KULT Underground

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Intervista con Mothell

9 min read
"Our Lips – EP"
dal 18 novembre sui digital store

“Our Lips – EP” non è solo il nostro biglietto da visita in qualità di producer, è anche una dichiarazione d’amore nei confronti di tutto quello che ci piace, sia dal punto di vista artistico/musicale che da quello umano. All’interno di questo lavoro sono presenti diverse influenze e questo è dovuto al fatto che prima di tutto siamo dei grandi ascoltatori. Abbiamo le orecchie allenate e non abbiamo mai chiuso la porta a nessun genere, nemmeno al più estremo. Questa per noi è una gran risorsa, non solo per quanto riguarda l’amore per la musica ma anche per quello che nutriamo per il cinema, la moda e la letteratura degli anni ‘80. Abbiamo cercato di racchiudere questi mondi, di farli coesistere e di rendere il tutto il più attuale possibile. Un ruolo molto importante, in questo senso, lo giocano senz’altro anche i testi: questi, per nostra scelta, sono stati scritti dai cantanti stessi (Talk To Me, Mordecai, Simona Barbieri McKenzie). Per noi era fondamentale che gli artisti in questione si lasciassero trasportare dalle atmosfere da noi create, quindi volevamo testare la compatibilità tra le loro parole e la nostra voglia di comunicare determinate situazioni.
Per quanto ci riguarda il risultato è stato entusiasmante, proprio perché ha perfettamente aderito con gli intenti. in “Our Lips -EP” si parla di storie d’amore vere, inesauribili ma nello stesso tempo complicate per loro stessa natura. Storie che raccontano di situazioni in cui vorremo avere sempre qualcosa da dire ma dove ad un certo punto la realtà dei fatti prende il sopravvento, blocca le parole sul nascere e le lascia morire li, tra le nostre labbra.
 
1.                   Intro
2.                   Reaching you (feat.Talk to Me)
3.                   Dandy girl (feat. Mordecai)
4.                   Human Race (feat. Simona Barbieri McKenzie)
5.                   Burdens (feat. Talk to Me)
 
 

 
Biografia
 
Mothell è un progetto di musica electro/power-pop nato nel 2011 dalla collaborazione tra Edgar (all’anagrafe Andrea Ragusa, classe '85) e Marco Monti (classe '87), entrambi compositori/sound designer attivi da diversi anni in ambito televisivo, web e cinematografico. Dopo aver frequentato gli stessi studi e la stessa accademia senza mai rivolgersi la parola, danno vita a rispettivi progetti solisti.
Entrati in contatto grazie alle pubblicazioni sul web dei loro primi esperimenti artistici, i due si conoscono virtualmente, si scambiano idee e si ripromettono di collaborare al "momento giusto": quel momento arriva un paio d'anni più tardi, nell’autunno del 2011, quando in un piccolo bar di Como decidono di dar vita ai Mothell.
Dopo un primo EP di musica elettronica sperimentale, auto-prodotto e rilasciato in free download nel 2012 (We Fade Together – EP), i Mothell decidono di intraprendere un percorso diverso. Il duo si trova infatti a rispolverare il mood tipico del pop anni ’80 attualizzandolo al contesto musicale contemporaneo. Per riuscire nel loro intento, si avvalgono dell'utilizzo di synth analogici originali di quegli anni e di plug-in digitali di ultima generazione. Dopo aver diffuso un nuovo demo nella primavera del 2013, vengono notati dal produttore italiano Big Fish, il quale decide di farli entrare nel roster della sua etichetta Doner Music e di pubblicare il loro nuovo lavoro “Our Lips – EP”, in uscita a novembre.
L'E.P. è lanciato dal singolo "Reaching You" (feat. Talk To Me"), il cui video realizzato da Nicola Piovesan ricalca perfettamente le atmosfere anni '80 della canzone.
 
 
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Mothell. Cominciamo dal nome che vi siete dati. Cosa vuol dire Mothell, che mi pare essere un cognome tipicamente irlandese, e perché avete scelto questo nome d’arte?
 
