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Benaresyama

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Benaresyama
Capitolo VI


Le porte automatiche del laboratorio informatico dell’Arcam si aprirono con un sibilo freddo al sopraggiungere di Blake, appena rientrato dal suo incontro con Cam. Il dottore, che appariva stanco e spossato dal suo viaggio, sapeva che poteva ottenere tutte le informazioni che desiderava tramite la rete mondiale segreta che univa le più importanti agenzie di difesa mondiali e le multinazionali impegnate in ricerche di materiali pericolosi : la rete era stata organizzata durante la prima guerra fredda, e anche se allora le sue potenzialità erano decisamente scarse, contribuì ad un proficuo scambio di informazioni che impedì un conflitto atomico di grande portata. Dopo alcuni decenni e con l’introduzione di tecnologie sempre più sofisticate, i principali stati si unirono in una coalizione segreta volta all’accumulazione di un potere concentrato in poche mani, utilizzando proprio la rete, ribattezzata Febo, come punto nevralgico dello scambio di dati.
Purtroppo, essa non bastò a calmare il demone della cupidigia che giace nell’animo degli uomini : ci furono molte guerre, che nemmeno l’utilizzo di sofisticati mezzi come la rete potevano evitare, come era poi logico che fosse : gli stati che subivano gli attacchi erano solitamente sprovvisti persino delle tecnologie di base, e, per quanto una spia potesse svolgere in modo superlativo il proprio lavoro, una facile connessione con la rete stessa risultava pressoché inattuabile.
Tuttavia, per chi ne poteva disporre, risultava una inesauribile fonte di dati su tutto lo scibile umano: essa, infatti, aveva anche la funzione, nel caso di una guerra che potesse portare alla quasi totale estinzione della razza umana, di tecnologica biblioteca di Alessandria.
Blake si avvicinò al terminale pensando proprio a questo: doveva riuscire ad ottenere tutte le informazioni possibili su Kage, doveva capire chi fosse quell’uomo, e la rete poteva probabilmente offrirgli tutte le risposte che desiderava; non si aspettava certo di imbattersi per caso nella pagina di presentazione del signor Kage, questo no, non era così ingenuo, ma in fin dei conti la rete aveva accesso a tutti i database delle multinazionali a essa collegata, e la Arcam non faceva certo eccezione: tutto stava nell’intrufolarsi nell’archivio dei dipendenti cercando quello desiderato, e non ci sarebbe stata più di una protezione di medio livello, come da prassi per i dirigenti. Si infilò il filo a fibre ottiche alla base del cranio, pensando con irriverente disprezzo ai primi esperimenti con le calotte e gli spinotti cranici dei militari, che erano costati la vita a non pochi soldati a causa di cancri causati dai campi magnetici eccessivi che si sviluppavano in prossimità del cervello.
La rete si mostrava come sempre nella forma di una splendida stanza di una casa inglese dell’ottocento: dato che la rappresentazione variava da persona a persona, si era sempre domandato da quale parte del suo subconscio giungesse quella visione; probabilmente da qualche immagine olografica che da bambino lo aveva particolarmente colpito, ma dato che si sentiva decisamente a sua agio in quella sua proiezione, non aveva mai avvertito la necessità di ricorrere a quegli imponenti programmi di computer grafica che permettevano di customizzare la propria visualizzazione bypassando il segnale neuronale.
La ricerca non si presentò comunque molto semplice : vagando per la casa non aveva trovato niente, e iniziava ad ipotizzare che i dati si trovassero nascosti in qualche anfratto della rete stessa. Si disse :" Diavolo, George, pensa, qual’è il luogo di una casa più nascosto, o meno frequentato ? ". Come folgore dal cielo, la risposta arrivò così semplicisticamente chiara nella sua mente che quasi si stupì della sua ovvietà : i sotterranei . Si diresse correndo nella matrice, mentre il computer che giaceva a pochi centimetri al suo fianco elaborava i dati relativi all’ambientazione integrandoli coi dati effettivi che si trovavano nel luogo. Finalmente arrivò alla porta dei sotterranei : un blocco di sicurezza di medio livello, come aveva pensato: pochi minuti dopo e la serratura appariva scardinata.
