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Intervista con Sir Rick Bowman

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I Sir Rick Bowman presentano “A Quiet Life”, il secondo album disponibile dal 10 giugno 2016 in CD e digitale da New Model Label. La band nasce nel 2008, quando l’allora nucleo originale formato da chitarra, basso e batteria inizia a comporre brani in cui da subito emerge la passione della band per la musica inglese, in particolare il britpop. Il gruppo comincia presto ad affacciarsi sui palchi delle province di Prato e Firenze in forma semi-acustica, arruolando progressivamente musicisti (seconda chitarra, piano) in grado di esprimere e dare vita ad un progetto che già dalle prime intenzioni sembra dover acquisire un respiro più ampio. Dopo alcuni EP, le aperture dei concerti per The Niro a Prato nel 2010 e nel 2011, le due partecipazioni al Rock Contest di Controradio, e diverse esperienze live in giro per la Toscana, la band pubblica nel 2013 il primo disco autoprodotto “Shades Of The Queue”dove partendo dal folk rock di matrice britannica, si passa attraverso atmosfere e sonorità alt rock, fondendo l’elettronica col gusto per la melodia del primo britpop. Il disco è stato accompagnato dall’uscita di tre video ufficiali  ed ha ricevuto ottime recensioni da parte di alcune delle principali webzine nazionali. Conclusa l’esperienza del primo album, i Sir Rick Bowman cambiano batterista e si chiudono in studio per dar vita al secondo disco, in cui compaiono nuove influenze ed una maggiore maturità. “A Quiet Life” è un lavoro che ha diverse  anime ed il tema che lo accompagna è l’analisi di ciò che si attraversa intorno ai 30 anni, a metà strada tra l’età adulta e la giovinezza, l’inevitabile passaggio alla “vita tranquilla”, più o meno inquadrata, tanto rassicurante quanto – talvolta – standardizzata, un momento vissuto in maniera consapevole che viene raccontato non tanto per esaltarlo quanto per esorcizzarlo e trovare una strada differente, in cui possa esistere anche un diverso stile di vita. Il tutto, con un tocco di autoironia e humour, anche questo come la musica, di ispirazione britannica. Il disco è stato registrato a metà tra l’El Sop Recording Studio (Sesto Fiorentino – FI) e The Carlos Room (Prato), mixato e masterizzato da Leo Magnolfi e la band sempre presso l’El Sop Recording Studio e d è stato pubblicato e distribuito da New Model Label da Giugno 2016.
 
La Band:
Riccardo Caliandro – voce, chitarra / Andrea Fabio Fattori – chitarra / Francesco Battaglia – basso, cori / Giacomo Di Filippo – tastiere, cori / Emanuele Pagliai – batteria
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Sir Rick Bowman mi ha fatto pensare a David Bowman in “2001 Odissea nello Spazio”. Ma Rick Bowman chi è? Perché Sir Rick Bowman?
 
Sir Rick Bowman (Riccardo Caliandro)
Ciao Davide. Il nome della band viene da lontano, e parte dal nome d’arte che Riccardo – il cantante – ha in parte cercato, e in parte si è ritrovato cucito addosso durante le primissime fasi del progetto, quando ancora era solo con la sua chitarra. Hai presente una persona che si distingue per la sua compostezza, cordialità, e per i modi eleganti? Ecco, da lì dei carissimi amici hanno forgiato quel ‘Sir’ che Riccardo si porta ancora dietro. Poi con gli anni siamo diventati 5 piccoli Sir. Per ‘Rick’ non credo ci siano bisogno di spiegazioni… Quando pensi a 2001 Odissea Nello Spazio pensi bene: ‘Bowman’ è un omaggio all’invidiato viaggiatore protagonista di uno dei film preferiti di Riccardo, ed è stato scelto anche perchè Sir Rick McFly sarebbe stato troppo facilmente riconoscibile, non trovi?
 
Davide
Perché amate il Britpop e quel tipo di scena e sonorità?
 
Sir Rick Bowman
Ottima domanda, è un tema caldo, anche all’interno della band. Crediamo sia più giusto dire che qualcuno di noi ‘ha amato’ il britpop, come tanti nella seconda parte degli anni ’90. In termini percentuali è però il 20% della band. Lascio trarre a te le conclusioni sull’influenza reale che il britpop ha sui brani e sul loro sviluppo. Siamo abbastanza convinti che – soprattutto in questo disco – ci sia psichedelia, blues, rock’n’roll, folk, elettronica; forse il gusto per la melodia che a volte frettolosamente si etichetta come britpop fa da collante di base – non si rinnegano gli ascolti anglosassoni di una vita. Ma ti confermiamo che più ascoltiamo il disco e più siamo convinti che chi parla di britpop non abbia voglia di scavare, nemmeno troppo a fondo, e che si fermi sulla superficie di ‘A Quiet Life’.

Davide
Differenze e continuità rispetto all’esordio di Shades of the Queue?
 
