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Perduti

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Perduti

Il lavoro alla cassa di un autogrill, sperduto lungo un tratto autostradale appenninico, pochissimo trafficato, non offre quasi mai grandi emozioni.
Le espressioni assonnate dei camionisti e quelle distratte dei forzati dell’automobile si assomigliano tutte.
I giorni scorrono, tutti uguali, senza lasciare traccia.
Solo le rapine, un paio di volte all’anno, vengono a spezzare la routine. Meglio che niente!
Non succede mai nulla, ma alcune settimane or sono, da queste parti, si sono verificati dei fatti decisamente strani.
Ricorderete certamente la perturbazione atmosferica che proprio un mese fa ha investito il centro della penisola. I telegiornali hanno parlato diffusamente delle piogge continue e della fittissima copertura nuvolosa.
In pianura i fiumi sono straripati ed alcuni paesi sono rimasti isolati per giorni.
Qui, tra le montagne, l’atmosfera sembrava emanare una intensa elettricità. No, non mi riferisco ai fulmini, che pure non sono mancati. Parlo dei bagliori che a partire dal tardo pomeriggio del 19 Novembre hanno illuminato ad intermittenza il cielo. Persistenti, innaturali, improbabili flash verdastri che si accendevano nel silenzio assoluto.
Quel giorno per qualcuno è stato fatale: il medico condotto di Rocca Santa Anna, che si recava in macchina ad assistere una partoriente in una vicina frazione, è svanito nel nulla. A niente sono valse le ricerche svolte in grande stile nei giorni successivi. La vettura guidata dal dottore non ha lasciato tracce, come se non fosse mai esistita.
Un altro fatto bizzarro si è verificato nelle stesse ore.
Lungo l’autostrada, una pattuglia della polizia ha raccolto una ragazza in evidente stato confusionale. La giovane, alla vista dell’auto degli agenti, è stata colta da un attacco isterico. Qualche ora dopo, in ospedale e sotto l’effetto dei sedativi, ha sostenuto con convinzione che tutto ciò che la circondava era "sbagliato".
Anche a me è capitata una cosa molto strana, mentre mi trovavo al lavoro.
Quella sera eravamo di turno io, Nicola il barista ed Antonio alle pompe di benzina. Dall’ora di pranzo erano transitati si e no una dozzina di veicoli, camion compresi. La mia posizione, dietro il registratore di cassa, mi consentiva di vedere i monti dalle ampie vetrate del bar. Era uno spettacolo al tempo stesso bello ed inquietante.
Le cime a settentrione erano nascoste da una cappa oscura che sembrava animata da movimenti convulsi, simili agli spasmi di una creatura sofferente.
Ad un certo punto, proveniente dallo svincolo a nord dell’autogrill, è arrivata una vettura di colore verde scuro. Non si è fermata a fare rifornimento, ma si è subito diretta alla piccola zona del parcheggio protetta dall’ampia copertura della stazione di servizio.
Dall’automobile è sceso il conducente, un distinto signore sulla quarantina, che, visibilmente infreddolito, è entrato sollecitamente nel bar.
Ha subito ordinato un caffè lungo e si è seduto su uno sgabello, proprio di fronte al televisore che stava trasmettendo le previsioni del tempo.
Poi ha cominciato a sorbire a piccoli sorsi la bevanda che Nicola gli ha servito.
Ogni tanto si guardava intorno strizzando gli occhi, come chi osserva delle cose che non lo convincono. In modo particolare si è soffermato su una copia del Corriere della Sera che qualcuno aveva abbandonato sopra un tavolino. L’uomo appariva evidentemente perplesso.
Alle diciannove, minuto più minuto meno, è iniziato il telegiornale. Una bella giornalista dalla perfetta dizione ha cominciato a leggere il sommario delle notizie principali.
·
Oggi, al Quirinale, il Capo dello Stato ha accolto il premier britannico in visita ufficiale…
Il signore è rimasto come impietrito di fronte all’immagine della stretta di mano tra Ciampi e Blair.
·
Il Presidente della Repubblica ha invitato l’ospite a visitare gli splendidi saloni…
– Presidente… Presidente della Repubblica Italiana ? – ha mormorato l’uomo a bassa voce, visibilmente stupito.
– Naturalmente – è intervenuto Nicola – e di cosa altrimenti? –
·
Il cancelliere austriaco, intervenendo nell’acceso dibattito…
– Ma l’Austria è parte del Reich, non ha un cancelliere!
– Il Reich?!?!? – Nicola era sbalordito, da dove pioveva quel tipo?
·
Il Parlamento dell’Unione Europea ha deliberato…
L’avventore si è alzato di scatto dallo sgabello. Sembrava sconvolto. Si è diretto ad una delle vetrate ed è rimasto un paio di minuti, in silenzio, a guardare verso settentrione. Era come ipnotizzato dalla visione della tumultuosa massa di nubi, nera come la pece.
Quindi si è girato di scatto e si è diretto verso di me, che ero sempre rimasto seduto alla cassa.
– Quanto pago? – mi ha chiesto come trasognato.
– Mille e cinquecento – gli ho risposto.
Mi ha lasciato tre monete da cinquecento lire ed è uscito senza attendere lo scontrino.
Antonio, sul piazzale, gli ha rivolto la parola.
Ma l’uomo lo ha superato ignorandolo, come se il benzinaio fosse invisibile. E’ salito in macchina ed ha messo in moto. La vettura è uscita dal posteggio con una retromarcia violenta, da film americano. Quindi è ripartita con una rabbiosa sgommata.
Verso nord, verso la massa nera delle nubi. Da dove era venuta.
Ho guardato una delle monete che l’avventore mi ha lasciato. Sembrava un normale pezzo da cinquecento.
Su un lato erano impressi uno stemma araldico, uno scudo crociato, e l’anno di coniazione: 1997.
Sul rovescio era raffigurato un profilo maschile e non quello femminile simboleggiante la Repubblica. La testa era circondata da una scritta: Vittorio Emanuele IV Re d’Italia.
Non credo che si tratti di uno scherzo e che le monete siano false, anche se questa sarebbe la spiegazione più logica dell’accaduto. Sono convinto, invece, che i fenomeni atmosferici del 19 Novembre abbiano creato, non saprei come, un temporaneo collegamento tra due realtà. Qualcuno, particolarmente sfortunato, è passato dal suo mondo ad un altro senza rendersene conto, perdendosi per sempre.
Temo che i malati di Rocca Santa Anna non verranno più curati dal loro medico condotto.
Immagino che, da qualche parte, qualcuno stia piangendo per la scomparsa di una ragazza che ripete insistentemente una storia incredibile ai medici di un reparto di igiene mentale.
Chissà quanti altri hanno fatto la stessa fine.

Mi auguro che almeno uno di loro, magari il distinto signore passato dalla stazione di servizio, sia riuscito a tornare indietro a raccontare nel suo mondo una storia incredibile.


Enrico Di Stefano

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