Mothell
Ciao Davide. Dunque, in realtà con l’Irlanda ed i suoi cognomi non abbiamo nulla a che vedere. Il nostro nome è ispirato ai motel americani, che sono praticamente dei non-luoghi nei quali è possibile rifugiarsi ma dove di certo risulta difficile sentirsi al sicuro (attualmente ci troviamo a Los Angeles e abbiamo avuto modo di verificare la cosa senza troppe difficoltà…). La scelta di aggiungere due consonanti ci ha permesso di giocare con la parola “hell” (a proposito di luoghi caldi e poco rassicuranti) ed è arrivata quasi per caso. Purtroppo è una storia un po’ lunga da spiegare, basti sapere che riguarda la ricerca di un soggiorno ad Amsterdam e “Highway To Hell” degli AC/DC fischiettata da una terza persona.
 
Davide
Perché il mood del synth-pop anni ’80 e dei suoni analogici o di quel decennio in generale?
 
Mothell
Siamo nati entrambi intorno alla metà esatta di quegli anni e avevamo fratelli e sorelle più grandi che ascoltavano tanta musica e guardavano molti film. Le sonorità di artisti come Depeche Mode, Duran Duran, Ultravox ecc. e film come Tron (naturalmente parliamo dell’originale dell’82) e Blade Runner, hanno accompagnato la nostra infanzia. Crescendo ci siamo innamorati sempre di più della musica e delle altri arti in generale di quel decennio, in quanto l’offerta era davvero enorme (sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo). Noi però abbiamo lavorato ad “Our – Lips –EP” tra il 2012 ed il 2013, di conseguenza ci siamo ritrovati ad omaggiare gli anni ’80 rispettando comunque i tempi moderni.
 
Davide
Siete riusciti a ottenere un suono particolarmente caldo e insieme ricco e nitido, sicuramente frutto di un riuscito lavoro tra suoni analogici e tecnologia digitale. In che modo avete costruito il suono di “Our lips”?
 
Mothell
Effettivamente ci abbiamo impiegato diverso tempo a trovare il nostro sound. Abbiamo arrangiato i nostri brani utilizzando synth analogici come Korg MS-20 e Roland JP-8000, cercando di integrarli nel miglior modo possibile con quello che il mondo del digitale ci mette oggi a disposizione. All’inizio (e come inizio intendiamo più o meno il nostro primo anno di attività) è stata dura, poi però abbiamo trovato una formula che secondo noi era convincente e di conseguenza abbiamo proseguito per quella direzione. In ogni caso, se non avessimo avuto la disponibilità di chi ha lavorato al mix e al master dell’EP, il risultato finale non sarebbe stato di certo lo stesso.
 
Davide
Cosa fa un sound designer ossia “progettista del suono e della comunicazione sonora"?
 
Mothell
Il sound designer ricopre un ruolo particolarmente complesso e nello stesso tempo molto importante. Crea prodotti fondamentali per il mondo della comunicazione attraverso la manipolazione del suono e naturalmente anche della musica. Può realizzare effetti sonori per il cinema così come può produrre paesaggi sonori per videogiochi o jingle pubblicitari per radio e televisione. Tanto per fare un esempio basti pensare ai loghi sonori che le case automobilistiche utilizzano da diversi anni alla fine dei loro spot, oppure a qualunque puntata di qualsiasi serie di cartoni animati, dove naturalmente l’audio è ricostruito interamente da zero.
 
Davide
Com’è avvenuto l’incontro con Big Fish, al secolo Massimiliano Dagani, e quanto ha influito la sua esperienza di disc jockey, produttore e beatmaker sul vostro nuovo lavoro?
 
Mothell
Verso i primi di Luglio abbiamo rilasciato in rete un nuovo brano, si trattava di “Reaching You (feat. Talk To Me)”, ovvero il primo singolo estratto da “Our Lips – EP”. In qualche modo è arrivato all’orecchio di Big Fish , il quale nel giro di un paio d’ore ci ha contatti per proporci di lavorare insieme. La sua incredibile esperienza come produttore e beatmaker è stata a dir poco fondamentale, in quanto ha avuto il coraggio di lasciarci liberi di fare quello che avevamo in mente senza risparmiarsi dal darci preziosi consigli. È un grande appassionato di synth e questo sicuramente ha influito parecchio: l’idea del vocoder in “Intro(n)” è sua, tanto per dirne una.
 
Davide
Parlateci degli ospiti in questo vostro extended play, Mordecai, Talk To Me e della cantautrice Simona Barbieri McKenzie.
 
