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L’Ammiraglio (terzo classificato sezione PROSA)

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L’ammiraglio
Terzo classificato
 
            “Benvenuto sulla Sirena dell’oceano, ammiraglio.Ho l’onore di accoglierla, sulla nostra nave, a nome del capitano e dell’equipaggio tutto.”
            L’ufficiale si tocca la visiera con due dita, con un gesto dal sapore militaresco, e poi scatta di lato, mostrando con il braccio la passerella d’imbarco. Un attendente è pronto a ricevere i bagagli e il cane dell’ammiraglio.
            “Il cane no!” ringhia il vecchio, stringendo tra le dita nodose il guinzaglio del grosso cane lupo.
            “Andiamo Buck!” sussurra poi, dolcemente, alla bestia, che docile s’incammina.
            “Buon viaggio, signore” gli augura ancora l’ufficiale.
            Sdraiato in cabina, mentre Buck divora i resti del pranzo, l’ammiraglio ascolta i suoni e l’odore del mare. Come ondate tornano a fiotti i ricordi di tutta un’esistenza. Negli occhi la memoria di un orizzonte, sgombro e sconfinato, in tutte le tonalità del blu, dell’azzurro,del turchino,del verde; e, a volte, accenni di rosa e violetto, o nero. Nero, come la paura del mare in tempesta. Una vita di luce brillante, che contemplava le miriadi di possibilità di un diamante puro sotto il sole.
            “Buck?”
            Il cane, ubbidiente, si avvicina a leccare la mano inerte, che pende dal letto.
            “Bravo! Sta qui! Fammi compagnia.”
            L’ammiraglio è stanco; non andrà a cena col comandante, né in sala comandi a sentirlo tuonare: -Avanti tutta!- come se cavalcasse un purosangue d’acqua scintillante.
            Se ne starà qui, sdraiato, ad ascoltare il mare e i suoi richiami di sirena; a sentire sciabordare i suoi ricordi felici, impregnati di luce e salsedine.
            “Sarà un bel viaggio, Buck; vedrai! Il mare è sempre un bel viaggio.”dirà, sorridendo sereno e accarezzando la testa tiepida dell’animale, mentre i suoi occhi, ormai definitivamente ciechi, fisseranno il buio di mezzogiorno.
 
Cinzia Pierangelini

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