Blake entrò, il buio che dominava la zona: era abbastanza ovvio, lì si trovavano i dati più segreti di tutti gli stati e delle multinazionali presenti al mondo, e la ricerca di file compromettenti doveva risultare il più difficile possibile per un hacker che riuscisse a penetrarvi. Cercò a fondo, ma di Kage non vi era alcuna traccia, o almeno così pensava, fino a quando non scorse una piccola botola. La aprì, ed improvvisamente si trovo in un deserto dal cielo irrealmente azzurro e screziato da bianche nuvole, la sabbia quasi rossa come il fuoco scoppiettante, dietro di lui la porta da cui era giunto, davanti una porta più grande con l’iscrizione Kage n.239, che appariva come l’entrata per un mondo mistico o forse un tempio, affiancata da una consolle di comando: si diresse alla consolle, che doveva essere il meccanismo di apertura della porta, ma non appena prese a utilizzarla, rimase sgomentato: per accedere al sistema di sbloccaggio, era necessario forzare una quintupla protezione di primo livello, cosa decisamente inconsueta pensando all’unica protezione di primo livello con cui i presidenti delle nazioni si mettevano al sicuro: che segreti poteva nascondere quella porta, da necessitare di una così inespugnabile misura di sicurezza ? Anche l’hacker più esperto si sarebbe sentito impotente davanti a un protezione simile.
Mentre rifletteva sul metodo per provare ad aggirare il sistema di difesa, un lampo bianco passò davanti ai suoi occhi, e improvvisamente il buio lo avvolse ; affrettò quanto più possibile le procedure di sconnessione, e si tolse il cavo, rimanendo per alcuni secondi come inebetito: l’interruzione forzata di una connessione necessitava di tempo per riabituarsi ad una realtà fisica che ormai differiva ben poco da quella ricreata via software: molte volte si era perfino soffermato a pensare a quale dei due piani della realtà, fisica o virtuale, egli appartenesse veramente.
I colori e le sagome materiali iniziavano finalmente a prendere forma: il laboratorio giaceva nel suo consueto silenzio asettico, per nulla deturpato dalla presenza di Kage che sedeva davanti ad un terminale osservando ironicamente il suo sottoposto.
" Stava cercando qualcosa ?"
Blake, col sudore che colava freddo dalla sua fronte come gocce di rugiada mattutina, rimase interdetto da quelle parole così affabili e dettate probabilmente da un senso di superiorità schiacciante ; la realtà era che non sapeva cosa potesse essere più conveniente rispondere : atti del genere erano puniti ben al di fuori dei confini che la legge aveva stabilito fin dalla propria genesi , e le politiche aziendali non si facevano scrupoli ad eliminare coloro che ritenevano rami marci. Prima che riuscisse a pensare a cosa dire, Kage riprese a parlare : " Ammiro, e dico davvero, il suo grande spirito di iniziativa e la sua insaziabile ricerca della verità, dottore. Però non posso fare a meno di farle notare che lei non è nient’altro che un misero essere umano : quanto le resterà ancora da vivere ? Cinquanta, sessant’anni ? Si guardi: lei è come una foglia che un essere superiore sta decidendo se potare o meno. Come essere umano non potrà mai soddisfare tutta la sua sete di sapere: essa crescerà sempre di più, ogni scoperta corrisponderà ad una momentanea soddisfazione tra la noia perpetua che invade la sua esistenza e che la spinge ad imprese sempre più impegnative : ma fino a quando potrà continuare ? Vanità delle vanità, disse qualcheduno. Io le ho offerto e le continuo ad offrire la possibilità di placare l’ignavia in cui lei affoga da sempre adempiendo a compiti per i quali preferisco fare da spettatore, invece che diretto partecipante. Lei mi serve, apprezzo la sua audacia e necessito delle sue capacità di ricercatore. Tuttavia, " si alzò afferrando per la gola il dottore e sollevandolo, " ci sono cose che le non potrà mai sapere, cose a cui lei, proprio per la sua natura di essere umano, è precluso, cose che anche provando per tutto il tempo che le resta, non potrebbe o non vorrebbe riuscire a capire. Quindi le consiglio di non allargare troppo il campo della sua ricerca, in futuro." Così dicendo lo lanciò contro la parete con un gesto secco e apparentemente lievissimo.
