Alex Carpani Band e Aldo Tagliapietra
Intervista con Alex Carpani
Il 7 novembre primo appuntamento a Ferrara all’insegna del miglior rock progressivo: l’apertura del mini tour con due artisti che faranno rivivere il passato con i migliori strumenti del presente. Alla Sala Estense Sulle Orme di Waterline: Alex Carpani Band in tour con Aldo Tagliapietra.
COMUNICATO STAMPA (A cura di Synpress 44 – Donato Zoppo)
Alex Carpani Band esordisce con Aldo Tagliapietra:
in concerto a Ferrara
Sabato 7 novembre 2009
ore 21 – Sala Estense
Piazza del Municipio
Ferrara
Sarà il cuore della città di Ferrara con la sua Sala Estense ad aprire l’attesissimo tour della Alex Carpani Band con un grande special guest, Aldo Tagliapietra! Tutte le suggestioni del rock progressivo e delle sue interpretazioni contemporanee non potranno non catturare il pubblico ferrarese, dagli amanti del genere ai nuovi estimatori della musica di qualità. Era il 2007 quando il tastierista bolognese pubblicò il fortunato album Waterline con i preziosi contributi vocali del leggendario cantante delle Orme: a distanza di un paio di anni i percorsi dei due musicisti si incrociano di nuovo e stavolta dal vivo. Primo appuntamento in Sala Estense a Ferrara: vista la limitata capienza del teatro, consigliamo vivamente di prenotare in anticipo.
Sulle Orme di Waterline è un mini-tour che nasce con l’intento di celebrare un’amicizia, una partnership artistica e un genere musicale quale il rock progressivo, che Carpani e Tagliapietra incarnano, in un gioco tra passato e presente. Nei tre concerti verranno infatti presentati alcuni inediti della Alex Carpani Band e i più memorabili brani delle Orme, oltre ai pezzi di Waterline. Sarà l’occasione di ascoltare dal vivo questo disco che ha riscosso un incredibile successo internazionale, prodotto dalla CypherArts di Dan Shapiro, con la copertina – rigorosamente olio su tela… – del celebre Paul Whitehead (autore delle più belle copertine dei Genesis e dei Van Der Graaf Generator).
Segnaliamo che Aldo Tagliapietra non sarà presente al concerto del 29 novembre al MEI di Faenza, data di chiusura del mini-tour.
Insieme dal Alex (tastiere) e Aldo (basso e voce) ci saranno tre tra i più valenti musicisti del nuovo prog italiano, che da tre anni formano la Alex Carpani Band: Ettore Salati (chitarre – ex The Watch, Karl Potter), Marco Fabbri (batteria – The Watch, Eclat, Odessa, ELP Tribute Band) e Fabiano Spiga (basso). Ancora nuove emozioni per gli amanti del genere che troveranno un mito del passato e una colonna del nuovo progressive in quattro irrinunciabili concerti. Segnaliamo le altre due date con Aldo Tagliapietra: il 14 novembre a Vittorio Veneto (Tv), il 22 a Trezzo sull’Adda (Mi). Ricordiamo la data di chiusura di Alex Carpani: 29 novembre al MEI di Faenza (Ra) quest’anno aperto per la prima volta al rock progressivo.
Il Tour:
Sabato 14 novembre 2009
ore 21 – Spazio Mavv
Vittorio Veneto (Tv)
Domenica 22 novembre 2009
ore 21 – Amigdala Theatre
Trezzo sull’Adda (Mi)
Domenica 29 novembre 2009
Solo Alex Carpani Band
ore 18 – M.E.I. Meeting degli Indipendenti
Faenza (Ra)
LineUp:
Alex Carpani – piano, hammond, synths, voce e visuals
Aldo Tagliapietra – voce, basso e chitarra acustica
Ettore Salati – chitarra elettrica, chitarra a 12 corde, pedali basso
Marco Fabbri – batteria e percussioni
Fabiano Spiga – basso, voce e chitarra acustica
Prenotazioni e info:
http://www.impulsesart.it
348/7732258
Links:
Davide
Buongiorno Alex. Ho molto apprezzato la vostra musica, Waterline è davvero un ottimo lavoro. Mi ha rievocato soprattutto la stagione classica dei Genesis, degli Strawbs, dei Van Der Graaf Generator e delle Orme, studio e ricerca. E’ soprattutto a loro che vi ispirate? Qual è la tua personale filosofia progressive?
Alex
Buongiorno a te. Quello che da sempre mi attrae del progressive è la libertà di scrivere musica al di là e al di fuori degli schemi e delle strutture convenzionali. Come compositore, mi dà la possibilità di esprimermi senza sentirmi vincolato dalla durata o dalla necessità di prediligere le strutture semplici e riconoscibili. Insomma, posso essere allo stesso tempo sinfonico ed essenziale, classico e sperimentale.
Inoltre, c’è un altro fattore importante per me: io sono un tastierista e il progressive è l’unico tipo di rock nel quale le tastiere non sono relegate a ruolo di accompagnamento a beneficio delle chitarre, bensì hanno un ruolo quasi sempre di fondamentale importanza…
Davide
Oggi, da almeno vent’anni, non si dà più tempo e modo di affezionarsi a un gruppo o a un artista in particolare. Tutto passa nel volgere di un anno o di un disco soltanto. Al contrario, ancora si ricordano e si prendono a esempio gli artisti degli anni ’70, collezionandone le intere discografie… Che ne pensi?
Alex
E’ cambiata la musica e sono cambiati gli ascoltatori. E visto che, almeno nell’industria discografica, la prima è influenzata dai secondi, se gli ascoltatori si orientano verso generi più facili, semplici o commerciali, ne consegue che anche la produzione musicale deve adeguarsi, altrimenti le etichette non vendono e si ferma tutto. Alla fine dei ’70 c’è stata una vera rivoluzione portata dal punk che ha spazzato via tutto: la musica la potevano fare tutti, anche i non musicisti e la tecnica, la preparazione, gli studi classici non contavano più nulla (pensiamo ai Sex Pistols per esempio…). Questo, unito al nuovo vento della contestazione che attraversava l’Europa nel 1977, ha portato a seppellire tutto il rock progressivo, che era in un certo senso considerato “l’ancien régime”.
Un altro fattore, secondo me, è il fatto che la società e i media a partire dagli ’80 sono entrati in una nuova era in cui l’immagine ha avuto un’importanza sempre maggiore e questo ha portato a cambiare i gusti del pubblico, orientandolo non più verso la “sostanza”, ma verso “l’apparenza”. La nascita dei video musicali, la tecnologia che ha consentito passi da gigante anche nel campo della comunicazione sono alcuni indizi di questo cambiamento irreversibile.
Pensiamo, per esempio, che negli anni ’70 spesso non si conoscevano neppure i volti dei musicisti delle rock band e le copertine degli LP erano più delle opere d’arte che non dei “cataloghi commerciali” come adesso.
Davide
Qual è stato il tuo primo disco di progressive rock, quello che ti ha fatto capire ciò che avresti fatto anche tu?
Alex
Pictures At An Exhibition di ELP. Ho consumato l’LP a forza di ascoltarlo, al punto che poi era diventato inascoltabile e saltava in più punti, che io conoscevo a memoria ormai…
Davide
Quali emozioni ti dà suonare con Aldo Tagliapietra, una delle voci più note, caratteristiche e care (e inossidabili) del nostro progressive rock?
Alex
Grandi emozioni e l’impressione di fare qualcosa di importante, confrontandomi con uno dei miti del rock progressivo italiano e internazionale.
Sai, stamattina Aldo mi ha chiamato al telefono e mi ha cantato in diretta un passaggio di un determinato brano di Waterline per chiedermi poi se, secondo me, fosse giusto interpretarlo in quel modo… Questo è emozionante: il fatto che tra noi ci sono 25 anni di differenza, che quando si formarono Le Orme io non ero ancora nato, ma che quando si parla di musica tutto diventa universale, senza tempo e senza differenze, si parla la stessa lingua e ci si capisce subito.
Davide
Cosa ci puoi dire della tua veste di tastierista e compositore nel prestigioso progetto Lords Of Progs con David Jackson (Van der Graaf Generator), Aldo Tagliapietra (Le Orme), Gigi Cavalli Cocchi (Mangala Vallis), Ettore Salati e Marco Olivotto? Ho letto che questo “supergruppo” effettuerà un minitour nell’autunno 2009 in Italia ed Europa eseguendo “Felona e Sorona” delle Orme e alcuni successi dei VdGG.
Alex
No, purtroppo questa notizia che citi è datata. Il tour non si farà per il momento per impegni soprattutto di David Jackson e per il fatto che la situazione tra lui e i VdGG non è del tutto chiarita, soprattutto con Peter Hammill. David preferisce non eseguire i brani dei VdGG in questo momento e questo ci porta a dover considerare unicamente l’opzione di creare un progetto nuovo, con musica originale che, però, ha tempi più lunghi. Sicuramente qualcosa faremo insieme, ma non dirti quando.
Davide
Sdoganato da Usa e Inghilterra, il progressive rock italiano è stato anche conosciuto oltre frontiera e seguito a livello internazionale (e non solo rispetto alle punte di diamante quali PFM, Banco, Le Orme, Osanna). Un fenomeno assai raro, quasi unico per i movimenti musicali italiani. Perché, secondo te, è successo solo allora, con quel preciso genere musicale, e poi non più?
Alex
In realtà oggi accade ancora con la musica classica (soprattutto l’Opera), con il pop commerciale e con la dance che, però, ha un mondo tutto suo conosciuto soprattutto in quell’ambiente. L’Italia esporta ancora molto in questi generi.
Nel prog accadono due cose: o gli stranieri continuano ad apprezzare i classici del prog italiano che tu hai citato, o chiedono di ascoltare il neo-prog italiano cantato in italiano. Quest’ultimo è un aspetto importante secondo me. Pensa che la mia etichetta discografica, che è americana, ha voluto far uscire il disco cantato in italiano, perché lo riteneva più autentico in quel modo, più consono alla c.d. “scuola italiana” del prog.
Davide
Voi avete suonato molto anche all’estero. Quali differenze significative avete riscontrato tra il pubblico italiano e quello estero rispetto alla musica e alla cultura progressive?
Alex
C’è più cultura musicale e, quindi, anche cultura progressive tra il pubblico, tra chi organizza i concerti, tra chi produce e vende i dischi. La gente compra il tuo disco alla fine del concerto, ti chiede l’autografo e vuol farsi fotografare insieme a te. Per loro è importante conservare un bel ricordo di ciò che hanno ascoltato perché sono spettatori attenti, preparati. Sono consapevoli di quello che ascoltano e amano la musica più di noi italiani credo.
Qui da noi tutto è fatto con molta più improvvisazione e inconsapevolezza. La gente è più distratta e non ama concentrarsi sulle cose. Devo dire, a malincuore, che le soddisfzioni più grandi le abbiamo provate suonando all’estero.
Davide
Quali sono i dischi per te fondamentali della stagione classica del progressive italiano?
Alex
Felona e Sorona delle Orme, Per Un Amico della PFM, Darwin del Banco, Arbeit Macht Frei degli Area, Concerto Grosso dei New Trolls, Palepoli degli Osanna.
Non so se sono quelli fondamentali, ma forse possono dare una panoramica abbastanza completa del modo in cui si è espresso il prog in Italia in quegli anni.
Davide
Una copertina dipinta da Paul Whitehead per l’occasione? Io amavo molto anche quelle di Walter Mac Mazzieri… Raccontaci di questa preziosa collaborazione.
Alex
Sì, anche a me piace molto Mazzieri, anche come pittore “extra musicale”. Aveva uno stile originale e personale molto forte, che lo distingueva facilmente dagli altri.
Paul Whitehead l’ho conosciuto a Los Angeles nel 2004, quando me lo presentò Dan Shapiro, il produttore di Waterline. Fu amicizia a prima vista e devo dire che ha fatto un quadro stupendo per il disco, che è bello anche come opera a sé.
Paul farà anche la copertina del mio prossimo album, The Sanctuary, che uscirà nel 2010.
Davide
Le tastiere sono ancora lo strumento fondamentale del progressive rock. Quali usi e quali ami di più, specialmente tra quelle vintage?
Alex
Tra quelle vintage l’organo Hammond, il Moog e il Mellotron.
Io uso un set moderno che, però, ricrea molto fedelmente quelle sonorità. Mi servo sia di campionatori che di virtual instruments. Se avessi dei roadies al seguito e una produzione live con un budget significativo, ti confesso che userei solo strumenti dell’epoca, ma purtroppo non è possibile perché sono pesanti, ingombranti e difficili da trasportare.
Se un giorno verrai ad uno dei miei concerti ti renderai conto che il compromesso che ho raggiunto è, comunque, all’altezza della situazione e le sonorità sono quelle a cui siamo tutti abituati.
Davide
A che punto è il progressive italiano dal tuo punto di vista? Chi, oltre a voi, o quali dischi lo rappresentano al meglio?
Alex
Ne cito alcuni in ordine sparso: Mangala Vallis, The Watch, Accordo dei Contrari, Moongarden, Mad Crayon, La Torre dell’Alchimista, Malaavia, Conqueror, VIII Strada, D.F.A., Odessa.
Davide
Cosa ne pensi di questa frase: devi amare per poter suonare (Louis Armstrong)?
Alex
Concordo e aggiungerei “devi amare davvero tanto tanto per suonare prog”…
Davide
E di questa: il vaso dona una forma al vuoto e la musica al silenzio (Georges Braque)?
Alex
Credo che la musica non dia forma al silenzio, quanto abbia bisogno anche del silenzio perché il silenzio fa parte della sua “grammatica”. Non c’è musica senza pause e non c’è musica prima e dopo di un’esecuzione musicale. Li vedo più come il buio e la luce o i colori su un foglio bianco.
Davide
Grazie. A’ suivre…
Alex
Grazie a te, ciao a presto