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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

In questo mese in formato forse un po’ ridotto, una delle poche rubriche che non risente troppo del caldo è ovviamente questa: SUSSURRI. Orgoglio di poco conto, lo so, in fondo la rivista è la stessa, e ogni spazio ha la sua importanza e dignità, ma un certo campanilismo editoriale non sono in condizione di mascherarlo… il caldo dite? Chissà.
Comunque sia, prima di iniziare a presentarvi le opere che questo giugno vi terranno compagnia per un’oretta o due, voglio come al solito ricordare il concorso1 artistico1 "
Il ritorno di Holden
"… ripetendovi che come l’anno scorso ci sono premi in buoni acquisto, che le categorie ammesse sono tre (immagini, testi e musica), che è possibile partecipare se si è in età di scuola media o superiore e che anche quest’anno verrà realizzato un ipertesto con il materiale pervenuto, e che questo ipertesto verrà distribuito su tutto il territorio…
E non pensate che mi stia per dimenticare neppure il solito consiglio: leggete Letteratura e dintorni, un altro sito2 importantissimo per chi si interessa di racconti… e, da questo mese in avanti, anche per chi si interessa di letteratura in generale. Il buon vecchio (mi conceda questa confidenza) Raffaele Gambigliani Zoccoli ha trovato la disponibilità di parecchi collaboratori e adesso, grazie alle nuove energie di altri scrittori, ha deciso di espandere i contenuti delle sue pagine in modo da includere anche recensioni di libri e altro… ma per saperne di più non dovete che collegarvi… ehi, dopo, non adesso…
Ah, cosa che avrei dovuto e voluto fare già prima: sottolineo che né KULT né il café letterario di Raffaele sono gli unici posti interessanti per il tipo di materiale che il lettore di SUSSURRI apprezza, anzi… e se questi due, giustamente, non vi bastano, non dovete fare altro che dare un occhiata alle indicazioni che Raffaele fornisce su siti di uguali (o simili) interessi.
Ma, yesssss, andiamo a incominciar…

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La prima poesia di questo mese è
No llores di Enrico Miglino (autore che da questo numero in avanti dovrebbe iniziare a diventare sempre più conosciuto su queste pagine) che in questo giugno si presenta con una breve, ma splendida poesia in spagnolo con traduzione in italiano. No llores, non piangere, è uno di quei testi che non si possono non leggere almeno due volte di seguito: dal ritmo lento e perfetto si avverte come ogni parola abbia la propria collocazione in un ordine squisito che cattura, rilassa, e accende l’immaginazione del lettore fornendogli in pochi versi una sequenza di "chiaro scuri" letterari di certo effetto.

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In qualche modo torbido e caotico,
Poesia del 13 febbraio
è il testo che questo mese ci propone Matteo Ranzi. Un testo rapido e strano, caratterizzato da due forti contrapposizioni: la rabbia, o la delusione per l’assenza, e il desiderio, comunque vivo, del ritorno, del prossimo incontro. Le immagini e l’uso di un linguaggio sono come al solito singolari, e colpiscono per il loro stridere in queste poche frasi. Il fiore alla fine, e il suo colore, dipingono quanto narrato di una luce ancora più fosca. Nel complesso la poesia si dimostra intensa ma più difficile da apprezzare di quelle a cui eravamo abituati.

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Se la poesia precedente sembrava in qualche modo volutamente "ruvida"
Reflections
di Asif Khan, risulta esserne compagna, almeno per quello che riguarda il passaggio tra una strofa e l’altra. Le similitudini comunque si limitano a questo, perché il messaggio che traspare, le riflessioni, non sono tristi o risentite, ma forti e decise nel delimitare un cammino, un modus vivendi da seguire, per riuscire ad essere felici. La conoscenza vera di sé stessi è il punto focale di questa filosofia espressa in versi. Non bisogna, sostiene l’autore, paragonarsi agli altri, perché noi "siamo tutti uguali, senza che nessuno sia lo stesso". Un canto, dunque, singolare, e seppure afflitto a mio modesto parere da qualche pecca espressiva, nel complesso non può che risultare interessante.

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I primi due testi che aprono la parte di SUSSURRI dedicata ai racconti sono opere narrative un po’ particolari. La prima,
Personaggi da spiaggia
di Gianluca Missiroli (ormai noto a tutti anche per i suoi articoli di cucina), è più una riflessione piccante e satirica su un luogo che tutti più o meno conosciamo – la spiaggia – che un esempio di fiction. Ma lo stile intrigante e il tema così attuale l’hanno dirottata su queste pagine, sicuro che a nessun lettore di SUSSURRI dispiacerà cimentarsi con un tema di questo tipo.

