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Intervista con Simone Gianlorenzi

11 min read
È finalmente disponibile “About Her”, il primo disco solista di Simone Gianlorenzi, noto chitarrista professionista italiano, edito dalla label Marqueta Records. 
 
L’album contiene otto brani strumentali che spaziano tra vari generi musicali senza perdere mai la grinta e la passione del rock. Leggendo i nomi delle tracce, così come ascoltandoli, non è difficile trovare riferimenti più o meno espliciti ai grandi nomi della chitarra e della musica senza perdere di originalità e personalità. C’è il rock tecnico ed energico di Eddie Van Halen, Steve Vai o Joe Satriani, quello più pop di U2 e Tears for Fears, e persino quello più elettronico dei Depeche Mode e di Bjork. Il Reggae malinconico di Bob Marley e il lirismo di David Gilmour fino ad arrivare al noise dei Nine Inch Nails, all’alternative dei Radiohead o dei Muse, alla psichedelia vagamente beatlesiana.  Atmosfere rarefatte, suoni lunghi e spaziosi contrapposti a ritmiche serrate ed energiche. Tutti i brani sono firmati da Gianlorenzi che ha anche curato personalmente tutti gli arrangiamenti, ad eccezione di Bob (Rasta Lights) che vede la partecipazione di Valter Vincenti all’arrangiamento della sezione Reggae/Dub. Preziosa la collaborazione di Fernando Alba come consulente artistico e degli arrangiamenti e di Alessandro Paolinelli come produttore associato e dei musicisti tutti di primo piano della scena musicale italiana: Marco Rovinelli alla batteria, Pino Saracini, Pierpaolo Ranieri e Mario Guarini che si alternano al basso. 
 
Impreziosiscono l’album il missaggio di Fabrizio Simoncioni (57 dischi di platino venduti in tutto il mondo) e il mastering del leggendario ingegnere londinese Kevin Metcalfe (Queen, Depeche Mode, David Bowie, Jeff Beck). Seguirà nei prossimi mesi ulteriori novità. L’ufficio stampa e la promozione del disco sono a cura del Mazzarella Press Office.
 
TRACKLIST
1. Seasons
2. Mr. Edge
3. Viola
4. Nothing’s Gonna Change My World
5. Depeche Mood
6. Rockstarwannabe
7. Bob (Rasta Lights)
8. Selfie With The Alien
 
CREDITS
Pino Saracini (bass)
Marco Rovinelli (drums)
Pierpaolo Ranieri (bass)
Valter Vincenti (reggae bass)
Mario Guarini (bass)
Il mix è stato realizzato da Fabrizio Simoncioni al The Garage Studio (Civitella Val Di Chiana, AR), il mastering da Kevin Metcalfe al Soundmaster Studio (Londra).
Disponibile anche su Amazon
 
Intervista 

Davide
Ciao Simone. Per intanto invito i lettori a leggere la tua storia alla pagina  http://www.simonegianlorenzi.com/storia.php … e che riporto alla fine dell’intervista. Hai una lunga carriera di chitarrista, di didatta e divulgatore del tuo strumento (insegnamento, libri, recensioni, metodi…), ma “About Her” è il tuo primo disco. Perché soltanto ora ti sei sentito pronto per un tuo lavoro discografico? 

Simone
Ciao Davide, bella domanda! mi metti subito in difficoltà… non saprei. Erano dieci anni che l’idea di fare un disco mi frullava per la testa. Il primo brano l’ho composto esattamente dieci anni fa e da li ho iniziato ad appuntare sull’hard disk le varie idee. Avevo una cartella intitolata My CD che di tanto intanto andavo ad aprire e modificare, arricchire, ampliare. Le bozze dei brani, i riff, le melodie hanno girato per casa per tanto tempo, forse troppo, o forse no. In ogni caso una mattina la mia compagna mi ha dato l’ultimatum: un anno per completare il mio primo cd. In dieci mesi sono riuscito a fare diventare brani le bozze che avevo, ho fatto gli arrangiamenti, registrato tutti gli strumenti, le chitarre, ho fatto il missaggio, mastering e stampa oltre che grafica e promozione. Insomma è stato un anno impegnativo ma anche molto formativo. Sono passato mentalmente dallo status di musicista a quello di “artista”, concedimi il termine, e questa cosa mi ha elettrizzato, dato stimoli nuovi e una spinta in avanti incredibile. Sull’euforia di questo slancio sto già progettando il mio futuro di artista senza dimenticare, anzi, continuando a coltivare anche il “passato” da musicista.
 