Blake, carponi e con un evidente lacerazione al sopracciglio sinistro, indirizzò uno sguardo fulminante a Kage che stava uscendo dalla stanza, e con una risata sprezzante gli disse: " Lei fa davvero dei bei discorsi, indubbiamente avrebbe fatto fortuna in campo giudiziario; ma che diavolo pensa di dimostrare, con tutte queste baggianate dettate probabilmente dal suo ego gonfio e marcio fuori di ogni misura ? Lei pensa forse di vivere per l’eternità? O di poter comprendere, grazie ad un occulta predestinazione, cose che io non potrei? Lei mi fa ridere come pochi Kage, lei mi fa ridere. Quelli come lei saranno sempre i più delusi dagli affanni della vita, perché la vostra arroganza non vi permette di intravedere i vostri limiti umani."
" I miei limiti umani, dice ? E’ lei che fa ridere me. Comunque le ricordo che ha altre ricerche ben più importanti da portare a termine. Dobbiamo riuscire a localizzare l’unità Bresakr al più presto possibile, non escludendo la possibilità che le tre unità siano già in possesso di informazioni di decisiva importanza. Si faccia rimettere a posto in fretta, penso che abbiamo perso fin troppo tempo : le disposizioni sono sull’estratto dal codice di Baphomet che le ho lasciato sulla sua scrivania; si ritenga un privilegiato, lei deve essere la terza persona che lo legge. "
All’uscita di Kage la stanza piombò definitivamente nel silenzio.


Maryl, l’assistente personale del dottore, stava cercando di curare nel modo meno doloroso la ferita sulla fronte del suo caro superiore : era con lui da tempo immemorabile, l’aveva accompagnato fin da dopo la sua laurea, attirata da quella immensa sete di sapere che divorava lo stesso dottore. Aveva ricordi piacevoli degli scavi e delle ricerche scientifiche e genetiche che aveva realizzato con lui, e si era sentita incredibilmente onorata quando le fu offerta dal suo stesso mentore la possibilità di continuare insieme sulla strada della scoperta sotto le ali protettive dell’Arcam, quando ancora essa appariva come ottimo compromesso tra la possibilità materiale di portare a termine ricerche di notevole importanza e attribuzione legittima delle scoperte; tuttavia non si poteva negare che la situazione che si stava creando la preoccupava alquanto.
Il dottore stava immobile, con gli occhi sbarrati, probabilmente bloccato dal suo stesso senso di impotenza, e Maryl non poteva fare altro che osservare intimorita la scena e possibilmente cercare di non fare esplodere la collera dello stesso Blake.
" Cosa ne pensa di Kage, Maryl ? " sibilò improvvisamente, come se un pensiero unico si focalizzasse nella sua mente.
" Indubbiamente il suo contributo è stato fondamentale per la nostra ricerca, sia per i dati relativi alla locazione dell’Arca, sia per la protezione che ci ha offerto, sia per averle finalmente permesso di avviare e portare a termine la ricerca sui soldati genetici . Senza dubbio le sue intuizioni mediche e archeologiche, dottore, sono tra le più geniali di questo secolo; in lei vedo tracce della genialità multiforme dei grandi del passato, ma purtroppo, al giorno d’oggi, senza la più adeguata protezione le persone come lei non possono esplicare compiutamente le proprie intuizioni, e Kage è stato fondamentale da questo punto di vista. "
" Capisco," rispose il dottore abbassando lo sguardo, " ma che opinione ha di lui come persona ? Non le sembra che ci nasconda qualcosa ? "
" Non saprei cosa risponderle, dottore," riprese leggermente imbarazzata sapendo di essere in procinto di dire cose che il dottore non avrebbe gradito " sinceramente ritengo che, avendoci svelato così tanti dettagli, sia stato anche troppo prodigo di informazioni : guardi, ci ha anche dato il codice di Baphomet, uno dei reperti più ricercati da tutte le agenzie del pianeta. " E così dicendo glielo mostrò.
" Lo ha già esaminato, Maryl ? " Chiese il dottore.
" Si, mi dispiace se mi sono permessa di farlo senza il suo permesso, ma mi è stato consegnato alcuni giorni prima del suo arrivo."