Mothell
Persone splendide, differenti tra loro ma con lo stesso amore nei confronti della musica. L’unica figura che conoscevamo di persona era Mordecai (Marco Molteni), che è anche il proprietario del “Mordecai Recording Studio”, ovvero lo studio di registrazione nel quale è stata realizzata parte del mix di “Our Lips – EP” (l’altra parte è stata affidata invece al “Noize Studio” di Marco Zangirolami, il quale si è occupato anche del mastering finale). Mordecai, oltre ad essere un grande professionista, è anche un nostro amico. Abbiamo lavorato con lui in diverse occasioni e con ottimi risultati, ecco perché gli abbiamo chiesto di scrivere e cantare il testo di “Dandy Girl”, ovvero il brano più spinto di tutto l’EP.  Simona Barbieri McKenzie, invece, ci è stata suggerita da Fish. Bravissima e molto disponibile, con noi ha collaborato per “Human Race” ma lei può cantare davvero qualsiasi cosa. Difatti basta andare a cercare il suo nome per rendersi conto che la si può trovare all’interno delle più svariate collaborazioni, dal pop più mainstream fino all’EDM più ricercata. I Talk To Me sono invece Andrea Muccioli e Stefania Salvato. Li abbiamo conosciuti in rete e si tratta di un gruppo dream-pop di Ravenna abbastanza seguito nell’underground. Li abbiamo contattati dopo aver ascoltato le loro splendide produzioni e abbiamo capito sin da subito di avere a che fare con dei veri artisti. Noi abbiamo chiesto più che altro la collaborazione di Stefania, in quanto possiede una voce da brividi, perfetta per musiche di stampo emozionale come le nostre. Si è impegnata tanto ed è sempre stata seguita dal suo partner perché questo è il loro modo di lavorare. Dopo la prima collaborazione per “Reaching You”, li abbiamo contattati anche per “Burdens”, la ballata finale di “Our Lips-EP” nella quale hanno cantato entrambi. Siamo stati molto fortunati a lavorare con artisti così validi e non finiremo mai di ringraziarli. Hanno scritto e cantato dei brani entrando in completa sintonia con le nostre musiche e con quello che avevamo in mente di fare. Non era semplice ma loro sono stati eccezionali.
 
Davide
Quali sono i vostri massimi “numi” della musica e del suono?
 
Mothell
La lista potrebbe essere davvero infinita. Facciamo pop elettronico ma ascoltiamo praticamente qualunque cosa: dal black metal all’electro-acustica, dal post-rock alla trance, dal trip-hop all’industrial così come tanta elettronica, ambient, colonne sonore, classica ecc. Ammiriamo davvero moltissimi artisti ma, se proprio dobbiamo nominarne uno, scegliamo i Nine Inch Nails. Tutto quello che Trent Reznor ha fatto e che continua a fare, rappresenta senza dubbio uno dei motivi principali per i quali nelle nostre vite abbiamo deciso di produrre musiche e suoni.
 
Davide
La nostra risposta alla violenza sarà fare musica più intensivamente, in modo più bello, più devoto che mai, disse Leonard Bernstein. Direste lo stesso come risposta alla crisi e al modo in cui vanno le cose, anche musicalmente, in Italia?
 
Mothell
Nel caso specifico dei Mothell è probabile vederla in questo modo, in quanto noi facciamo musica di tipo emozionale e di conseguenza dobbiamo tanto anche al genio di Bernstein. Però dobbiamo ammettere che come ascoltatori veniamo anche da scene come l’hardcore-punk, dove la violenza gioca un ruolo fondamentale, quindi è il caso di prendere tutto con le pinze. Per il resto non andiamo oltre: abbiamo promesso a noi stessi che non avremmo mai parlato di politica e non vogliamo di certo contraddirci già alla prima intervista..
 
Davide
Cos’altro avete in progetto?
 
Mothell
Di sicuro vogliamo far conoscere “Our Lips – EP” a più gente possibile, in quanto crediamo che una sana occasione per emozionarsi spetti di diritto a chiunque. Per il resto vogliamo crescere sia come persone che come professionisti, vogliamo continuare a fare musica e soprattutto vogliamo andare in giro a suonare. Attualmente ci troviamo a Los Angeles, dove stiamo cercando nuove opportunità per il nostro lavoro di compositori/sound designer ma, proprio in questi giorni, stiamo lavorando al nostro primo remix (sempre di casa DONER MUSIC).
Il resto lo vedremo insieme.
 
Davide
Grazie e à suivre.

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