edell’emozione.
Un quesito che Croce non si sarebbemai posto, quando mise in relazione la scrittura poetica con l’impetodell’ispirazione e condannando come impoetico la rielaborazione della ragione,definendola sovrastruttura.
Nella silloge, si trova poesia nudaproprio perché non si ravvisa una mediazione tra il mondo concreto delle strade,dei luoghi, degli esseri viventi, del sentimento, della passione e una qualsiasifurbizia metrico-prosodico-lessicale. L’autrice non ne possiede i mezzi e cioffre la sua parola netta e pulita, che nasce dall’esperienza quotidianadirettamente in versi.
L’osservazione del mondo intorno nonpassa indifferente su di lei e ogni percezione significativa finisce nellafrase precisa con la quale ha sentito se stessa modificarsi di fronteall’accadere. Le parole della poesia, alla fine, sono le stesse con le quali hadefinito gli impulsi del cuore, tanto che vi confluiscono, come si diceva,termini gergali o dialettali in una frequente commistione con la linguanazionale.
Non so se i testi della Mancinotti avrebberoguadagnato in perfezione stilistica, con un maggiore lavoro sulla parola,perché il ritmo, la scansione del verso in lei sono innati, ma voglio esprimereun pensiero che di solito non è ammesso in nota critica: mi sono emozionata.
Si avverte la sintonia tral’autrice, le creature che la attorniano, i sentimenti, persino i sampietriniche portano i suoi passi nei vicoli di Trastevere.
isolata creatura/ nel mondo incui vivi/le pene che hai nel cuore/ soffrire fanno anche me/ guardandotinegli occhi/ morire mi sento ahimè.
Del suo breve universo non mancanulla, anche perché la raccolta antologica contiene un numero generoso di testi.È il diario di una vita, che sa esprimere i giorni che trascorrono in poesia:un’esistenza sorretta da ideali semplici ( il lusso e la ricchezza/ non èvita/ godere ognuno deve del suo avere/ e d’amore e d’onestà/ si sente erede),ma perseguiti con tenacia.
Il suo discorso poetico coincide conil suo punto di vista, come accade per qualsiasi poeta senza definizioni che raffiguraciò che vede da un’angolatura non convenzionale, che qui troviamo, ripeto, allostato nativo.
E per questa ragione i testi dellaMancinotti non somigliano a molta parte della poesia esplicita e discorsiva checi gira attorno, elaborata comunemente al pari delle altre linee espressive.
Merita una nota di apprezzamento anchela postfazione e la nota biografica, curate con larghezza di argomentazioni daGabriella Sica, che ha eseguito la trascrizione dei testi antologizzati e hatracciato il nodo poetico dall’anima genuina e popolare della Mancinotti.
I due articoli finali e l’ampiascelta dei testi permettono di tracciare un quadro limpido e ampiodell’autrice, indicando criticamente il dato artistico, ma anche quellopersonale sostenuto anche questo da sentimenti di giustizia, uguaglianza,partecipazione al dolore degli altri e affetti familiari duraturi.

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