Il dottore fece segno con la testa come se non fosse nulla di grave e la invitò a continuare. Maryl ammise di non essersi mai imbattuta in un reperto di tale rilevanza; si trattava di diverse lastre finemente incise su un materiale straordinario e di provenienza sconosciuta, probabilmente analogo a quello dell’Arca: ovviamente un testo molto antico, ma i test col carbonio 14 non avevano dato alcuna informazione, in quanto esso appariva fuori scala. Altro fatto di immensa rilevanza era il connubio di tre diverse tipologie di alfabeto e grammatica, che mischiavano caratteri cuneiformi, geroglifici risalenti all’antico regno egizio e parti in antico dialetto ebraico, dato storicamente difficilmente interpretabile, per la differente appartenenza ad aree temporali delle varie tipologie. Il confronto lessicale e grafologico aveva permesso comunque una comprensione minima del testo stesso, seppure con immenso sforzo. L’opera, infatti, si delineava come una realtà letteraria senza precedenti, almeno nell’antichità: essa si configurava come una narrazione mistica in cui l’anonimo autore si identificava col demone Baphomet, demone che presiede al sapere, e procedeva come una narrazione di stampo epico: veniva trattata una lunga battagli avvenuta tra due stirpi prima unite sotto il nome di Olam, parola che in ebraico significava " mondo ", delle quali era difficile individuare le finalità : un imprecisato evento le lanciò una contro l’altra, divise nella stirpe di Olam Ghevul e Olam Kesher, rispettivamente la stirpe del Confine del mondo e la stirpe del Legame del mondo; purtroppo nello stesso codice non c’erano tracce di che cosa potesse essere accaduto.
La battaglia durò differenti secoli, fino a quando la stirpe di Olam Ghevul si avvalse di una creatura dalla immensa potenza, che sterminò senza pietà quella nemica: solo uno di loro si poté salvare, e visse in esilio sulla terra da lui amata, ripudiato da coloro che aveva chiamato fratelli e da altri esseri che erano lasciati nell’oscurità dal testo, una massa di esseri che subiva passivamente tutti gli accadimenti, pronti a cambiare il loro servile giogo da un momento all’altro.
L’ultima parte narrava del destino della potente creatura: finita la missione che aveva compiuto in favore dei suoi padri, osservò il suo operato e se ne compiacque, e, con un cerchio di fuoco che bruciava nella sua mente nel quale erano marchiati i suoi futuri ordini, si depose in un luogo nell’attesa che una nuova stirpe lo risvegliasse: era una parte ancora più criptica da interpretare delle precedenti, in quanto l’ubicazione del luogo non veniva rilevata se non attraverso un complesso sistema di simboli e riferimenti geografici appartenenti ad un’era troppo lontana e identificabile. L’unico dato certo sembrava fare riferimento ad una profezia riguardante un antico re di Uruk del XXVI secolo avanti Cristo in Mesopotamia, rappresentato come la chiave per disvelare all’umanità i primi segreti della potenza della stirpe Olam Ghevul e aprire il tempio sacro del Cielo.
" Quindi, " dopo aver riflettuto per qualche minuto su quello che aveva sentito, " ipotizzando che la creatura di cui si parla sia lo stesso Bresakr, la nostra traccia è ritrovare il cadavere di questo ipotetico re di Uruk e questo cosiddetto tempio del Cielo. Dannazione… pensare che avremo da ribaltare mezza Mesopotamia alla ricerca di un qualcosa che probabilmente è invenzione della mente malata di un pazzo satanista e per di più per conto di quella feccia di Kage…"
Maryl lo guardò dolcemente e disse: " Coraggio,dottore, in fin dei conti potremmo sempre trovare alcuni dati interessanti o qualche reperto di rilevanza. Dove è finita la sua curiosità che da sempre la guida e che io ammiro?"
Blake abbassò nuovamente gli occhi, e, con uno sforzo che sembrò costargli una pena interiore immensa, le sorrise e disse: "Forse ha ragione. Allora avanti, iniziamo le ricerche".


Capitolo VII

La città di Thinis risplendeva ancora di una maestosa grandezza, che la rendeva ancora più ricca di suggestioni mentre il cielo, ancora parzialmente del suo colore naturale in quelle regioni quasi incontaminate e non toccate dalla mano tracotante degli uomini, tramontava in tutta la sua gamma di splendore, sempre più vicino all’orizzonte.
