Prosegue senza sosta il successo del nuovo lavoro in studio del polistrumentista Paolo Baltaro dal titolo The Day After The Night Before. Dopo i buoni riscontri raccolti dai singoli Bike e Goodnight, è stato diffuso dalla Banksville Records, label produttrice del disco, il video del nuovo singolo Do It Again in versione elettrica, nel disco è infatti presente anche una versione acustica. Il brano è ovviamente disponibile in tutte le piattaforme digitali, mentre il video è visibile su Youtube al seguente link:
Tutto l’album The Day After The Night Before è disponibile in versione digitale e sul sito www.paolobaltaro.com è possibile acquistare a prezzo speciale l’edizione CD+Vinile da collezione.
Bio
Intervista
Davide
Ciao Paolo. Hai una lunga storia di collaborazioni musicali le più disparate, alcune a me già note (come Taken to the Bottle, Arcansiel, Sorella Maldestra e Roulette Cinese). Quale momento solista, artistico e più personale, “The day after the night before” fotografa del tuo lungo impegno nella musica?
Paolo
Direi di no, fotografa i miei ultimi tre anni, più o meno, con il linguaggio già sperimentato in Low Fare Flight to the Earth, sicuramente arricchito di nuovi elementi, ma dire sia una foto che riassuma il mio impegno di musicista è francamente un po’ troppo.
Davide
“The day after the night before” è un modo di fare nel titolo un punto rispetto ai Beatles (“The night before” fu una loro canzone da Help)? E perché il sottotitolo “colonne sonore per film immaginari”?
Paolo
A dire il vero i Beatles non c’entrano… nonostante il mio sconfinato amore per loro. È una frase fatta, che esprime il mattino dopo una sbornia, metafora che rappresenta bene il senso di questo disco. Il sottotitolo traccia la linea chiave per interpretare l’album: una raccolta di brani uniti non per eccessiva analogia ma per il fatto che rappresentano colonne sonore di film immaginari, raccolti insieme. Nel senso: dopo la sbornia ti fai i tuoi film. Questo è il viaggio.
Davide
Nei brani di “The day after the night before” si ascolta un generale e diffuso tributo al British Sound, da Sid Barrett (con la cover di Bike) agli XTC del periodo Nonsuch –ma c’è anche una citazione evidente a Jimi Handrix-. Ricordo un’intervista a Bennato a proposito di Bowie a Bagnoli… un Bowie dal rock elegante e raffinato, come in Italia non siamo ancora riusciti a fare: non sappiamo ancora fare musica colta senza che sia pedante, raffinata ma al tempo stesso coinvolgente. Dopo 40 anni non abbiamo saputo ancora raccogliere le indicazioni del rock inglese e americano. Così Bennato. Tu cosa ne pensi?
Paolo
Non è che io sia molto d’accordo: Mina, la PFM, Battisti, Dalla, gli Area, i Bluvertigo, i Subsonica, Stefano Bollani, Ilona Staller e molti altri, sono, nei rispettivi ambiti, molto raffinati, secondo me, e per nulla pedanti, ci metterei anche i miei S.A.D.O., se posso, e anche Bennato stesso ci metterei! Burattino senza fili è fighissimo e per me è un disco molto colto, raffinato e coinvolgente… Molta buona musica italiana è colta, dal mio punto di vista. Io intendo “musica colta” nell’accezione di musica fatta da persone con la cultura necessaria a produrre la propria bellezza che inevitabilmente comunica quella cultura. Ma è una definizione che, usata in contesti diversi, assume significati diversi, generando confusione (si pensi alla definizione che se ne dà in conservatorio, per esempio) e francamente non capisco bene Bennato dove si stia ponendo nel discorso. Se parla di “Rock colto” è ovvio, il Rock non è italiano, e lui stesso (che dice di farlo) in realtà non fa Rock, fa il suo genere, simile al rock, italiano, con influenze rock ma anche country, ma anche Giuseppe Verdi, e, secondo me, è gran musica colta, e lo evinco dalla profondità di certa sua poetica, poesia è cultura e Bennato è poeta, secondo me è una sorta di Dylan! Non è forse musica colta Dylan?
