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Pessimi Segnali

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Pessimi Segnali
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Enzo Fileno Carabba1 – Marsilio Black)

E’ un romanzo visionario e onirico alla Garcia Marquez, a metà tra sogno e realtà, quello di Enzo Fileno Carabba conducendoci sulle onde di una scrittura elegante e sicura, attraverso le confuse esperienze del protagonista che ritrova a pochi chilometri da casa un mondo oscuro ed ostile, popolato di leggende, riti antichissimi e misteriosi, creature inquietanti che si aggirano nella foresta, suore spettrali dai comportamenti equivoci, conigli neri di insospettabili proporzioni che guizzano nel buio.

Sembra un noir condito da una buona dose di horror, ma è soprattutto un gioco malizioso, dove l’autore muove sapientemente i veli della conoscenza mostrando e nascondendo, per rivelarci poi, ma solo alla fine, che in fondo non ci ha svelato nulla.

Ognuno creda quello che vuole, perché come dice il protagonista alla fine: "…non sono in grado di ricostruire il quadro completo. Potrei fingere di averlo ricostruito. Ma sarebbe falso. Nella nostra vita non ci viene dato il quadro completo. E’ con singoli indizi che dobbiamo fare i conti. E oggi non credo più che siano sempre pessimi. In ogni caso vi auguro di riuscire a decifrare i vostri."

La storia è intrigante. Angelo il giovane protagonista viene inviato a compiere il servizio sostitutivo alla leva militare presso la sede della Croce Rossa di un paesino del Valdarno come obiettore di coscienza. Non è molto lontano da casa, eppure il mondo in cui viene catapultato è grottesco ed irreale. Strani personaggi, loschi individui, la lucida autostrada che sembra quasi un essere vivente intento a ingoiare le sue vittime, ogni giorno più numerose, morte nel corso di incidenti stradali, sempre nello stesso inquietante tratto di strada. Il comportamento degli abitanti che sconfina nella follia, avance sessuali, ammiccamenti, promiscuità, grettezza ed ignoranza. Certo potrebbe trattarsi di una reazione alla morte, di un modo per esorcizzare quelle lunghe corse in ambulanza accanto a qualcuno che poi non ce la farà, non potendo far altro che tenergli la mano, e dirgli in continuazione "presto arriveremo, presto arriveremo". Ma sembrerebbe trattarsi di altro, una specie di ossessione o possessione demoniaca che imperversa sulla popolazione locale nella migliore tradizione alla Stephen King.

Ma poi un bambino viene trovato in coma, in un parco giochi. Non si riprenderà più. Delle suore sono state viste sul posto in atteggiamenti sospetti, sul crinale lì vicino c’è uno strano centro di meditazione spirituale, completamente blindato e munito di telecamere. Si vocifera di strani riti, di leggende ataviche, di conigli demoniaci.

Nella mente di Angelo tutte queste informazioni si fondono in un gigantesco calderone e proprio mentre cominciamo a sospettare un complotto di proporzioni non immaginabili, ecco che ogni singola tessera del puzzle sembra ricomporsi in una spiegazione tutto sommato banale.

Era il ragazzino che dominava la popolazione attraverso i conigli, laggiù da quel mondo oscuro dove si era perduto, senza più riuscire ad emergere? Oppure era il protagonista che non riusciva ad accettare una realtà così "diversa" e nel suo inconscio la ammantava di lugubri significati? Forse era di tutto un po’, e magari qualcosa da nascondere alla fine esisteva veramente.

Non lo sapremo mai e alla fine il lettore sarà libero, come dice Carabba, in un soffio ammiccante di complicità letteraria, di interpretare i segnali a modo suo.

Di certo è un romanzo non facile, intrigante e morboso, dominato completamente dal tipo di scrittura raffinata e molto originale di Carabba, che gli fa perdonare molte cose, anche di aver giocato un pochino con il lettore.

Ma se imbroglio c’è stato è stato ben condotto e sapientemente portato a termine con una consapevolezza narrativa tipica di un bravo scrittore.