Rama si muoveva con grande naturalezza tra i vicoli della città antica, dove si potevano trovare rivenditori delle più disparate meraviglie, da imitazioni di terzo grado di reperti archeologici fino a chip rubati e di cui nemmeno il rivenditore poteva conoscere il reale utilizzo; la folla delle persone, che non si accingeva a rientrare nella propria casa nemmeno col tramonto imminente, rompeva il silenzio della sera col suo continuato chiacchiericcio, mentre uomini vestiti nell’uniforme della multinazionale Trident vigilavano attenti da sopra i loro mezzi meccanizzati: da molto tempo la Trident dominava di fatto tutto l’Egitto, avendone riscattato i debiti alla stessa maniera in cui nell’epoca dell’imperialismo l’Inghilterra aveva fatto, ma con la sostanziale differenza che non ci fu alcuna guerra guidata da fazioni guerrigliere per l’indipendenza dello stato: si potevano comunque trovare alcuni gruppi nazionalisti che professavano l’odio più totale contro la multinazionale dominatrice e chiedevano a gran voce l’indipendenza, ma al governo, a cui era lasciata una discreta autonomia, la situazione sembrava decisamente positiva. Infatti, i fondi che venivano investiti nella ricerca e nell’utilizzo delle nuove materie prime venivano infatti devoluti, oltre che ad altre ricerche di stampo militare o industriale, anche allo sviluppo economico e turistico dello Stato, che da anni si era trasformato in una sorta di portofranco spazio temporale in cui convivevano passato e presente in una normalità che arrivava quasi alle vette dell’indifferenza.
I volti gentili e duri dei commercianti si susseguivano in un turbine di tratti semantici differenti al passaggio di Rama e Benares, fino a quando Rama svoltò in un vicolo buio, alla cui fine era possibile notare l’entrata di quello che aveva l’aspetto di un bazar dell’antichità: Rama scostò delicatamente le tendine che coprivano l’entrata, e un dolce profumo d’incenso avvolse immediatamente i due : dietro al bancone, un uomo anziano, dal volto solcato dalle rughe, sorrise affabilmente a Rama: "Amico mio, l’ultima volta che si siamo visti è stato almeno quarant’anni addietro, e vedo che ancora il tuo aspetto è quello di un tempo, come già mi disse mio padre, e ad esso suo padre. Cosa porta Seth il grande all’umile negozio del vecchio Azhim? E chi è quel giovane che sta alla tua destra? Un guardiano, ma ne dubito – come, infatti, il grande Seth, che da solo entrò nelle leggende del mondo per la sua audacia, immenso per forza e per ingegno e che aiutò gli avi dei miei avi, può averne bisogno? -, oppure un altro della tua stirpe? " Disse con grande riverenza.
" Caro Azhim, il tuo intuito, lodato tra le genti di Thinis, non sbaglia neanche stavolta: costui è Benares, l’ultimo generato dalla mia stirpe. E per quanto riguarda la mia venuta, una importante missione attende me e il mio compagno: siamo alla ricerca del santuario di Nermer per ritrovare il Libro sacro. Sa, Azhim il saggio, qualche cosa di utile?" Domandò senza esitazione.
" Tu chiedi a un povero vecchio di ricordare cose antiche, amico mio: purtroppo la memoria umana non ha la resistenza ai colpi del tempo che ha quella della tua stirpe divina; tuttavia, ricordo di alcuni scavi che fecero gli scienziati della Trident alcuni anni addietro a pochi chilometri dal portale nord della nostra città.
Stavano cercando dei reperti interessanti e utilizzabili, ma le uniche cose degne di nota che trovarono furono delle iscrizioni in caratteri misti sui muri di una minuscola tomba al centro degli scavi: dopo varie analisi, gli archeologi ritennero che fossero false, probabilmente incise da qualche predone giunto prima di loro; ritengo, ad ogni modo, che tu possa trovarle interessanti : quante volte l’uomo si è perso per non aver voluto riconoscere qualcosa come vero, infatti ?" Sorrise allusivo, le rughe che si contraevano in una benevola smorfia di compiacimento.
Rama ringraziò l’uomo, e insieme a Benares si diresse verso il portale della città: la cinta muraria che racchiudeva la città in un oasi di non tempo era spessa e solida, costruita in solida roccia raffinata e alta alcune decine di metri: si era rivelata una necessità contro le tempeste di sabbia e i predoni appartenenti ai vari gruppi religiosi che prima della sua costruzione invadevano regolarmente la cittadina in nome del loro Dio: una multinazionale come la Trident non poteva che avere un forte senso della proprietà, e i soldi spesi per la loro costruzione furono presto ammortizzati da quelli non impiegati per ricostruire parti della città dopo un attacco. Ora gruppi di cecchini scelti stazionavano sulle torrette che si susseguivano ogni duecento metri sul perimetro della cinta muraria, e un attacco da parte di un qualsiasi gruppo sarebbe risultato decisamente autolesionistico. Per ciò, dopo alcuni mesi dalla costruzione, gli attacchi erano calati fino a scomparire.
