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I figli dell’invasione – John Wyndham

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Arnoldo Mondadori Editore
Anno: 1973
N.Pagine: 212
Formato: 11×18.5
 
Gli extaterrestri erano tra di noi…. 
Nonostante la copertina dall'aspetto «naif» e il sottotitolo un pò ingenuo alla X-Files, questo di Wyndham è sicuramente un capolavoro della letteratura fantascientifica. Il titolo originale inglese (The Midwich Cuckoos) è un riferimento al cuculo (Cuckoo), un uccello che depone le sue uova nel nido di altri uccelli nella speranza che esse vengano accudite come proprie. Ed è proprio questo il nodo centrale del libro. In un tranquillo paesino scozzese, Midwich, gli abitanti cadono tutti contemporaneamente addormentati insieme agli animali. Tutti i tentativi fatti dalla polizia di attraversare il confine della città per portare soccorso sono vani, perchè chiunque varchi l'immaginaria linea di demarcazione cade addormentato (Stephen King nel suo The Dome descrive una situazione molto simile). Il giorno successivo gli abitanti si risvegliano un pò intontiti, ma sani e salvi  e accantonano l'episodio soprannominandolo «il Giorno Saltato». Tuttavia dopo qualche tempo tutte le donne del paese, anche le vergini, scoprono di essere incinte. Da queste gravidanze nascono dei bambini biondi, intelligentissimi e dotati di occhi dorati, che palesemente non condividono il corredo genetico dei genitori (chi ha visto il film del 1995 di John Carpenter «il villaggio dei dannati» non può non ricordare gli inquietanti bambini dagli occhi luminosi). Mentre negli abitanti del villaggio si fa strada l'idea della xenogenesi, ovvero la generazione di prole con caratteri differenti da quelli parentali, cominciano a manifestarsi anche le ulteriori caratteristiche non umane dei bambini ovvero l'interconnessione mentale esistente tra loro, lo sviluppo fisico e mentale precoce e la capacità di esercitare un controllo ipnotico sugli esseri umani, costringendoli ad azioni contro la propria volontà.  
 
Ma quel che risulta più inquietante è l'assoluta assenza di sentimenti nei bambini, ben esemplificata dal discorso di uno di loro:
«Prima o poi tenterete di ucciderci. Quale che sia la nostra condotta, voi vorrete spazzarci via, annientarci. La nostra posizione può essere resa più forte solo se saremo noi a prendere l'iniziativa. […] Non si tratta di odii o di simpatie. Non fanno nessuna differenza. E non si tratta nemmeno di cosa che possa essere risolta attraverso varie discussioni. E' un obbligo biologico. Voi non potete permettervi di non ucciderci, perchè se non lo fate, siete finiti.»
Il senso di minaccia e pericolo pervade tutto il libro e viene ancor più accentuato dallo stile di Wyndham che, invece di creare un'atmosfera cupa e angosciata, tratteggia la vita del villaggio con una scrittura ironica e tranquilla, che è il suo tratto caratterizzante. Nemmeno l'happy end, ad opera del dottor Zellaby, insolito e logorroico salvatore dell'umanità, riesce a dissipare la sottile angoscia che lo scrittore ha saputo creare.
In sintesi, dopo trent'anni è ancora un bellissimo romanzo.
 
John Wyndham nacque a Edgbastor nel 1903. Dopo aver frequentato l'università, abbandonò gli studi nel 1921, dedicandosi a varie attività. Nel 1925 cominciò  scrivere brevi racconti, ma collezionò una serie di rifiuti da parte di varie case editrici. Nel 1934 pubblica The secret people, in cui una tribù di pigmei cattura un gruppo di esploratori costringendoli a vivere in gallerie sotterranee nel Sahara. Ma l'opera più interessante di quegli anni è Stowaway to Mars, in cui emergono pienamente le doti fantastiche dell'autore, nella descrizione della gara tra russi e americani per il predominio di Marte. Dopo aver partecipato alla Seconda Guerra Mondiale, pubblica il grande successo The day of the triffids (Il giorno dei trifidi), da cui viene tratto anche un film. Seguono ulteriori successi fino alla sua morte nella sua casa nell'Hampshire nel 1969.
 
 

 

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