Davide
Perché “About Her”. Chi è “Lei”?
 
Simone
Il mio effetto preferito in musica, specie sulla chitarra, è il delay. Amo il modo in cui rende unico e magico qualsiasi cosa ci passi dentro, l’ambientazione che crea, il suono largo e spazioso, magico e suggestivo. In italiano delay lo pronunciamo Di Lei che tradotto nuovamente in inglese diventa “About Her”. Insomma si tratta di un gioco di parole con cui ho dedicato la mia musica alle cose che per me nella vita hanno un senso e che, guarda caso, sono tutte al femminile: la mia famiglia, la mia compagna, mia sorella, ma anche la chitarra, la musica, la passione, l’amicizia….
 
Davide
Alcuni titoli rimandano chiaramente a The Edge (Mr. Edge), ai Beatles (Nothing’s gonna change my world), ai Depeche Mode (Depeche Mood) e a Bob Marley (Bob – Rasta Lights). “About Her” è innanzi tutto una serie di omaggi musicali e perché?
 
Simone
La mia indole mi porta ad essere sempre molto rispettoso nei confronto degli altri, ancor di più nei confronti di chi è così importante per me come i nomi che giustamente hai citato. L’idea è stata quella di omaggiare questi grandi artisti dedicando loro la mia musica. Del resto loro mi hanno regalato così tanto, mi sembrava il minimo cercare quanto meno di ringraziarli e l’ho fatto così.
 
Davide
Presentaci gli altri musicisti che hanno suonato in questo tuo lavoro.
 
Simone
Negli anni ho avuto la fortuna di lavorare con tantissimi musicisti bravissimi, professionisti di alto livello tecnico e artistico, averli come amici e colleghi mi ha permesso di poterli avere nei miei brani. Il loro apporto è stato incredibile. Sentire la loro energia, la loro arte, la loro personalità nella mia musica mi continua ad emozionare ogni volta che ascolto l’album. Sono solito fare il contrario, cioè di registrare le chitarre per altri. È stata la prima volta che gli altri hanno registrato per me ed è stato veramente incredibile. Le batteria è stata suonata in tutti i brani da Marco Rovinelli mentre al basso si sono alternati Pier Paolo Ranieri, Mario Guarini e Pino Saracini che suona nella mia band live. Tutti musicisti di primo piano della scena musicale italiana.
 
Davide
Perché hai affidato il mastering proprio al Soundmaster Studio di Londra e a Kevin Metcalfe?
 
Simone
Il suono che ho in testa e nel cuore è quello della musica british, amo il mondo delle band e artisti  brit com U2, Coldplay, Tears For Fears, Depeche Mode, David Bowie, Queen e Kevin Metcalfe ha lavorato con tutti questi nomi, non ci ho pensato due volte quando mi si è presentata la possibilità di poter avere un mastering firmato da Lui e il lavoro che ha fatto è stato da vero fuoriclasse.
 
Davide
Tre cose sono impossibili, disse una volta Anna Freud: insegnare, guarire, governare.  Qual è il tuo metodo di insegnamento della chitarra? Come incoraggi il talento o meno, in che modo stimoli il desiderio di imparare?
 
Simone
Bella domanda. Cerco sempre di non avere un approccio pre stampato, ossia cerco di non utilizzare lo stesso percorso e gli stessi mezzi con tutti. Mi lascio influenzare da chi ho di fronte, amo un approccio creativo nella scelta della strada da percorrere. Alla fine del viaggio la metà è sempre la stessa ma cerco di creare dei percorsi ad hoc per ognuno più che seguire un programma punto dopo punto. Inoltre sono molto incentrato nella performance, nel suono, nell’abilità di sapere suonare. La mia filosofia è quella di sapere tre cose ma saperle usare bene piuttosto che saperne cento e non saperci tirare fuori nulla di buono. Lo stimolo più grande, quello che dopo venticinque anni ancora mi fa prendere in mano lo strumento e farmi sentire bene è il divertimento. Cerco sempre di fare divertire chi ho davanti, imparare divertendosi, suonando, cerco di non riempire la testa di nozioni ma le orecchie di suoni.
 