La città era raggiungibile con aerei di vario tipo, che rappresentavano oramai il principale mezzo con cui i turisti e i cittadini si muovevano dalla città, e l’utilizzo dei portali era pressoché nullo, anche se erano costantemente ben sorvegliati. Benares e Rama si trovarono ben presto davanti al portale nord : l’immensa costruzione di roccia si stagliava con prepotenza per molti metri di altezza, e, dopo sommari controlli che portarono via alcuni minuti ad uno sbigottito sergente che continuava a ripetere come non sarebbero più riusciti a rientrare se non con un aereo e che il più vicino aeroporto distava centinaia di chilometri, si aprì con teatrale lentezza.
I due si trovarono circondati dal deserto, che si estendeva per uno spazio che appariva non avere mai fine : con un cenno del capo, Rama fece segno di partire, e si incamminarono verso gli scavi abbandonati che si potevano intravedere in lontananza.
Lo scavo, che occupava un’area di qualche chilometro quadrato, faceva risaltare ancora di più il senso di solitudine e abbandono che è proprio di luoghi dal fascino arcano come quello in cui si trovavano : alcuni macchinari abbandonati giacevano coperti di sabbia ai lati di alcune delle entrate, e casse piene di rifiuti erano sparse qua e là simboleggiando l’arroganza e il desiderio umano di dominio esplicabile anche nella dissacrazione di luoghi tali con i propri scarti.
L’entrata che era l’oggetto della ricerca dei due Angeli era situata nel centro dello scavo, isolata dalle altre in un modo quasi regale : entrarono.
Una piccola scala di roccia li condusse per alcuni metri in profondità, fino a quando non si trovarono in una minuscola stanza pressoché ingoiata dalle tenebre: Rama accese una fiaccola, e le deboli fiammelle illuminarono debolmente la stanza, proiettando deboli ombre danzanti sui muri. L’iscrizione si trovava nella parete più grossa, e, come Azhim aveva detto, era in caratteri misti.
" Pensi di essere in grado di leggerla ? " Chiese Benares incuriosito al compagno che aveva iniziato ad esaminare l’iscrizione con grande attenzione.
" E’ ancora presto per dirlo : se da una parte ho la fortuna di essere nato nell’antichità e di riuscire a leggere gran parte delle scritture antiche, dall’altra, sebbene durante i secoli nei quali ho vissuto abbia studiato culture più antiche della mia, non ho una conoscenza totale di tutte le tipologie di scrittura : necessito di un po’ di tempo per decifrare quello che c’è scritto, ma penso che il significato complessivo non ci sarà precluso. " E continuò ad osservare l’iscrizione, mentre le righe di testo scorrevano davanti ai suoi occhi.
Passò del tempo, e finalmente Rama distolse sbuffando gli occhi dal muro per dire :" Era da tanto che non trovavo qualcosa di così impegnativo da decifrare : sebbene gli alfabeti di base e i pattern linguistici corrispondano ad alcuni che non mi sono sconosciuti, la sintassi e la morfologia sono un qualcosa di unico. Direi che è un ampliamento delle tematiche del Corpo Ermetico di Thot, il dio della saggezza protettore degli scribi, adorato anche in Grecia col nome di Ermes Trismegisto, tre volte grande: il Corpo rappresenta un insieme di scritti di oscura interpretazione e di carattere mistico. Riassumendo il tutto, il testo afferma che siamo nell’anticamera del tempio di Nermer, che viene identificato con caratteri alto-ebraici come il protettore di un qualcosa che viene identificato con le parole Ish Gabbor."
" E cosa significa ? " Benares iniziava ad essere impaziente.
" E’ traducibile con " uomo eroe" oppure con " uomo guerriero ", comunque con un essere che trascende le comuni possibilità umane, un essere migliore. Il fatto è che dopo veniamo menzionati noi Angeli, e non riesco a capire se si riferisca a noi l’espressione oppure a qualcos’altro, magari al Bresakr. Continua dicendo che il tempio si aprirà quando gli Angeli poseranno le loro stanche ali nella caverna e la bocca di Thot riconoscerà la loro sacra presenza : in parole povere dovremmo trovare da qualche parte una specie di fessura dove introdurre la mano per farci aprire : gli antichi dovevano preservare questi luoghi con indicazioni quanto più possibile criptiche, ma dopo un po’ che si ha a che fare con queste cose, le metafore sono decisamente semplici da interpretare. Comunque non mi stupisco che gli archeologi abbiano lasciato perdere questo au part ; per un essere umano, ammesso che riesca a decifrarne il senso complessivo, il tutto appare come una serie di frasi senza senso."
