Comunicato stampa di Synpress44
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Atlantide: ritorna la fusion mediterranea di Gio Gentile. Videoradio pubblica il secondo album del chitarrista campano: jazz-rock di alta suggestione ispirato al continente sommerso. Special guest Joe Amoruso e Luca Aquino.
Arriva finalmente nei negozi Atlantide, il nuovo disco del chitarrista Gio Gentile, pubblicato dalla Videoradio di Beppe Aleo. A sei anni di distanza dal disco di esordio Makarìa, il giovane musicista campano esplora ancora una volta il mondo della ‘fusion mediterranea’ con un concept-album dedicato al mitico continente sommerso. Un lungo periodo di lavoro per un disco ispirato nuovamente al mare, forza distruttrice e fonte di vita al tempo stesso, espresso con un rock-jazz caldo e sognante, segnato come non mai dalle radici isolane (Procida) dell’autore. Per realizzare questo ambizioso progetto, Gio Gentile si è avvalso di un formidabile team: l’apprezzato ingegnere del suono Pierluigi Iele, una solida band formata da validi musicisti (Gianluca Grasso, Giuseppe Timbro, Sisto Masone), uno stuolo di collaboratori come Davide Luciano, Franco Pastore, Marco Pietrantonio e Alfonso Coviello (Sancto Janne). Inoltre Gio ha avuto la generosa partecipazione di due prestigiosi special guest: il popolare tastierista Joe Amoruso (storico membro della band di Pino Daniele) in Utopeace, la nuova stella del jazz italiano Luca Aquino (tra i vincitori del Top Jazz 2009) alla tromba in Mike Day 2. Come in Makarìa, anche in Atlantide la proposta di Gio Gentile è orientata ad un jazz-rock avvolgente e caldo. I riferimenti stilistici vanno dai suoni più sensuali di Santana alle magie psichedeliche dei Pink Floyd, dalla lezione dei maestri Steve Vai e Joe Satriani all’amato movimento del Naples Power. Le dieci tracce strumentali (con suggestioni vocali di Davide Luciano) alternano maestosi temi ispirati ai viaggi marini e travolgenti dialoghi tra chitarre e tastiere, con agganci all’esperienza del progressive-rock.
Un nuovo entusiasmante capitolo per l’alfiere della fusion mediterranea.
Line-up:
Gio Gentile (guitars)
Alfonso Coviello (percussions), Davide Luciano (bass and vocals), Gianluca Grasso (keyboards), Giuseppe Timbro (bass), Sisto Masone (drums), Francesco Pastore (percussions), Marco Pietrantonio (drums).
Special Guests:
Luca Aquino (trumpets) e Joe Amoruso (keyboards)
Info:
Atlantide – Diario di bordo:
Videoradio:
Davide
Ciao Gio. Non ascoltavo da tempo della nuova buona fusion come la tua, di quella un po’ meno commerciale e più ricondotta allo spirito iniziale, più jazz rock che pop (Pat Metheny, Frank Gambale, Allan Holdsworth, John Scofield per intenderci, qualcosa anche di John McLaughlin e certo Jeff Beck). Ho letto che hai cominciato come autodidatta. Puoi dirci qualcosa della tua formazione di chitarrista? E chi ti ha maggiormente influenzato?
Gio
Ciao, innanzitutto grazie per i tuoi complimenti e per gli “accostamenti ” ai mostri sacri che hai nominato. Troppa grazia!
In effetti, come hai detto, la mia musica tende ad essere meno commerciale, meno pop e più rock cercando di mescolare diversi generi “fondendo” il tutto e aggiungendo un pò di farina del mio sacco. Ho incominciato a suonare da autodidatta seguendo mio nonno e mio padre, ho imparato le prime note grazie ad alcuni musicisti affermati come ad esempio Leo Giannola ( Caligaghan ) grande amico che ora è un affermato musicista di professione in Francia. Passata la fase iniziale di curiosità, ho incominciato a studiare la musica e il mio strumento e, successivamente, ho intrapreso per circa due anni gli studi jazz all’UGS di Pomigliano d’Arco sotto la guida del jazzista Pietro Condorelli. Nel corso degli anni, poi, ho seguito diversi seminari tenuti da noti chitarristi quali: Paul Gilbert, Andy Timmons, Mike Stern, Frank Gambale, Maurizio Colonna, Michele Quaini, Tony De Gruttola e il mitico Steve Vai, da cui ho attinto moltissimo.
Dopo tutti questi anni, ho sviluppato un mio modo personale di suonare, ma devo dire con tutta franchezza che sono stato influenzato dal primo Pino Daniele, da Steve Vai, David Gilmour e il grande Santana.
Davide
Perché hai scelto di suonare rock fusion? Cosa c’è in questo genere che ti ha colpito più che in altri?
Gio
Si tratta di una scelta di cuore, e come ben sai al cuore non si comanda. La fusion è lo stile che più si avvicina al mio modo di concepire la musica. Con essa riesco a mescolare diversi generi, quali funk, rock, jazz, reggae contaminandoli con atmosfere mediterranee a me care, tutto questo ha gettato le basi della mia “Fusion mediterranea”
Davide
Pino Daniele è stato un pioniere della fusion in Italia, e con lui Joe Amoruso, già definito l’enfant prodige delle nuove correnti pop, ha stretto da tempo un significativo sodalizio. Avere ospiti così importanti, un tastierista come Joe Amoruso che ha suonato con Billy Cobham, Nana Vasconcelos, Mel Collins, Don Cherry, o come il trombettista jazz e talento internazionale Luca Aquino, è una riconferma della qualità della tua musica. Chi è per te il massimo musicista con cui desidereresti suonare, e perché?
