KULT Underground

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Intervista con Luca Burgio

9 min read
Vizi peccati e debolezze
 
 
Notturno e “maudit”, l’album di debutto di Luca Burgio nasce tra la Sicilia e la Spagna, per lo più a Madrid, dove il cantautore si trasferisce non appena terminati gli studi, trascorre la sua vita lavorando e vivendo la notte, dietro e davanti il bancone di un bar o in jam con altri amici musicisti, assorbendo l’aria internazionale della movida madrileña. “Vizi, Peccati e Debolezze” è un disco in cui si respirano atmosfere gipsy jazz con chitarre manouche, fiati mariachi e fisarmoniche impazzite, il folk siciliano e poi ancora i vapori dell’alcool ed il fumo delle sigarette che, sfidando ogni divieto, si accendono nei bar quando le porte sono chiuse e si apre un mondo parallelo, sconosciuto o evitato da chi vive di giorno.
Anche i testi, diretti ed espliciti, sembrano nascere proprio in quelle tarde ore della notte, dove il concetto di normalità è quanto mai elastico, quello di moralità è invece giusto una battuta, riservata al giorno successivo.
Nelle canzoni convivono diversi riferimenti sonori, lo swing che accompagnava le serate americane durante il proibizionismo, il Gatsby di Fitzgerald ma anche quello cinematografico diretto da Baz Luhrmann, il jazz dei club parigini frequentati da poeti e pittori, un mondo riassunto nel nome scelto per la sua band di supporto, la “Maison Pigalle”, che ha in cura gli arrangiamenti, ma anche l’America dis-integrata di Charles Bukowski, la Russia clandestina di Vysostky o la Milano notturna raccontata da Vinicio Capossela.
Luca Burgio non si pone limiti ed il suo linguaggio è davvero universale, quello dei romantici, i sognatori squattrinati in preda alle emozioni, poeti prosciuga bottiglie e amanti senza freni in balia dei propri istinti, che, spesso non hanno una patria o forse ne hanno più di una o semplicemente, l’hanno dimenticata durante la loro strada…
Si tratta però di storie vere, viste o vissute, in prima persona, solo romanzate il giusto per ricoprire di poesia le vite di tutti i personaggi incontrati e raccontati.
Luca Burgio è nato ad Agrigento nel 1985, nell’attesa di partire, vive a Palermo fra concerti e lavori saltuari svolti tra notte e giorno.
Tracklist: 1. 75 cl di brindisi / 2. Satan’s speech / 3. La rondine e l’inverno / 4. Il sordo / 5 La sindrome di Dorian Gray / 6. La cicala e la formica / 7. Un bicchiere fra di noi / 8. Un fegato in più / 9. Buscavidas
 
La Maison Pigalle:
Andrea Scimè – contrabbasso / Armando Fiore – percussioni / Marco Macaluso – fisarmonica – Mauro Schembri – mandolino / Ettore Baiamonte – chitarra
Link:
www.newmodellabel.com
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Luca. Qual è la tua formazione musicale e come è nata la tua passione per la musica?
 
Luca
Bhe! Che dire… non ho avuto alcuna formazione accademica, al contrario di tutto il resto della band, la mia formazione musicale deriva principalmente dagli ascolti che scelgo e che mi propongono, sono molto curioso e innamorato delle novità… Non mi sono mai neanche visto come un vero e proprio musicista, direi più come un viveur, di fatti la mia così detta passione per la musica deriva più dall’esigenza di raccontare la vita, unita ad un amore sconsiderato per la poesia, la musica ha il compito di rendere tutto più bello, di impastare le due cose, un po’ come i suoni e i colori della città che ti si impastano nella testa quando non sei ancora del tutto ubriaco.
 
Davide
Ci presenti la Maison Pigalle?
 
Luca
Devo dire che ho avuto fortuna fin dall’inizio con i ragazzi che hanno scelto di arrangiare i miei brani, con loro è subito nato un ottimo rapporto soprattutto sul piano personale, ed il loro amore e la loro passione si sono subito riversati nelle canzoni…
Fatta eccezione per il percussionista, si sono tutti formati al conservatorio V. Bellini di Palermo.
Il primo a cogliere la proposta fu Mauro Schembri, il mandolinista, amico di vecchia data con il quale ho condiviso gioie e dolori fin dai tempi del liceo, laureato in Discipline della musica poi insegnante e musicista di professione… un vero artista, lui mi presentò Marco Macaluso, il fisarmonicista, musicista eclettico e fantasioso di stampo principalmente popolare anche lui professionista nel settore . Con loro definimmo gran parte degli attuali arrangiamenti proponendo lo spettacolo in trio. In seguito si unì la sezione ritmica composta da Armando Fiore, percussionista di  ottimo gusto e di formazione folk tradizionale e Andrea Scimè, lo spirito libero della band anche lui laureato in Discipline della musica. Ed in fine Ettore Baiamonte, chitarrista unitosi a noi per la registrazione del disco e rimasto dei nostri in pianta stabile… un talento mostruoso. Qui mi fermo per non dilungarmi ancora, ma questo è niente di quanto c’è da sapere sulle persone con cui lavoro e che soprattutto vivo nel quotidiano… se ti va di approfondire sei invitato a qualsiasi nostro dopo-concerto, alle volte è addirittura migliore del concerto stesso!
 
Davide
Grazie. Echi di Capossela, Volodia e Django Reinhardt, gipsy folk e gipsy jazz. Quali vecchie e quali nuove influenze attraversano le tue idee musicali?
 