Davide
Hai vinto in passato anche dei premi. Con il gruppo dei S.A.D.O., acronimo di Società Anonima Decostruzionismi Organici, sei stato insignito nel 2008 dei premi “Demetrio Stratos” e “Premio Darwin per Musiche Non Convenzionali”. Cosa è per te “non convenzionale” e come lo pensi e lo cerchi facendo musica?
Paolo
Trasgredire è sexy. Per me lo è, è Punk, mi diverto un sacco. L’antitesi del politically correct. Non che io deplori la convenzione a priori, tutt’altro.
La convenzione è necessaria per la comprensione, il linguaggio è la prima delle convenzioni. Nel “non convenzionale” secondo me il gioco è cercare di rendere delle “non-convenzioni” comprensibili, confidando nella similitudine con le convenzioni da cui esse derivano. Uno sballo, insomma. Lo scopo di ciò è scovare nuovi punti di vista, utilizzando la propria sacrosanta libertà a propria discrezione, uso e consumo, senza impedimenti intellettuali o morali di alcun tipo. Anche un brano di liscio romagnolo può essere non convenzionale, se ben contestualizzato, e senza torcergli una virgola.
Davide
Ma torniamo al tuo disco. La scelta dell’edizione vinile + cd mi ha consentito di fare un esperimento interessante: girando entrambi e commutando il selettore delle sorgenti, quello di confrontare immediatamente il suono del cd con quello del vinile… Perché questa scelta di offrire insieme entrambe i supporti?
Paolo
Il mastering del CD è lo stesso prodotto per il vinile (generalmente il cd lo si spinge molto di più, modificandone inevitabilmente il suono). L’operazione che hai fatto tu è esattamente quella che io speravo tu facessi. Ed ha senso, perché le sorgenti dei due master sono identiche, quindi un confronto ha senso. Questa cosa generalmente non la puoi fare con altri dischi, acquistati nei due diversi supporti. Un gioco per gli audiofili, insomma.
Davide
Tu sei un polistrumentista e in questo lavoro suoni quasi tutto da te o c’è anche qualche ospite? Qual è il tuo approccio al polistrumentismo?
Paolo
Ci sono tanti ospiti ma soprattutto tanti amici. Il mio approccio al polistrumentismo risale a quando ero bambino, lo sento naturale e pericoloso, talvolta. Tende a isolarti. Va utilizzato con attenzione.
Davide
Per prendere la vita sul serio, ci vuole ironia? Cos’è per te l’ironia in ciò che fai?
Paolo
Ho scritto un libro l’anno scorso al riguardo, “Gli Ambienti Teorici Multidimensionali: Dissertazioni, Epistole e Letteratume Deviante di Livello Abbastanza Intelligente”. Credo che vi siano pochissime cose serie quanto l’ironia. È parte importante del nostro linguaggio e non va confusa con lo sfottere, è un misunderstanding tipicamente italico.
Davide
Cos’è stata e cosa ancora è la musica per te?
Paolo
Una droga.
Davide
Alla fine del cd c’è una traccia fantasma che parodia Revolution nr. 9 dei Beatles, ma parla di Revolution nr. 14, fourteen (anzi Torteen) e 11, eleven… Perché questo, diciamo, divertissement?
Paolo
È una citazione, un atto d’amore verso il White Album e l’onore di utilizzare la voce della Magica Aidan, per l’ultima volta prima della sua prematura scomparsa. Guardate su Wiki chi è, vale la pena. Lei, non convenzionale, lo è sul serio. (N.d.R. https://it.wikipedia.org/wiki/Magica_Aidan)
Davide
Cosa seguirà?
Paolo
Quest’anno sto lavorando a tante cose, oltre ai concerti live del mio disco, c’è il nuovo disco appena pubblicato con Sound Wall Project nel quale suono la chitarra, prodotto da Andrea Bonizzi con Colin Edwin dei Porcupine Tree al basso. Poi ci sono l’album prossimo con Lica Cecato su Cole Porter, la colonna sonora per l’ultimo film di Ricky Mastro e sto suonando la batteria per il nuovo progetto di Laura Guidi, a Berlino.
Davide
Grazie e à suivre…
Paolo
Merci! Have fun!