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La seconda opera che forse fatico un po’ a definire "solo" racconto è Il senno di prima di Giovanni Bergamini. Anche questa (seppure suffragata da tutti i crismi della "legalità narrativa") ha in sé più il desiderio di essere in qualche modo un messaggio, un manifesto che solamente una storia. L’abilità di Giovanni si scopre subito, come nel racconto del mese scorso, quando si capisce quanto gli sia facile passare da un’inquadratura all’altra, da un timbro stilistico al successivo, sempre, ovviamente, senza dimenticare il perché sta scrivendo, il cosa vuole raccontare. E ben presto la vera natura del testo si svela, e il desiderio dell’artista di difendere la legittimità di chi come lui scrive, di chi come lui è "poeta", diventa palpabile e si fonde in svariati e piacevoli dialoghi prima con Katy, poi con un passante, ed infine, con il lettore.

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Penso che uno dei nuovi scrittori che sta avendo più riscontro su queste pagine sia proprio
Franco Braga,
autore questo mese di Piazza Aristotea. "Autore del proprio passato", questo insegnante in pensione riesce mese dopo mese a riportare davanti a noi stralci di un Italia che fu, riesumando (mi perdoni il termine) colori, immagini, suoni, di un passato che molti di noi neppure conoscono. Molto è probabilmente puramente autobiografico, ma in ogni riga la luce dei ricordi viene mediata amabilmente con un stile preciso e delicato, che sa ricreare senza sfarzo né eccessivo sentimentalismo, qualcosa che non si riesce a non sentire vero. Il racconto di questo giugno in più ha un bel costrutto narrativo: una cornice e una foto ritrovata sono la scintilla che fa esplodere i ricordi, mostrando con un minimo di disillusa tristezza come non sempre le persone abbiano la stessa fortuna, nell’essere ricordate, degli oggetti, quasi eterni di fronte alla fragilità delle persone.

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Il rapimento (I)
è la prima parte di un racconto lungo di Claudio Caridi, che finiremo di pubblicare tra luglio e settembre. Come avevamo già avuto modo di notare in passato sembra che l’abilità di Claudio nel descrivere luoghi e personaggi, e nel concepire storie avvincenti e intriganti sia direttamente proporzionale alla lunghezza che concede al suo scrivere. E questo splendido testo ne è la conferma. I protagonisti di varie serie di Star Trek si trovano qui a vivere una nuova "avventura" che potrebbe tranquillamente essere usata come trama per un film. Lo scambio di battute tra i personaggi, i luoghi comuni, tutto è ben equilibrato e colpisce non poco anche chi, come me, non è così avvezzo con ciò che dista dalla serie classica. E la trama? Beh, se avete visto generazioni, sapete già come inizia il racconto… con Picard che ha appena "lasciato" Kirk disperso chissà dove… o dovrei dire quando? E poi troviamo una potentissima sonda aliena, che cattura il voyager, e che mostra una nuova minaccia per la federazione, e poi… mmh… ma forse è il caso che non vi rovini la sorpresa…

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Sempre nel filone "fantascientifico" è possibile collocare anche
Non ti domandare
di Marco Giorgini. Sicuramente meno preciso e studiato di "Il rapimento" questo testo ci presenta un "cacciatore" un po’ particolare… una sorta di investigatore che segue poche e semplici regole nel suo lavoro. Ma qual’è veramente il suo lavoro? Un rapido viaggio ad Arundel vi aiuterà a scoprirlo.

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A concludere la nostra rubrica è
Abend
di Massimo Borri. Un racconto, questo, breve ed introspettivo. Un canto alla luna, un richiamo a tutte quelle sensazioni che ci assalgono in una sera come tante, ma non per questo uguale a tutte le altre. Un blues che si leva lento da una chitarra appena accarezzata. Una buona notte data al mondo e a sé stessi. Simile in pochi tratti a Blues, di Marco Giorgini, questo testo ha un ritmo e un passo molto piacevole che non potrà non affascinare, soprattutto perché arricchito sapientemente da un lessico curato e da una sequenza di sensazioni e pensieri che pochi possono non avere provato.

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Anche questa volta siamo arrivati alla fine. Che altro dire? Collaborate con noi (o con altri, magari ad esempio con il sito di Raffaele Gambigliani Zoccoli o di altri)… in parole povere pubblicate. Se pensate che il vostro lavoro valga, o se siete in dubbio, provateci. Noi, come anche altri, stiamo aspettando voi.
Buona lettura.

Marco Giorgini

1
Per ulteriori informazioni su questa iniziativa (aperta ai giovani di medie e superiori e riguardante testi immagini e musica) vi invito a collegarvi al sito http://www.pianeta.it/webkult/holden2 o a quello ufficiale sotto le pagine del comune di Modena.

2
L’indirizzo è http://www.geocities.com/soho/cafè/2209/letteratura.htm, ed è uno di quei link da avere sempre in bookmark, se vi interessano i racconti e la letteratura in generale. In questo sito troverete non solo moltissimi testi di ottimi autori, ma anche numerose informazioni su bandi di concorso per aspiranti scrittori, e link ad altre riviste di rete che pubblicano scritti.

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