Ottima la confezione editoriale della Marsilio che pubblica questo testo in Italia dopo la prestigiosa edizione francese nella Serie Noirè della Gallimard.
Enzo Fileno Carabba è nato a Firenze nel 1966 e vive nella campagna toscana. Vincitore del Premio Calvino nel 1991, ha scritto diversi romanzi tutti editi da Einaudi. Dotato di una scrittura sorprendente e ironica, gioca con il lettore con opere che sono spesso ai margini della letteratura di genere, come veri e propri oggetti letterari non identificati.
Simile al gotico rurale che tanto sta riprendendo vigore in questo periodo la storia di Carabba si colloca in una realtà italiana concreta, perfettamente riconoscibile, e fortemente sentita, riportando alla mente di tutti credenze popolari e vecchie storie di inquieti misteri.
A questo proposito in un’intervista rilasciata a Stefano Loria, Carabba esprime molto bene uno dei concetti cardini della letteratura: In generale, non ho mai avuto una grande fiducia nel realismo, nella sua capacità di cogliere la realtà. Mi sembrava, che il realismo fosse uno sguardo piatto, a una sola dimensione. Le grandi storie dell’umanità non sono realistiche (con eccezioni che puoi contare sulla punta delle dita, se ti hanno amputato una mano): riguardano gente che incontra le sirene e uccide ciclopi, gente che visita l’Aldilà in compagnia di Virgilio, tipi che danno la caccia a balene bianche palesemente mai censite dal Wwf. Le grandi storie dell’umanità parlano di burattini viventi, di cavalieri dalla triste figura, di Orlandi furiosi, di mostri meravigliosi, crocifissi che risorgono, processi incomprensibili, castelli inaccessibili, di magia, prodigio e avventura. Sono storie eccessive e smodate. Eppure ci credi. (…) Una storia è una specie di mostro ingordo che ingloba tutto: azioni, pensieri, immagini, suoni e così via. Uno che si mette lì a raccontare qualcosa deve poter prendere da dove vuole. E’ una specie di superpredatore, che ha diritto a stanare tutti gli organismi commestibili in circolazione in quel dato tempo, deve farlo se vuole vivere, però poi li risputa vivi. Oppure, meglio, è un fungo. Non però di quelli che distruggono gli alberi, ma di quelli che ci vivono insieme e addirittura aiutano il bosco. In questo caso il bosco è la nostra realtà.
Insomma Carabba è veramente riuscito a coniugare la narrazione di una storia realistica con una visione deformante, regalandoci un’opera ibrida, onirica e fantastica, ma perfettamente reale, o quasi. Tanto per dimostrare che il nuovo sperimentalismo letterario non dev’essere necessario sinonimo di intellettualismo forzato o puro sofismo cerebrale. Perché, sempre per dirla con Carabba:"Inventando storie bisogna riuscire a essere sinceri, cosa che non è per niente facile."
Insomma un romanzo particolare, una perla rara, tutto sommato una gradevole novità in questo panorama editoriale ultimamente un po’ piatto e senza troppe sorprese.
Le future aspettative nei confronti di questo autore rimangono alte, con la consapevole certezza, per una volta, di non essere disattese.

Sabina Marchesi

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Enzo Fileno Carabba è nato nel 1966 a Firenze, dove vive tuttora. Ha pubblicato per l’editore Einaudi i romanzi: Jakob Pesciolini (1992, vincitore del Premio Calvino), La regola del silenzio (1994), La foresta finale (1997). Sono poi usciti i romanzi Attila (2000) e La bambina della tempesta (2001), mentre il racconto Il buio è stato scelto da Valerio Evangelisti per l’antologia Tutti i denti del mostro sono perfetti, pubblicata negli Oscar Mondadori Best Sellers (1997), e un altro racconto è apparso, insieme ai migliori autori italiani di noir, nell’antologia curata da Serge Quadruppani, Portes d’Italie (2001), uscita in Francia e in Italia.
Nel 2003 il romanzo Mauvais signes, inedito in Italia, è uscito in Francia, nella collana Noir di Gallimard. In Italia uscirà nel 2004, col titolo Pessimi segnali, per la casa editrice Marsilio.
Ha scritto libri per bambini, una guida semiseria a Firenze e libretti d’opera, collaborando inoltre come conduttore e sceneggiatore a varie trasmissioni radiofoniche.
Il suo nuovo romanzo, Pessimi segnali, pubblicato da Marsilio, è in uscita nel mese di novembre 2004.
Jakob Pesciolini, Einaudi 1992
La regola del silenzio, Einaudi 1994
La foresta finale, Einaudi 1997
In gita a Firenze con Enzo Fileno Carabba, Paravia Gribaudo 1997
Il buio, in Tutti i denti del mostro sono perfetti Mondadori 1997
Il cubo incantato Panini 1998
Attila, l’incontro dei mondi, Laterza 2000
La bambina della tempesta, Adnkronos 2001
Ombre che volano, ombre che strisciano, Mondadori 2002
Mauvais signes, Gallimard 2003
Pessimi Segnali, Marsilio Black 2003

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