Davide
Impara tutto sulla musica e sul tuo strumento, poi dimentica tutto sia sulla musica che sullo strumento e suona come ti detta il tuo animo. Sei d’accordo con questa affermazione di Charlie Parker?
 
Simone
Assolutamente si. È una delle tante frasi che leggevo da ragazzo e che non capivo, mi sembravano frasi che si adattavano bene ai geni che le pronunciavano ma non adatte a noi comuni mortali. Con gli anni mi sono molto ricreduto, forse sono maturato, anche come musicista, e piano piano mi sono trovato d’accordo… le cose più belle le ho sempre fatte senza pensarci, lasciando spazio all’anima, al cuore e all’orecchio. Ad esempio nelle produzioni dove sono coinvolto a lavorare tutti gli assolo che mi capita di registrare sono “buona la prima”, è li che do il meglio di me, dalla seconda take in poi inizio a pensarci troppo e si perde di freschezza, di spontaneità. Charlie Parker aveva assolutamente ragione!
 
Davide
Secondo Jean Cocteau un poeta ha sempre troppe parole nel suo vocabolario, un pittore troppi colori sulla sua tavolozza, un musicista troppe note sulla sua tastiera. Qual è la tua giusta misura?
 
Simone
La giusta misura per me è quella che non mi annoia. A me è sempre piaciuto il suono delle band e il lavoro del chitarrista che fa in esse: il lavoro ritmico, l’assolo misurato e centrato con il brano. Troppa musica fine a se stessa mi distrae e alla lunga mi annoia. Ho sempre avuto bisogno di melodia, di respiro, di energia. Non a caso i miei chitarristi preferiti sono quelli che lavorano al servizio della musica e delle canzoni come The Edge, Van Halen, David Gilmour, Roland Orzabal dei Tears for Fears, Brian May, Ritchie Blackmore, Jimmy Page e chissà quanti altri….
 
Davide
Quali sono le tue chitarre e i tuoi amplificatori preferiti?
 
Simone
La mia prima chitarra è stata una Fender Stratocaster del 1991 che ancora posseggo. Sono uno stratocasterista convinto, quel tipo di chitarra è quella più vicina al mio stile e gusto musicale ed anche ergonomico. Da qualche anno suono le chitarre Yamaha Pacifica con cui mi trovo molto bene, sono chitarre con un rapporto qualità prezzo incredibile. Di fatto sono delle super strato, in pratica delle stratocaster con humbucker al ponte, chitarre molto versatili e ben fatte con materiali di qualità, ottime macchine da lavoro. Come amplificatori utilizzo e amo un marchio italiano che si sta facendo strada in tutto il mondo. Il marchio è Mezzabarba (alias Masotti) e la MZero è la testata che ha tutto quello di cui ho bisogno, il suono in primis. Mi permette di avere in ogni occasione un gran suono, sia che si tratti di sonorità vintage che moderne.
 
Davide
Quali sono i chitarristi più interessanti sulla scena italiana e internazionale in questo momento secondo te?
 
Simone
Ci sono tantissimi chitarristi interessanti nel mondo ma anche e soprattutto in Italia! Nella nostra patria c’è molto fermento e un livello che non è secondo a nessuno, insomma anche noi abbiamo da dire la nostra e pare che anche il resto del mondo se ne stia accorgendo. Il livello è altissimo, non solo quello tecnico, ma anche quello artistico che per me è anche più importante.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Simone
Attualmente sto lavorando alla promozione di questo primo album, sto portando in giro con il mio trio un concerto in cui suono tutte le tracce di About her, qualche brano inedito a cui sto lavorando  in previsione di un  secondo album e qualche omaggio ai miei idoli, non solo chitarristi. Live mi accompagnano Pino Saracini al basso e Matteo di Francesco. È in cantiere anche un altro bellissimo progetto a metà tra il rock e l’elettronica più spinta ma è prematuro parlarne, sarà sicuramente una cosa innovativa e di rottura, molto interessante e stimolante.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Simone
Grazie voi per lo spazio che mi avete concesso e buona musica a tutti i vostri lettori.
 
