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Storia di un giudice – Francesco Cascini

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Nel far west della ‘Ndrangheta
Pagg.175 Euro 15,50
Einaudi Editore
 
Ungiovane d 25 anni ha superato il concorso in magistratura e deve scegliere, perultimo, la sede dove andare a svolgere il ruolo di giudice. Le sedi rimastelibere sono quelle di Locri, Gela e Nicosia, sedi disagiate dove i magistrativanno a lavorare in attesa di una domanda di trasferimento che li assegni  inuna Procura vicino la città dove abitano. E’ quello che è successo all’autore,attualmente direttore dell’ufficio ispettivo presso il dipartimentodell’amministrazione giudiziaria, che ha scelto di andare a lavorare a Locri.Un ” giudice ragazzino” come li definì l’ex Presidente della Repubblica FrancescoCossiga, che si trova catapultato in una città  e in una realtà diverse dallapropria  cultura. Cascini cerca di lavorare nel migliore dei modi, ma deve affrontarel’omertà della gente,  le titubanze del Procuratore Capo di fronte alle sueinchieste giudiziarie, la faida delle famiglie Cataldo e Calì che semina mortee   paura fra la gente, “quella paura che riporta nel fosso una comunità  chetenta di uscire, che riallinea tutti, che stabilisce le regole del potere,delpiù forte”.Lo scrittore-giudice ci descrive una realtà dove è difficile operare, ma , non appena si presenta l’opportunità di essere trasferito, non presentala domanda. Rimane a Locri per cinque anni non perché vuole fare l’eroe,maperché vuole concretamente applicare i principi di giustizia imparati sui testigiuridici. Circondato dall’affetto degli amici  Ettore e Carmen  e dei colleghiRoberto, Valter, Gioconda, Antonella , tutti, come lo scrittore, giovanimagistrati, dà vita ad una serie di indagini che riguardano l’ospedale,  lafalsa assunzione di braccianti agricoli, gli omicidi perpetrati , convinto che”la vera ‘ndrangheta non è solo quella che spara o che fa le estorsioni, maquella dei soldi, degli investimenti, della politica, dell’economia e delpotere  e si rende conto che , in Calabria,  il mondo è al contrario e si reggesu regole diverse Tenace, nonostante le oggettive difficoltà, si rende conto diavere fallito, di avere perso , . mi stavo abituando a perdere  , scrive, aricorrere all’uso del Vicks per superare l’odore dei morti e delle autopsie, mail giudizio di  Cascini sulla sua esperienza nella Locride non é solo negativo.Vi sono, di positivo,  i giovani colleghi, la bellezza di un mare non inquinato,la sabbia bianca,  Belvedere,il paese dove abita la donna e dove si rifugia incerca di una tranquillità , gli amici, esponenti delle forze dell’ordine come idue carabinieri che lo aiutano nell’indagine sull’ospedale, i finanzierisottoposti ad estenuanti turni per qualche migliaio di euro e parte dellapopolazione che vuole far trionfare la verità e la giustizia. Cascini, oltre atratteggiare  molto bene personaggi, come Memo “il folle del paese” esituazioni, ha il dono di una scrittura molto poetica, dolce, musicale con laquale riesce magistralmente a mescolare vicende collettive, il lavoro digiudice e della Procura, con quelle private( il rapporto troncato con Rita,l’incontro con Nicoletta, l’attuale moglie). Cascini lascia la Locride,ma il messaggio che ci trasmette lascia spazio alla speranza. La giustizia, lasciaintendere,  può trionfare in una terra dominata dalla ‘ndrangheta. Basta  crederci.

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