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Il Consiglio d’Egitto – Leonardo Sciascia

3 min read
Adelphi Edizioni
Narrativa romanzo
Collana Gli Adelphi
Pagg. 170
ISBN 9788845924477
Prezzo€ 10,00 

Ieri come oggi 

 

Il Consiglio d’Egitto è il primo romanzostorico di Leonardo Sciascia, scritto nel 1963, ricorrendo a una tecnica chesarà presente anche nelle opere successive, vale a dire con l’ambientazione inun tempo passato della vicenda, ma con il preciso scopo di criticare ilpresente. Così, con l’ironia e il sarcasmo che sono propri dell’autoresiciliano, si narra dell’episodio dell’abate Vella, che sul finire del XVIIIsecolo ebbe la bella pensata di buggerare gli intellettuali siciliani e ancheparte di quelli europei falsificando la traduzione di un codice arabo e poicostruendone uno completamente nuovo, grande esercizio di impostura svoltounicamente per trarne propri benefici.
La truffa, perché questo è il reatocommesso, ha quasi dell’incredibile, ma è d’obbligo precisare  che questoreligioso ebbe l’indubbia capacità di attirare il positivo interesse dei nobilisiciliani con il primo codice (Il Consiglio di Sicilia), mentre con ilsecondo (Il Consiglio d’Egitto) invece capovolse la situazione, conprincipi e baroni timorosi di perdere i loro secolari privilegi a vantaggio delRe.
Detto così sembrerebbe poca cosa, lasemplice storia di un birbante, ma inserito nel contesto dell’epoca èrimarchevole l’intreccio fra l’impostura e il tentativo di modernizzare l’isolagrazie all’opera dell’illuminato Viceré Caracciolo.
In effetti esisteva un dissidio, nemmenotanto latente, fra la corona e la nobiltà sicula, privilegiata da secoli alpunto da costituire nella scala sociale un’entità di potere autonoma, sullaquale il re poteva ben poco.
I fuochi della rivoluzione francese, lospirito libertario ed egualitario che la stessa portava tuttavia finì perrinsaldare i legami fra il monarca e i suoi vassalli, spezzando e di fattoseppellendo ogni tentativo di modernizzazione.
Al personaggio emblematico dell’impostoresi accompagna quello di chi invece ha voluto essere se stesso fino in fondo,quell’avvocato Francesco Paolo Di Blasi, illuminista ed eticamente convintodell’uguaglianza degli uomini al punto di tentare di avviare una vera e propriarivoluzione; la congiura, scoperta prima di essere posta in atto, lo porteràprima all’arresto, poi alla tortura e infine alla condanna a morte per decapitazione.Per quanto il paragone possa sembrare distonico, la figura dell’abate, scopertonell’inganno e rinchiuso in carcere, è una luce viva che poco a poco si spegne,mentre quella del cospiratore è una lampada che, anche dopo la sua morte, ardesoave, un segno di speranza per un futuro, anche se molto di là a venire.Infatti, Di Blasi ha provato almeno a smuovere le acque, torbide, limacciosedella forza parassita che domina in Sicilia, ieri come oggi, ieri i nobili,oggi la mafia.
L’ultimo capitolo, quello della esecuzionedella sentenza di morte del cospiratore, è di rara e incomparabile bellezza,poche pagine preziose che chiudono nel migliore dei modi un romanzo di grandevalore.
 
Leonardo Sciascia (Racalmuto,8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989). E’ stato autore di saggi eromanzi, fra cui: Le parrocchie di Regalpietra (Laterza, 1956),  Ilgiorno della civetta (Einaudi, 1961), Il consiglio d’Egitto(Einaudi, 1963), A ciascuno il suo (Einaudi, 1966), Il contesto(Einaudi, 1971), Atti relativi alla morte di Raymond Roussel (EsseEditrice, 1971), Todomodo (Einaudi, 1974), La scomparsa di Majorana (Einaudi,1975), I pugnalatori (Einaudi, 1976), Candido, ovvero Un sogno fattoin Sicilia (Einaudi, 1977), L’affaire Moro (Sellerio, 1978), Ilteatro della memoria (Einaudi, 1981), La sentenza memorabile(Sellerio, 1982),  Il cavaliere e la morte (Adelphi, 1988), Una storiasemplice (Adelphi, 1989).

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