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Il sogno del secolo

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"Il sogno del secolo":
la grande rivoluzione della psicanalisi


Sono passati cento anni dall’uscita, a Vienna, dell’Interpretazione dei sogni (1900), un’opera rivoluzionaria del pensiero moderno e contemporaneo. L’autore, Sigmund Freud, è un medico di origine ebraica che vive a Vienna e che, dopo aver aperto un gabinetto privato per la cura delle malattie nervose e compiuto una serie di studi sull’isteria, inizialmente utilizzando l’ipnosi, arriva ad elaborare una teoria che si fonda sul metodo delle libere associazioni e sull’analisi del transfert tra paziente e analista. Dopo una lunga e tormentosa autoanalisi scopre la logica e i meccanismi del lavoro onirico e il principio di piacere che li regola. Seguono gli studi sulla Psicopatologia della vita quotidiana (1901) e sulla dimensione sessuale dell’esistenza. Sono gli anni in cui Freud "fonda" la psicoanalisi.
Dopo un secolo, Giorgio Abraham, docente di psichiatria all’Università di Ginevra, nel suo libro, Il sogno del secolo (Mondadori, 28 mila lire), ripropone una lettura del pensiero di Freud alla luce dell’evoluzione che psicanalisi e psicoterapia hanno avuto. Il suo invito è quello di recuperare quanto di rivoluzionario e creativo ha da offrire la psicanalisi, in un momento in cui essa si confronta continuamente con le altre scienze e riesce ancora ad essere fonte di stimolo e di riflessione.
Apparentemente la psicoanalisi è nata attorno ad un disturbo, molto diffuso al tempo di Freud, che prende il nome di "isteria". Le ricerche dello psicanalista presero le mosse proprio dal tentativo di spiegare questo disturbo. E per lui non c’erano dubbi: l’isteria era dovuta essenzialmente a desideri sessuali repressi, oppure generatori di un forte senso di colpa, come potevano esserlo quelli a carattere incestuoso relativi al padre o al fratello.
Per affrontare i fenomeni isterici all’inizio utilizzò l’ipnosi, giungendo poi a costituire la procedura psicanalitica che nella tecnica ipnotica aveva la sua genesi. Le persone colpite da isteria, ci spiega Abraham, mostrano sempre una grande abbondanza di fantasie e una notevole facilità a servirsi dell’immaginazione, atta a sostituire e a deformare la realtà nella sua crudezza: perciò il paziente isterico sembra accordare molta importanza al sogno: Dato che Freud si interessò molto presto all’utilizzo dei sogni come messaggio del mondo dell’inconscio, il primordiale bersaglio delle sue ricerche fu forse il mondo onirico nella sua totalità. Ed è in tale direzione che, per lo scrittore, la sua opera resta attuale e suscettibile di un ulteriore importantissimo sviluppo, grazie anche alle scoperte moderne sulla fisiologia del sonno. L’autore ricorda infatti che tutti noi sogniamo ogni notte almeno un’ora e sarà possibile, proprio partendo da questo fatto, giungere a scoprire cosa realmente ci succede durante il sonno. È curioso che l’essere umano, che ha sviluppato potenti tecnologie che gli accordano il dominio sulla natura, sappia ancora così poco di ciò che avviene dentro di sé per un terzo della propria vita, il tempo che trascorriamo dormendo.
Sono dunque più importanti i sogni o la realtà in cui siamo immersi di giorno? La vita comincia al mattino oppure la sera quando ci accingiamo ad addormentarci e a sognare?
Quando risponderemo a tali domande, dice Abraham, avremo fatto un progresso enorme nella comprensione dell’umanità. Ed è stato proprio Freud, un secolo fa, ad aprire la strada.


Francesca Orlando

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