Sir Rick Bowman
Rispetto a ‘Shades Of The Queue’, il lavoro di sviluppo dei brani che compongono ‘A Quiet Life’ ha seguito un processo diverso, passando stavolta attraverso le 10 mani e le tante influenze della band. Quindi ogni brano, a partire dalla forma grezza chitarra+voce, è stato sviluppato ed arrangiato coralmente e stravolto più volte fino al compimento. Non sappiamo dire con certezza cosa rappresenti un segno di continuità col primo disco, anche se tra le righe credo si possa sentire una certa cifra stilistica personale. Sicuramente lavoriamo in quella direzione.

Davide
Il tema di queste canzoni sono dunque i 30 anni nell’età di un uomo o, in qualche modo, la fine della giovinezza? Sentite che sta capitando a voi? Cos’è giovinezza? Cosa non giovinezza dal punto di vista “A quiet life”?
 
Sir Rick Bowman
‘A Quiet Life’ ha diverse sfaccettature a seconda dei punti di vista: può rappresentare un obiettivo, qualcosa di inevitabile verso cui tutti tendiamo, o addirittura un incubo. Attraverso lo sviluppo del disco, le diverse possibilità emergono nei testi, lasciando però sempre una certa ambiguità e libertà di interpretazione. Non abbiamo fatto altro che descrivere la situazione in cui più o meno si trovano al giorno d’oggi la band, tanti nostri amici, azzardiamo – una generazione intera: qualcuno di noi è intorno ai 30 anni, e all’orizzonte vede quella spirale dell’inquadramento – postposto sempre al domani e poi improvvisamente piombato addosso – ed è pronto ad affrontarlo con la giusta dose di consapevolezza. Non per tutti l’orizzonte ha lo stesso colore, ovviamente.

Davide
La grafica in copertina rimanda a quella vintage anni ’50, forse a una “quiet life” tra sicure pareti domestiche (più sicure forse allora, in quel decennio suddetto, che non oggi). Chi è l’autore e cosa rappresenta?
 
Sir Rick Bowman
Per questa domanda crediamo che l’ideale sia far rispondere direttamente l’autore, Lorenzo Davitti, che abbiamo scelto con cura e che ha colto benissimo la dicotomia nel concetto di ‘A Quiet Life’.
“Ho pensato alla mia casa, a come fu costruirla pezzo per pezzo, un mobile dopo l’altro. Era come costruirsi una tana, e questi piccoli oggetti quotidiani che non hanno importanza, diventano dei trofei. Ho disegnato delle forme, decostruendo alcuni di questi oggetti, ma volevo che restassero abbastanza ambigui, così che ognuno potesse interpretare la composizione come meglio crede.
E sì, i colori tendenti al pastello, gialli, arancioni e celesti provengono da quelle pubblicità anni 50, così rassicuranti e allo stesso tempo vagamente inquietanti. Quasi tutto l’artwork è basato sulla dualità e sui contrasti: geometrie ripetitive e imperfezioni date da tecniche analogiche (acquerelli e stampa tradizionale da blocchi di linoleum intagliati): questa contraddizione è per me insita nella ricerca di una vita tranquilla, ma che non si arrenda alla prevedibilità e alla noia.”
 
Davide
Quali vecchie e quali nuove influenze attraversano le vostre idee musicali?
 
Sir Rick Bowman
Ci piacciono molte cose. Molte cose se facciamo la somma di tutte le cose che piacciono ad ognuno di noi. Se ci prendiamo singolarmente non credo troveremmo molto da cui attingere nelle proposte musicali degli ultimi anni. Siamo sinceri: da quanto non sentiamo qualcosa di davvero sconvolgente? L’aspetto singolare è che ognuno di noi ha un punto di contatto con un altro membro della band, ma forse non c’è continuità tra i gusti di tutti. Questo permette alle canzoni di non prendere una piega predefinita; dovremmo fare un bel grafico ed incrociare i dati… ma non sarebbe divertente. Se vuoi ti posso dare un po’ di nomi di band influenti per ognuno di noi: Radiohead, Arctic Monkeys, Pink Floyd, Arcade Fire, Led Zeppelin, Bon Jovi, Biffy Clyro, The Verve, Fleet Foxes.. . Non so se si sentono tutte nei brani.
 
Davide
Qual è il compito o il senso della musica nella società di oggi secondo Sir Rick Bowman?
 
Sir Rick Bowman
Conosciamo da vicino un’eccellente cantautrice trentenne che è stata definita ‘scomoda’, e quindi presumibilmente non adatta al pubblico di oggi, soltanto perchè pensante. È importante sottolineare che non c’è mai un singolo riferimento politico nei suoi testi: quindi l’aggettivo ‘scomoda’ assume una valenza ben più grave. Forse la musica, come sta progressivamente avvenendo a più aspetti della nostra vita, non ha più nè un compito nè un senso, se non quello di tornare alla ricerca di essi.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Sir Rick Bowman
Ci auguriamo che ‘A Quiet Life’ incuriosisca e faccia riflettere l’ascoltatore. A noi non piace fare dischi così, tanto per fare. È vero che ci divertiamo a restare in equilibrio tra la profondità e l’easy-listening, ma chi pensa che manchi la prima non ha capito niente. Allo stesso tempo l’obiettivo primario è scrivere belle canzoni, per (quasi) tutti. Poi magari il prossimo disco sarà completamente diverso. Chissà.
 
Davide
Grazie e à suivre.

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