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Lo Yoga per la gravidanza

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Lo Yoga per la gravidanza

La formazione dell’individuo inizia nel periodo fetale sviluppando, ad esempio, la sensibilità sensoriale cioè la percezione del suono o della luce. Il bambino si forma in relazione alle qualità dei primi contatti con la madre. Attraverso la mia esperienza di lavoro di prevenzione prenatale affermo, pertanto, che la gravidanza va innanzitutto accettata sia sul piano fisico, sia psicologico. E’, in ogni caso, il primo passo da compiere per poter vivere con consapevolezza, serenamente e felicemente uno dei momenti più belli e di crescita, nella vita della donna. Un secondo passo lo si adempie prendendo in considerazione, dal punto di vista psicologico, la naturale paura che investe, soprattutto una primipara. Essa deve affrontarsi su un terreno a lei sconosciuto e tale stato di tensione contrasta con le qualità necessarie ad affermare la salute e la serenità indispensabili per un buon procedimento della gestazione.
Le modificazioni che si susseguono in continuazione sia sul piano psicologico, sia fisico, sono spesso causa di indisposizioni. Sul piano fisico, ad esempio, si possono presentare noiosi disturbi alla colonna vertebrale : mentre il feto cresce, il peso della madre aumenta obbligandola ad assumere una diversa postura che va ad alterare il naturale assetto della zona lombo-sacrale e questo è in genere causa di sofferenza.
Se la madre, inoltre, non ha avuto modo di affrontare una seria preparazione alla respirazione prima della gravidanza, si può trovare ben presto a disagio, dal momento che il diaframma, col crescere del feto, si alza mettendo in difficoltà la respirazione.
Ecco allora alcuni esercizi di yoga da fare a casa, che vi presento in queste pagine con l’intento di aiutare a superare questo momento, trasformandolo in un periodo di benessere psico-fisico :
il primo semplice esercizio consiste nel sistemarsi a "quattro zampe" (
vedi foto n° 1), concentrarsi nella zona lombare della colonna vertebrale e lasciare che il movimento scaturisca proprio da questo punto.
Mentre si ispira lentamente (il movimento deve durare quanto la lunghezza del respiro) si inarca la colonna, si abbassano i reni rivolgendo la testa all’indietro. Quando si espira, al contrario, ad una ad una si spingono le vertebre verso l’alto e si porta il mento il più possibile vicino allo sterno(
vedi foto n° 2).
La dinamica va ripetuta a lungo curando sia il movimento della colonna vertebrale, sia la respirazione. L’esercizio, come è facile presumere, sblocca e rende elastica la colonna e dà la possibilità di sviluppare una respirazione completa, attiva cioè su tutte e tre le aree : addominale, toracica, e clavicolare.
Nello Yoga, questo tipo di respirazione è conosciuta con il nome di Viagra-pranayama o respirazione della tigre. Può essere praticata da chiunque senza controindicazioni e per tutta la durata della gravidanza, apportando notevoli benefici.
Al primo segnale di stanchezza, tuttavia, è consigliabile sdraiarsi di lato sul pavimento (
vedi foto n° 3) per riposarsi. Il fianco da preferire è sicuramente quello dove si presume che il feto abbia la schiena girata.
Durante la permanenza in questa posizione si suggerisce di praticare la consapevolezza del corpo, favorendo lo stato di rilassamento. Allo stesso tempo va mantenuta anche la consapevolezza del respiro. Si deve osservare il fluire e defluire dell’aria e promuovere la totale spontaneità e libertà di espressione nell’atto respiratorio. Si tende in tal modo ad eliminare le tensioni e gli impedimenti psicologici originati dall’emotività.
Dopo alcuni minuti di quest’ultima pratica è consigliabile mettersi in posizione seduta, a gambe incrociate (
vedi foto n°4) e procedere ad una meditazione sul respiro "orientato" da eseguirsi come segue : inspirare lentamente e profondamente immaginando che il respiro inalato attraverso le narici scenda lungo la colonna vertebrale fino al plesso solare. Trattenere per qualche secondo (raccomando senza sforzo) e contemporaneamente visualizzare l’energia, trasferita nella pancia attraverso il respiro, distribuirsi nel corpicino del bambino. Esalare (sempre attraverso le narici) presumendo che la negatività lasci il corpo attraverso l’esalazione.
Chiudo sottolineando che la cosa più importante in prossimità del parto è di viverlo abbandonandosi a quella forza benefica della natura contenuta nella nascita del vostro bambino.


Foto 1

Foto 2

Foto 3

Foto 4

Amadio Bianchi

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