KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista ai Bakame Trio

4 min read
 
 
Unpiano, un contrabbasso, una chitarra, che con apparente semplicità, amalgamanoritmi blues, jazz e boogie. Vecchi classici, da “Spoonful” di W. Dixon a”Why are woman like that” di B. Charles, riagganciati in una chiavepersonale. Il risultato? Un disco ricco di grande musica.  Loro si chiamano “Bakame Trio”, all’anagrafe Luca “Ciube” Aliberti (voce e chitarra), NicolaBarbon (contrabbasso) e Omar Zanette (pianoforte). Li incontro in occasione dellancio del loro primo album: “Bakame Trio. Boogie/blues/ tequila”.
 
Bakametrio nome curioso…
Si…Bellastoria, questa.  Il nome è stato preso dal racconto che ha ispirato il filmd’animazione “La città incantata” di Miyazaki. Nel racconto, si parla diquesto negozietto di pescatori, dove vengono vendute lanterne, galleggianti,piuttosto che reti ed attrezzatura varia ed eventuale per la pesca…ecco inquesto piccolo buco, ad intrattenere la clientela con il suo canto, c’è unpappagallo bianco, chiamato Bakame. L’idea del nome l’abbiamo presa da lui, daquesto pappagallo cantante, che si trasforma in gallo, uno dei simboli delblues, per diventare il nostro segno di riconoscimento.
 
Qualcheanticipazione sul vostro album…
Nonci sono grosse anticipazioni. Quello che possiamo dire è che noi facciamo ilcontrario di ciò che normalmente succede.
 
Cioè?
Normalmenteaccade che gli artisti prima registrano un album e poi c’è il tour. Nel nostrocaso, si è trattato semplicemente di registrare in studio pezzi che sono nati onthe road, che si sono evoluti in due anni di concerti live.
 
Comenascono i vostri pezzi?
Beh,ogni pezzo ha una propria storia. È ispirazione, solitamente accade che houn’idea, che diventa un titolo poi un film dentro la mia testa e a quel puntochiudo gli occhi e butto giù il testo. Poi, passo questa creatura a Nicola eOmar, che la rielaborano, mettendoci dentro un delirio…
 
Unalbum di cover e pezzi scritti da voi…
Sì,ci sono alcune cover, la mia preferita è “Jokey full of bourbon” delgrande Tom Waits ed alcuni pezzi nostri come “Avremo un bambino e non saròio “o “Danzando sul confine”.
 
 Eche mi dici di “E bevo vin” forse, la canzone più conosciuta, quella chetutti conoscono, che tutti ballano e cantano, ai vostri live….
 
Infatti,nell’album compare solo nel Bonus Track live…Beh questa canzone è il verofrutto di un connubio tra la nostra improvvisazione e le persone che ci seguono.Suonavamo ad una festa in piscina, l’atmosfera era festosa, la gente allegra,così come noi…e sono partite le note e le parole…qualche tempo dopo, durante unaltro concerto, in un’osteria, quando nessuno di noi si ricordava più di questoritornello, le persone, da nulla, hanno iniziato a cantarlo…e noi li abbiamoseguiti. È stato sorprendente!
 
Esciacalacalacalà….
Èil verso che fanno certe donne…a voi l’interpretazione.
 
Avremoun bambino e non sarò io…
Èuna fotografia, di quello che potrebbe capitare, e capita, in una relazioneuomo e donna. C’è un incontro poi forse l’amore, ci sono magari anche figli, madentro ogni uomo, in realtà c’è sempre un bambino, che a volte, non si saperché, ha voglia di mandare tutto in va…ed esce a bere vino, mentre, dentroogni donna c’è sempre una mamma, che a volte gli strilla…
 
Tistrillano spesso?
Perfortuna no…(Luca “Ciube” sorride)
 
Danzandosul confine…
Anchequesta nasce da una situazione reale. È come quando a volte ti senti solo edesci, magari finisci in un’osteria  e osservi le persone, magari ci parli, e tisenti ancora solo..ma, incanto, la cameriera ti sorride e ti domandi se lo fadavvero o se è solo cortesia verso un cliente..
 
Amateesibirvi dal vivo…
Sì,il bello di essere un musicista è questo, suonare e cantare avendo la genteintorno, che siano dieci o cento, non importa, è l’atmosfera, l’elementoimportante, quello che ci fa divertire e sperimentare…
 
Vilasciate trasportare molto dal mood quindi….
Beh,accade spesso…per fortuna Nicola e Omar riescono ad incalzarmi sempre. C’è unamagica sintonia musicale tra noi, una pura energia e riusciamo a seguirci aruota ogni volta che qualcuno di noi cambia la base o si lancia in un assolo…ècome se fossimo tre catalizzatori musicali…
 
Quindi,mi pare di capire che ad ogni concerto c’è sempre una sorpresa…
Sì,non è mai la stessa cosa. Ricordo che una volta, ho fatto un assolo di unquarto d’ora. Ero completamente rapito dalle note e dalle emozioni…Paolo, ilnostro manager, mi ha detto poi che la gente era tutta pietrificata adascoltarmi…non l’ho più fatto.
 
Perché?
Perchésono momenti, perché siamo persone, perché è andata così. L’estro, non èqualcosa che arriva a comando.
 
Dacome ne parli, sembra sempre che tu sia sempre alla ricerca di qualcosa dinuovo, sembra quasi che non sei mai soddisfatto…
Unavolta, non ricordo se l’ho letto o se l’ho visto uno di quei film che faccionella mia mente quando compongo, forse l’ho sognato. Beh, ho immaginato diandare da un personaggio mitologico della musica per chiedergli un consiglio ela sua risposta è stata “non sta pisare fora dal bocae”.
 
Cioè?
Farebene ciò che sai suonare senza troppe paranoie. Da quel momento mi sonorilassato, ho smesso di stare chiuso in casa a suonare e sono uscito. Se nonvivi, se non esplori, se non ti emozioni, puoi diventare magari tecnicamentebravo, bravissimo ma rimani chiuso in una stanzetta, con la tua chitarra etutto il mondo fuori. Per avere idee e ispirazioni bisogna uscire, vivere,confrontarsi, solo così, trovi gli elementi che poi servono per creare. Bisognafar entrare il mondo dentro sé per poi, proiettarlo in note e parole.
 
Dovesuonerete prossimamente?
Ingiro per il Veneto, Friuli ed Emilia Romagna. Tutte le nostre date, le trovatesul nostro myspace: www.myspace.com/bakamehouseoppure in facebook facebook.com/bakame.trio
 
 
Lascioi Bakame Trio prepararsi per il concerto, ordino un buon bicchiere di vinorosso e mi siedo in un angolo, pronta ad ascoltare la loro musica…
 
Die old, live fast, feel free, enjoy!
yole

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti