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A Cena Con Bukowski

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A Cena Con Bukowski
(sogno Tra Il 25 Ed Il 26 Dicembre ’97)

Ero ad una cena come tante altre, stavo parlando di chissà quale argomento, quando, senza alcun preavviso, la persona che mi era seduta davanti annunciò ad alta voce:
"Bukowski è seduto a questo tavolo!"
Il mio volto mutò espressione: dalla calma allo stupore.
"Bukowski è morto" pensai, poi continuai con voce moderata:
"In che punto è seduto?"
"Dall’altra parte del tavolo."
"Come fate ad esser così sicuri che si tratti di B."
"Lo conosciamo."

Bukowski si alzò, barcollò per l’ubriachezza e si diresse verso di me. Lo guardai con molta attenzione: piuttosto alto, corporatura robusta, vestiti vecchi e sporchi, capelli corti e disordinati. Non disse niente, non fece altro che bere un po’ di vino da tutti i bicchieri, ma quando con la mano arrivò accanto al mio lo fermai. Non si scoraggiò e ritentò. Lo cacciai nuovamente guardandolo in malomodo..tornò all’attacco, questa volta lo lasciai fare: bevve un sorso, barcollò, si spostò sul mio lato destro e mi fissò con occhi dormienti.

"Cosa ci fai qui, tra i vivi. Io so che sei morto."

Mi rispose:"Morto? Io sono vivo nel mondo dei morti, sei
tu ad esser fuori posto!"
"……"
"Sei morto nel mondo dei morti. Questa non è la tua dimensione! Che ci fai qui?"
"Io sto sognando."
"Io no!"
"Bukowski, nonostante i tuoi stravizi hai vissuto ben settantaquattro anni."
"Bella vita di merda!"
"Dici? Il successo è arrivato tardi ma è arrivato."
"Già, è arrivato in ritardo, al suo giungere avevo da tempo perso interesse per i parti della mia mente."
Non riuscii a credere a ciò che diceva: uno scrittore non contento di esser condiviso?
Continuai il dialogo:
"Io al tuo posto sarei felice."
"Piccolo bastardo arrogante! Se non conosci la verità… taci!"
Io: immobile, muto, incapace di decidere. Perché una simile reazione?
Passarono alcuni minuti di occhi negli occhi, poi ritrovai la parola:
"Vorrei capire il motivo dell’improvvisa alterazione."
"Io…io sono condannato a rivivere all’infinito tutti i miei racconti."
"….."
"Proprio non ci arrivi! I miei racconti sono per la maggior parte ispirati alla mia vita tormentata, quindi, il dio che voi definite buono ultimamente ha modificato le leggi, costringendo gli scrittori cosiddetti di successo alla pena che sto vivendo."
"…quindi se arriverò a realizzare il mio sogno sarò condannato."
"E’ molto meglio perdere, ragazzo, molto meglio venir dimenticati per non esser condannati."

Anche in questo caso i sogni hanno alleviato il mio non riuscir terreno.

Marco Marengo

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