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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Gennaio: forse (anche se io non ne sono così convinta, potremmo far partire un sondaggio), il primo gennaio del secondo millennio. Quanto abbiamo vissuto, per ritrovarci con un mouse in mano, davanti a una tastiera, attrezzo multiuso con cui scrivere codice per programmi, tesi di laurea, o poesie e racconti per SUSSURRI.
Anche questo mese i temi sono tanti e vari, dal romanticismo di un’inedito Spalla, dalla dolcezza suadente di Myskin, allo spirito trasgressivo della new entry Gabriele Prati, al mondo immaginario e vivacissimo di Alberto Angelici, già collaboratore di Kult qualche tempo fa: ma i nomi da citare sarebbero molti.
Su tante presenze, una significativa assenza, un vuoto dopo tanti mesi: è terminata la prima parte dell’epico Benaresyama di Federico Mori. Mi sembra doveroso spendere due parole per ricordare l’impegno costante di stesura e documentazione che l’autore ha profuso nella sua poderosa opera, così ricca di vicende intrecciate, di excursus storici, di fantascientifici colpi di scena.
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Per la prima volta, il primo testo non è quello di Mori: vi assicuro che fa un certo effetto. Ho deciso di scombinare un po’ le mie e le vostre abitudini, e al posto di Benaresyama ci sarà un’altra grandissima storia di fantascienza, anch’essa arrivata, purtroppo, all’epilogo. Si tratta della Sibilla di Deban, epopea Star Trek di classe, firmata Claudio Caridi. Finalmente scopriamo il mistero della chiaroveggenza della bellissima Lady Darin, al cui fascino non rimane indifferente – sorpresa!- nemmeno l’algido Spock…

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Sentivamo la mancanza della sua voce sommessa e limpida: e adesso torna Myskin, con la bellissima lirica Quasi d’amore, versi che sgorgano cristallini come l’acqua di fonte di cui si parla. L’invito ad ascoltare la voce della terra, della poesia, è un invito, appunto, quasi d’amore.

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Un terribile incidente sul lavoro, mesi di coma, il futuro incerto e oscuro: Giuseppe Rimondi vaga estraniato per le vie di Bologna, eppure non tutto è finito per lui, il suo corpo martoriato ha in serbo un nuovo potere, che lo condurrà in un’avventura travolgente.
Giuseppe Rimondi esce dal coma è un piccolo gioiello, un racconto ricco di spunti di riflessione, avvincente, scritto in uno stile brillante da Alberto Angelici, tornato a Kult dopo una lunga assenza: un ritorno davvero in grande stile.
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La lirica di Giovanna Cieri Aspettando dipinge benissimo uno stato d’animo che tutti conosciamo: l’attesa vaga, ansiosa, quasi febbrile, di un cambiamento, di un giorno da segnare sul calendario, un giorno che interrompa la noia di momenti indistinguibili. "E un altro anno è passato/ senza un lamento, senza un grido/ levato a vincere d’improvviso un giorno" scriveva, mi sembra, Salvatore Quasimodo.

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Come dicevo sopra, è un’inedito, sorprendente Spalla quello che proponiamo questo mese.
Eravamo abituati al suo pessimismo lucido e disincantato, alla sua causticità ironica: adesso scopriamo in’insospettabile vena romantica, lirica, in questa breve prosa (intitolata appunto Amore) dedicata alla donna amata, all’approdo da tempo cercato, disperatamente, ma senza saperlo.
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Si racchiude in pochi, incisivi versi l’elegante Inquietudine, di Mariacarla Tarantola: ogni frase poetica sintetizza l’immagine finale del cuore muto, senza desideri, come una "fonte estenuata".
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Uno spirito trasgressivo, baldanzoso, aleggia in Addio al celibato di Luca, di Gabriele Prati, la prima di una serie di avventure di un gruppo di amici, simpatici e scapestrati quanto basta. Tra una canna e altro, una visita al night, una passeggiata in macchina ad ammirare le prostitute, si snoda un racconto gradevole, di sapore giovanilista.

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La nuova lirica della raccolta L’esatta cubatura del vuoto, di Biagio Salmeri, ha come sempre un’architettura complessa e raffinata, come una serie di perfette equazioni matematiche della poesia.
Di comprensione ardua, concettosa, la composizione di Salmeri è un capolavoro di armonia e di equilibrio delle immagini.
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Nell’atmosfera rarefatta del Natale, il giudice Monara, amante del vino e delle donne, si trova ad affrontare un caso di omicidio in una grande fabbrica di Bari.
Omicidio in fabbrica, di cui proponiamo la prima parte, è senz’altro la più riuscita delle detective’story di Joe Ferrara, scrittore dalla mano sempre felice nel tratteggiare caratteri e situazioni.

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Anche questo mese sono splendide le due liriche della raccolta Nuove vecchie 160, di Enrico Miglino, autore versatile e acuto nel cogliere momenti e sensazioni: come l’attesa di una telefonata, di un "niente di nuovo" che può essere così importante; o il desiderio del "freddo nelle ossa" che dà l’emozione della scrittura.

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Conclude degnamente la nostra rubrica il nuovo racconto di Alessandro Zanardi, che dopo le fatiche della Storia di un ragazzino elementale si cimenta con una vicenda sorridente, di sapore autobiografico, La Regina: titolo quasi ironico per una fanciulla splendida, che però perde molti "punti" dopo aver bevuto troppo in discoteca….

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Ecco, adesso è davvero tutto. Non resta che aprire il cuore e la mente e buttarsi nel mare di Sussurri. Buona lettura!

Lorenza Ceriati

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