Gio
Effettivamente avere ospiti del calibro di Joe Amoruso e Luca Aquino non è cosa da poco, e, naturalmente, per il disco mi sono affidato ad altri grandissimi musicisti come ad esempio Giuseppe Timbro -attualmente in tour con L. Barbareschi-, Sisto Masone, Gianluca Grasso, Marco Pietrantonio, Davide Luciano, Alfonso Coviello (Sancto Ianne) e Francesco Pastore. Tornando a Joe e Luca, posso solo dire che hanno innalzato il livello qualitativo ed espressivo della mia musica, Joe con la sua esperienza e il suo tocco magico sul pianoforte e Luca per il suo estro improvvisativo. Inquadrare i due amici nel contesto della mia musica è stato semplicissimo, hanno ascoltato prima la mia musica poi il loro cuore, il resto e venuto da sè. Per quanto riguarda un sogno nel cassetto, confesso che mi piacerebbe registrare un nuovo disco con i massimi esponenti del “Naples Power” come ad esempio: Tullio De Piscopo, Rino e Marco Zurzolo, Ernesto Vitolo, Rosario Jermano ed ovviamente e nuovamente con Joe Amoruso
Davide
Ci descrivi il tuo gruppo?
Gio
Beh, al momento mi esibisco con tre formazioni differenti, ma se parliamo della mia musica, ti posso dire che sul palco mi avvalgo solo di quattro componenti più il mio carissimo fonico Pierluigi Iele, che ritengo elemento indispensabile per lo spettacolo. Alla batteria Sisto Masone, al basso Giuseppe Timbro, alle tastiere Gianluca Grasso. Alla formazione base si uniranno per i live Marco Pietrantonio alle percussioni e Davide Luciano ai cori.
Davide
« La ricerca di Atlantide colpisce le corde più profonde del cuore per il senso della malinconica perdita di una cosa meravigliosa, una perfezione felice che un tempo apparteneva al genere umano. E così risveglia quella speranza che quasi tutti noi portiamo dentro: la speranza tante volte accarezzata e tante volte delusa che certamente chissà dove, chissà quando, possa esistere una terra di pace e di abbondanza, di bellezza e di giustizia, dove noi, da quelle povere creature che siamo, potremmo essere felici… » Così scrisse lo scrittore fantasy Lyon Sprague de Camp a proposito di Atlantide. Qual è l’Atlantide invece del tuo disco?
Gio
Il concetto è simile, nel senso che per me Atlantide, se da una parte indica la fine di una terra e di una civiltà, rappresenta allo stesso tempo la rinascita. La positività e la voglia di vivere in un mondo migliore, la ricerca della pace, soprattutto quella “interiore” deve essere il miglior obbiettivo da conseguire. Credo che la musica in generale sia la miglior arma per combattere l’egoismo e soprattutto l’indifferenza che odio profondamente. Nella mia Atlantide, comunque passo sempre per i luoghi nativi che porto nel mio cuore, ricordo anche la persona che non c’è più e festeggio tutto quello che la vita mi offre.
Davide
Naples Power… Si intende il periodo d’oro della Napoli degli anni ’70, di Pino Daniele, James Senese e i Napoli Centrale, Tony Esposito, Alan Sorrenti e Jenny Sorrenti (con il trio Saint Just), Osanna, Edoardo Bennato, NCCP, Patrizia Lopez, Balletto di Bronzo, Teresa De Sio, Città Frontale… e molti altri. Che nomi citeresti tu oggi per descrivere una nuova Naples Power?
Gio
Sicuramente Antonio Onorato e la sua band, Marco Zurzolo e le sue fantastiche composizioni, qualche contaminazione la ritrovo anche nei vecchi Almamegretta con Raiz alla voce. Con le dovute proporzioni, con questo mio secondo disco, vorrei inserirmi anche io, ovviamente nei gradini più bassi. Il periodo del “Naples Power” mi ha cresciuto musicalmente ed ancora oggi suona fortemente dentro me.
Davide
Sei soddisfatto di questo disco? È come te l’aspettavi?
Gio
Soddisfattissimo, abbiamo atteso parecchio per la pubblicazione, ma alla fine ci siamo riusciti. Al momento sto ricevendo diverse recensioni positive ( certo, ci sono anche quelle meno positive), e di questo sono contento perché le critiche, positive o negative che siano, fanno sempre bene. Ora ne faccio tesoro e in futuro spero di applicare l’esperienza accumulata finora.
Davide
Il pianista Glenn Gould, quando qualcuno gli chiedeva del suo meraviglioso modo di suonare era solito replicare che non si può domandare a un millepiedi come fa a camminare, lo fa e basta. Come descriveresti il tuo?
Gio
Effettivamente, nel mio modo di suonare non traspare una grandissima tecnica, diciamo che cerco di compensare con l’emozione che la musica riesce a suscitare nella mia anima e che poi trasmetto sulle sei corde. Tutto nasce da dentro, è impossibile descrivere ciò che si prova quando ti escono le note dal cuore. E’ come scattare l’istantanea di un momento, dipingere con le note i colori immaginati e voluti e poi al resto ci pensano le mie dita e le mie chitarre in maniera del tutto spontanea.
Davide
Se il presente è già passato, esisterà solo il futuro…. Cosa farai domani?
Gio
Il futuro non può esistere senza passato e senza presente, per cui in questo momento mi godo la mia famiglia e l’uscita del mio disco. Cercherò di essere un buon marito e soprattutto… un buon padre. Nel futuro non mancheranno mai i “live” perchè non potrei vivere senza, poi sicuramente qualche altro progetto discografico magari più ambizioso, anche perche comporre e fare musica è e sarà sempre il mio modo migliore di comunicare e finchè ne avrò la forza, avrò sempre qualcosa da dire.