Quante volte ho avuto il desiderio di sentire queste parole, Reggio Film Festival, e di non crederci più di tanto, in una realtà provinciale di grande passione per il cinema, ma a volte troppo sacrificata proprio dalle sua provincialità, nella scarsità di sale o in una non sempre valida programmazione. Ed ora c’è, esiste.
Un festival piccolo, ma che, come tutti i neonati, ha voglia di crescere e di diventare adulto in poco tempo. La prima edizione del Reggio Film Festival si è svolta dal 3 al 5 maggio 2002 al cinema Rosebud, la sala d’Essai del Comune di Reggio Emilia, non a caso lo spazio che dalla sua nascita nel 1984 ha assunto una fisionomia cinematografica ben precisa ed un ruolo di riferimento non solo per la città, ma anche per la regione. L’organizzazione è stata curata dall’Ufficio Cinema del Comune insieme alla FEDIC (Federazione Italiana dei Cineclub) e al Cineclub FEDIC Reggio, con la collaborazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia – Facoltà di Scienze della Comunicazione.
L’origine di questa manifestazione non è casuale e non rappresenta un fatto estemporaneo. È già da alcuni anni che la FEDIC ed il Comune di Reggio si impegnano nell’organizzazione di diverse attività atte a promuovere e a stimolare le persone che propongono le proprie idee cinematografiche attraverso l’uso di mezzi semplici, come una videocamera a mano, armati soprattutto di fantasia e di voglia di filmare. Tutto questo materiale ha sempre avuto un suo spazio nel concorso annuale dei videomaker reggiani "Video in tre minuti", organizzato appunto dalla FEDIC, appuntamento classico ed irrinunciabile aperto a tutti, che in città ha sempre avuto un buon seguito. Il Reggio Film Festival nasce proprio da questa esperienza. E non è un caso che forse il tema del concorso della prima edizione sia stato intitolato "Mutazioni", con il suo piccolo embrione, logo della manifestazione. Embrione come simbolo della nascita di questa nuova esperienza, che è anche mutazione di qualcosa di esistente e che presume una crescita ed un continuo divenire. Da un punto di vista organizzativo, riprendendo le esperienze passate, si è trattato di un Festival di cortometraggi, della durata massima di 5 minuti, divisi in tre categorie: una sezione Spazio Libero che ha raccolto opere dai temi più disparati, una Sezione dedicata alle Scuole, con la presentazioni di lavori di classi di diversi istituti reggiani e non, in una fascia vastissima che comprendeva Scuole Materne fino ad Istituti Superiori, ed un Concorso Ufficiale a tema fisso, per quest’anno appunto dal titolo "Mutazioni".
Anche la Giuria Ufficiale è stata di grande prestigio per una neonata manifestazione, presieduta dallo scrittore Marcello Fois comprendente anche Maurizio Nichetti, Alessandro Scillitani (presidente Cineclub Fedic Reggio) nonché fra gli organizzatori del Festival, Anna Quarzi (responsabile nazionale Fedic – Scuola), Marco Montanari (fotografo).
160 opere presentate, 22 nel Concorso Ufficiale selezionate da un centinaio di video pervenuti, nei tre giorni di proiezioni si è assistita alla presenza di 1000 persone a fronte di una capienza della sala di 210 posti. Questa è in cifre la sintesi di un inizio veramente confortante, al di là anche delle più rosee previsioni.
Le opere presentate sono state di differenti generi, dall’animazione alla computer graphic, fiction, video musicali, insomma di tutto e di più, con un’età dei partecipanti variabile fra i 16 e gli 80 anni.
Per la cronaca, nel Concorso Ufficiale a tema, è risultato vincitore del premio di 1500 Euro messo in palio dal Festival, Marcello Gori con ". COW", una divertente riflessione di come è cambiata la mucca negli ultimi trent’anni. Fatto abbastanza anomalo ad un Festival è stata anche la coincidenza dei giudizi fra giuria e pubblico, che ha votato la stessa opera come la migliore presentata. Numerosi comunque i premi anche nelle altre categorie, assegnati da giuria e pubblico. Per chi volesse ulteriori informazioni su questo Festival, si può visitare l’ottimo sito creato per questa prima edizione, www.reggiofilmfestival.it, in cui si possono reperire tutte le schede delle opere presentate ed immagini della manifestazione, nonché informazioni sul catalogo pubblicato per l’occasione.
Un’ultima nota riguarda l’interessante apertura del Festival con un intervento dell’attore-regista Maurizio Nichetti, su "La mutazione come figura cinematografica" curato da Roberto Chiesi e Vito Contento della rivista Carte di Cinema.
L’organizzazione del Festival, in chiusura, ha già annunciato per il prossimo anno che l’esperienza sarà portata avanti.
Quindi "lunga vita al Festival", è l’augurio di chi come me ama il cinema e spera che questo sia solo l’inizio di qualcosa che possa rimanere a lungo, crescendo, rinnovandosi, così come altre esperienze italiane (vedi il Torino Film Festival), e che altre realtà possano seguire queste indicazioni. Perché di cinema non se ne ha mai abbastanza….
REGGIO FILM FESTIVAL
Andrea Leonardi