Storia
 
Ciao! Sono Simone Gianlorenzi, chitarrista di Orvieto e vorrei raccontarvi una storia.
Una storia iniziata con un fatto poco piacevole, che però si è rivelato decisivo. Sapete, una di quelle avventure che ti segnano e ti svelano un mondo nuovo e scintillante…Un incidente adolescenziale a cavallo di una moto mi ha aperto una porta. A 17 anni, come per magia, mi sono trovato con una chitarra fra le mani. Ed è stato amore a prima vista.
Da quel momento ho iniziato a percorrere una via inizialmente annebbiata. Le illuminazioni non sono mai accecanti, direi… Ma penso che sin dal primo istante, dentro di me, sapevo che la musica sarebbe stata il sogno da abbracciare e ciò per cui valeva la pena lottare. Così ho iniziato a prendere lezioni di chitarra classica dal maestro argentino Fernando Tavolaro, passando per i preziosi insegnamenti di armonia e solfeggio del maestro e compositore Giuseppe Bruni…
Nel frattempo, però, munito di Stratocaster…, avevo iniziato a buttar giù i primi accordi, seguendo la scia di due chitarristi che mi hanno fatto conoscere e amare la musica: Brian May e The Edge.
E da lì il passo è stato breve… Mi sono inoltrato in una dimensione per me straordinaria, dove ogni giorno facevo nuove incredibili scoperte ed emozionanti incontri musicali…Brian May aveva fatto un disco con un certo Van Halen…Il passaggio da Van Halen a Steve Vai, tramite David Lee Roth, è stato semplice ed entusiasmante…poi Steve Vai era studente di Joe Satriani… poi suonava con Frank Zappa…E poi…E poi.
Terminata la preparazione classica, ho insegnato ai bambini nella stessa scuola dove avevo iniziato ad imparare. La didattica è stata fin dal principio il mio obiettivo principale. Parallelamente, mi sono iscritto al Dams di Bologna…L’indirizzo che ho scelto…beh, musica!
In seguito, ho iniziato ad insegnare in diverse scuole, tra cui l’accademia “Lizard” e la “Scuola di Chitarre” come istruttore di chitarra elettrica hard & heavy.Attualmente insegno privatamente e in varie scuole di musica, giro l’Italia suonando con diverse formazioni, tengo seminari e stage presso scuole e negozi di strumenti musicali, faccio dimostrazioni presso le fiere di settore (Disma e SHG) ma soprattutto sono un attivo collaboratore della rivista “Chitarre” e della casa editrice “Playgame Music”.
Su “Chitarre” mi occupo principalmente di recensioni e articoli, ma anche di trascrizioni e didattica.
Per la “Playgame Music” ho registrato due video didattici, distribuiti in tutta Italia dalla Nuova Carisch.. Appartengono alla serie “Suonare nello stile di…” e con mio grande onore e gioia i due chitarristi di cui ho dovuto “svelare i trucchi” sono stati Richie Blackmore e Eddie Van Halen (il mio preferito!)… Nel corso di questi anni, ho partecipato a numerosi seminari e corsi di perfezionamento all’estero tenuti da chitarristi d’eccezione. Steve Vai, Scott Henderson, Frank Gambale, Brett Garsed, Dave Kilminster, Eric Roche… Da segnalare le importantissime collaborazioni in qualità di assistente, con STEVE VAI e SCOTT HENDERSON, ma anche con altri musicisti italiani come Massimo Varini, Massimo Moriconi, Franco Ventura, Ellade Bandini e Andrea Braido.suonata e vissuta. Una favola, questa che vi ho voluto raccontare. Almeno per me che, pian piano, sto realizzando dei sogni.Chi vive senza sogni vive a metà.
 
Tratto da

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