" Spiegami cosa intendi per au part ." Chiese al compagno, incuriosito da una parola che gli sembrava di aver già sentito.
" In gergo archeologico, au part è il termine che designa tutti quei reperti che vengono trovati in zone geografiche a cui non possono appartenere, o al periodo a cui vengono fatti risalire. Usualmente gli archeologi normali li catalogano come dei falsi, oppure passano sopra alle analisi e si inventano una data più o meno plausibile : l’esempio più eclatante è la Sfinge di Giza : usualmente la si fa risalire insieme ai due templi annessi al 2500 circa avanti Cristo, ma tenendo presente il clima estremamente secco della zona negli ultimi 5000/6000 anni e considerando il fatto che la Sfinge è rimasta sepolta sotto il manto protettivo della sabbia per secoli, la sua accentuata erosione risulta un fatto inspiegabile alla geologia, se non retrodatandone di parecchi millenni la costruzione, esattamente a quel periodo di precipitazioni che coincide con la fine dell’ultima glaciazione. Questo tipo particolare di erosione verticale è dovuta, infatti, all’azione della pioggia nel corso dei millenni e l’esistenza di un monumento tale in età così antiche presuppone l’esistenza di una o più civiltà molto avanzate, creando così un paradosso temporale. Come puoi facilmente intuire, dopo le analisi che dimostrarono la tesi, l’unica cosa che sembrò possibile attuare fu tacere di queste stesse analisi e attribuire alla Sfinge l’età che puoi trovare sui libri di archeologia e storia : per l’uomo è difficile pensare al di fuori di schemi che si è già prefissato e che tanto duramente ha cercato di costruirsi."
" Ma come è possibile che non si vogliano accettare dati di fatto scientifici di questo genere ? Mi sembra impossibile che gli archeologi abbiano creato una specie di società segreta che opera sulle informazioni, scegliendo quelle divulgabili, no ? "
" Hai ragione, infatti gran parte degli archeologi non hanno la minima idea dell’esistenza di veri au-part : come già ti ho detto, li catalogano come falsi. Essi acquisiscono informazioni di livello superiore solo a condizione che vengano ingaggiati da una qualche multinazionale, che li protegge e gli informa di come stanno in realtà le cose : le specie di società segrete che vigilano sulle informazioni di cui tu parli non sono certo formate da archeologi, ma dalle multinazionali, che sono poi le sole a beneficiare della tecnologia antica ; in sostanza non si vuole far sapere che in passato ci furono civiltà avanzatissime, ma non per il fine, già moralmente discutibile, di non gettare nel panico la popolazione con teorie rivoluzionarie sul corso della storia, ma, ben più opportunisticamente, per fruire in sempre meno persone di tecnologie di altissimo livello. Comunque non è certo questo il momento di perdere tempo sulla stoltezza dei signori del nostro mondo ; abbiamo l’entrata di un tempio da aprire e un libro sacro da leggere."
I due si misero alla ricerca di una qualche fessura, fino a quando Rama non pose le sue mani su una parte di roccia che appariva decisamente friabile : dopo qualche lieve colpo alla roccia stesso, la bocca di Thot apparve alla vista degli Angeli, cercando di capire se potesse aprire le porte della saggezza a quegli esseri che ancora non aveva riconosciuto come i legittimi protettori del patto dell’Ararat.
Benares inserì con fare sospettoso la mano ; un lieve ronzio sembrò prendere vita dopo innumerevoli secoli, e la mano fu investita da un raggio verde fluorescente di un tiepido calore, come se già volesse dare il benvenuto ai due prestigiosi ospiti che stava per accogliere dentro sé .
Il ronzio ebbe finalmente fine, e al suo posto si udì il clangore di catene e marchingegni meccanici che iniziavano a muoversi con lentezza, aprendo a poco a poco una delle pareti della stanza, vero e proprio portale per un nuovo mondo che si spalancava mentre calcinacci e sabbia cadevano a terra impietosamente.

Federico Mori




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