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In&Out

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In&Out

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USA, 1997
Regia:
Frank Oz
Interpreti:
Kevin Kline, Joan Cusack, Matt Dillon, Tom Selleck
Sceneggiatura:
Paul Rudnick Holmes
Fotografia:
Ron Hahn
Produzione:
Scott Rudin
Distribuzione:
Lucky Red
Durata:
1h e 30′
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Che l’abito non faccia il monaco? Dopo aver visto "In & Out" non ne sono poi tanto sicura, considerando che la convinzione dell’omosessualità del professore Howard Brackett nasce proprio dall’analisi del suo aspetto esteriore pulito, ordinato e dalle buone maniere, il vecchio proverbio perde valore. In teoria quindi uomini non rozzi, privi di voce profonda e atteggiamenti rudi, con la passione per la letteratura, per il ballo e per Barbara Streisand dovrebbero non essere eterosessuali. E’ l’aspetto psicologico e personale che manca principalmente a questa gradevole storia, che si presta molto per una serata divertente. Mi rendo conto che è una commedia, ma qualcosa in più da questo punto di vista sarebbe stato gradito.
Realtà ormai accettata a tutti gli effetti, l’esistenza del terzo sesso diventa fonte di nuove e numerose sceneggiature. Il movie in questione gioca un po’ sulla falsariga della parodia al mondo Hollywoodiano, chiaramente al mondo benpensante e perbenista che considera normali solo gli eterossessuali e un po’ sulla difficoltà degli omosessuali ad autoriconoscersi e autoaccettarsi. Ambientato nella più classica provincia americana, invasa dai mass media, perché la notizia è data da un vecchio alunno del professore durante la serata di premiazione degli Oscar, il film si sviluppa in modo molto simpatico, e propone alcune scene molto divertenti. Kevin Kline (il professore in questione) si muove molto bene nella recitazione di due identità diverse ed è accompagnato da attori all’altezza della situazione. Divertente e buffo è il personaggio della fidanzata Emily (Joan Cusack, che meritevolmente ha avuto la nomination ai veri Oscar come Migliore Attrice non protagonista), che malauguratamente subisce le maggiori conseguenze del "outing" del suo fidanzato. Solo il vecchio allievo (Matt Dillon) la risveglierà dall’incubo di essere in un mondo di gay e di poter finalmente esprimere tutta la passione e la femminilità imbragata sotto il vestito da sposa. Alcuni potrebbero rimanere perplessi, ma non più di tanto, dinanzi alla scena del bacio tra Kevin Kline e il macho di Magnum P.I., Tom selleck, redivivo senza baffi, che definisce il momento della rivelazione come la cosa più naturale e più semplice da fare per accettare se stessi e farsi accettare dagli altri.
Sebbene così ilare e divertente la sceneggiatura propone comunque momenti da cui possono nascere riflessioni profonde e fonti di discussione, espressione di un cinema che propone argomenti seri attraverso le risate, con una comicità non sguaiata e demenziale. Un’ultima e piccola curiosità: gli uomini, diciamo quelli "veri", risentiranno maggiormente della visione di questa storia, quindi non la si consiglia per i più "delicati di stomaco" o se volete per i più "virili".

Beatrice Di Venosa

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