Luca
Sono sempre stato affascinato dalle sonorità cupe in generale, ricche di bassi, calde, dai sapori pesanti un po’ alla Tom Waits, quel sound pieno di consapevolezza, antico, oscuro… ad ogni modo non posso esimermi dal nominare cantautori che più che influenzato mi hanno proprio fatto scuola! Dove un ruolo fondamentale è giocato da De Andrè e, come giustamente dici, da Capossela (ma non quel fresco Capossela che passano alla radio), ma anche Paolo Conte, Piero Ciampi, Federico Salvatore, Bobo Rondelli e Alessandro Mannarino… si mi piace molto lui… prendi tutti questi e avrai un cocktail delle mie influenze, aggiungi un goccio di whiskey ed eccoti “Vizi, Peccati e Debolezze”… Come nuovi ascolti sinceramente mi sto dando un po’ alla world music, ad esempio i Gogol Bordello credo siano geniali! Ma se vuoi sapere dove io e la mia band siamo diretti, credo che nelle nuove canzoni mi affiderò quasi totalmente ai musicisti ai loro gusti e alle loro influenze… ho bisogno di qualcosa di nuovo…
 
Davide
Per rifarci a un vecchio detto, chi odia vizi, peccati e debolezze, odia il genere umano? Cos’hai voluto raccontare nel suo insieme attraverso le nove canzoni di “Vizi, Peccati e Debolezze”?
 
Luca
Il genere umano dici? Odia se stesso! Non me ne vogliano i ben pensanti ma qualunque essere fatto di carne è soggetto a questa triade sublime… puoi resistergli quanto vuoi ma sarà sempre lì ad aspettarti nel fondo di una bottiglia, fra le lacrime di una sconfitta o sul culo della ragazza di un tuo amico, perché siamo umani! E ci piace sbagliare…
Per il resto, credo che basti ascoltare “La sindrome di Dorian Gray” per avere un riassunto di tutto l’album. “Vizi, Peccati e Debolezze” accende un faro sul nostro lato oscuro, io personalmente mi metto a nudo in maniera esplicita affinché chi lo ascolta possa nel suo intimo trovare parte di se insieme ad un po’ di conforto in certi casi, quella voce che ti dice che questa è vita in qualunque modo ti viene servita, e che tutto è esperienza, che l’unica cosa che ci resta in fin dei conti è amarci in tutti i modi possibili e godere del nostro corpo, non tralasciare niente e vivere a pieno tutte le sensazioni, belle e brutte, come spettatori del nostro stesso spettacolo, uno spettacolo dove più saremo partecipi più ci divertiremo… vita… vita vera!
 
Davide
Tra Sicilia e Spagna è esistito un lungo e significativo rapporto; c’è stata anche per lungo tempo una Sicilia spagnola. Quanto di Spagna c’è ancora oggi in Sicilia? E cosa di siciliano c’è in Spagna? Anche musicalmente…
 
Luca
Se mi parli di punti in comune tra Spagna e Sicilia la prima cosa che mi viene in mente è il rumore… entrambi i popoli siamo dei gran casinari! Ci piace brindare, parliamo ad alta voce, ci piace il vino e il buon cibo…e come! per non parlare della lingua! Abbiamo una marea di “dichos” in comune… e a livello linguistico esiste un arcobaleno di parole in uso in Spagna identiche al dialetto siciliano. Ti risparmio il polpettone su tutta l’arte spagnola presente nel territorio siciliano, visto che vesto le vesti del musicista. Mentre per quanto riguarda quanto di siciliano ci sia oggi in Spagna lasciami dire che di siciliano ci sono solo i siciliani che come me sono andati li per amore o per fortuna… che si arrangiano in tutti i modi lavorando notte e giorno solo per respirare aria di novità… disposti a tutto…
 
Davide
Qual è l’ultimo miglior libro che hai letto? Quali autori e letture hanno più influenzato il tuo modo di guardare il mondo e poi di descriverlo attraverso i testi delle tue canzoni?
 
Luca
Devo essere onesto, non leggo molto, per scrivere mi limito a mettere in versi quello che vedo e che vivo, ma di sicuro nella mia poetica hanno preso una forte posizione i racconti cittadini e caotici di Charles Bukowski, ma anche gli affilati romanzi del grande De Sade con altri svariati romanzetti erotici di poco conto… poi Baudelaire, Leopardi, D’annunzio, Manzoni e ovviamente Wilde… ma sempre presi tutti con le pinze…
 
Davide
Non c’è verità più vera di quella a cui l’uomo arriva con la musica, scrisse il poeta Robert Browning. Cos’è per te la musica e qual è, o quale dovrebbe essere, la sua più importante funzione oggi?
 
Luca
Hai detto bene, oggi la musica è il mezzo più veloce per arrivare al cuore delle persone, in realtà lo è sempre stato, ma oggi più che mai ne abbiamo maggiore consapevolezza. Dal mio canto è puro diletto e nel mio caso il suo compito è quello di strapparmi alla realtà o di farmi vivere meglio la realtà che vivo… (strano è la seconda volta in quest’intervista che la paragono a qualcosa di molto familiare in maniera del tutto spontanea)… ma ognuno la usa come vuole… e comunque resta sempre efficace, quindi per lo meno in generale la sua funzione è quella che è sempre stata : arrivare ai cuori della gente, strapparti lacrime o metterti di buon umore, è arte… godiamocela e basta!
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Luca
Una volta nella linea 5 della metro di Madrid  mi capitò di leggere un cartellone pubblicitario che diceva : “un obiettivo senza un progetto è soltanto un sogno”… bene, prima di tornarne in Italia ed intraprendere questo percorso avevo un piano ben preciso, della durata di tre anni, che mi avrebbe visto quest’anno con un album in mano ed un contratto con un’etichetta… per fortuna fino ad ora tutto è andato bene… ho il mio album e la collaborazione con New Model Label, la prossima mossa sarà cercare di suonare il più possibile!
 
Davide
Grazie e à suivre…

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