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Giorni difficili

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Giorni difficili

Erano giorni difficili per tutti, ma le cose cambiarono in peggio quando trovai quegli strani pomodori.
Facevo il mio solito giro di raccolta passando dal campo di mais, poi nell’orto, un salto al canale d’irrigazione ed infine nel campo di zucche del vicino di casa. Ma quel giorno trovai al loro posto un campo pieno di piante di pomodoro ed un cartello con su scritto "Coltivazione a pomodori: OGM".
La cosa non mi preoccupò più di tanto e li presi ugualmente. Tanta polpa e pochi semi, mai visto un prodotto del genere, sicuramente meglio delle zucche.Arrivai a casa ed appoggia il cibo in cucina. Ora penserete che da bravo marito avrei dovuto preoccuparmi della mia regina, ma sinceramente la cosa non m’interessava, tanto lei è sempre presa da mille problemi, da mille amanti. Così mi buttai sotto la doccia, uno spuntino veloce e via verso i grandi magazzini. Come sempre non avevo soldi, ma contavo di scambiare il cibo raccolto per ottenere qualche delizia od oggetti per la casa. Arrivai carico come un mulo e mi misi in fila come tutti. Quando arrivò il mio turno, contrattai sullo scambio della solita merce e sfoderai come asso nella manica i pomodori. Il commesso mi guardò dicendo "Dove ha trovato questi pomodori? In questo periodo è difficile."Gli risposi "Ragazzo, se le dicessi dove li trovo, domattina avrei altri concorrenti con cui lottare.Non le pare ?" "Ma li ha assaggiati ?" "Certo, che domande e sono ottimi". Il commesso era titubante, ma assaggiandoli non ebbe più dubbi e mi diede ben due vasi di miele.
Tornai a casa appagato da quel fruttuoso ed insperato scambio.Era fatta, con quel campo pieno zeppo di pomodori potevo ricavare un bel po’. Forse i tempi della carestia erano finiti? Era presto per dirlo, ma avevo di cui sperare.Quella sera rimasi a casa, mia figlia come sempre non venne a trovarmi e mia moglie rimase in ufficio fino a tardi e sicuramente andò a dormire a casa sua, con qualche nuovo amico.Non so perché continuo a chiamarla regina, forse più per abitudine; in ricordo di quei momenti fantastici passati insieme, dove io ero il suo re e lei la mia regina. Per il resto, a parte questioni di sesso, i nostri non sono incontri molto eloquenti e profondi, ma il mondo va così. Mi devo accontentare di quei miseri alimenti che mi passa l’assistenza sociale e di quelle notti infuocate che ogni tanto capitano, in ricordo dei vecchi tempi e poi cosa mi resta? Una casa vuota, la figlia non si vede mai, il frigo vuoto … ma ora non ci devo pensare, ho il mio campo da gestire, al diavolo i problemi famigliari.
Nella notte un’idea si fece largo nei miei pensieri, ma perché portare i miei pomodori ai magazzini? Se li avessi venduti direttamente porta a porta avrei potuto guadagnare di più. Le leggi vietavano lo spaccio di certe sostanze, ma non di pomodori, quindi perché no? La notte passò così fra mille dubbi e mille certezze, ma se è vero che la notte porta consiglio, in questo caso non fu dei più felici. Al mattino ero pronto ad iniziare il mio spaccio di pomodoro, in un periodo di carestia come questo, tutti avrebbero fatto la fila per averlo ed io sarei diventato molto ricco. Incomincia il giro di raccolta immediatamente e dopo un’ora ero già in casa pronto ad iniziare il commercio.Ovviamente provai subito da parenti ed amici. Le prime reazione non furono entusiaste, non tanto per il prodotto o la qualità, ma per il metodo di vendita.
"Ma cara Soth, che differenza fa andare ai magazzini o comprare direttamente da me" "Hai ragione, caro amico, ma sai la legge vieta il commercio in questo modo.Il cibo deve essere valutato e diviso fra tutti" "Ma cosa dici, vieta lo spaccio di certe sostanze, non di pomodori! Pensa che comodità." Ma le abitudini sono difficili da superare. Allora m’inventai un trucco per imbrogliarli. M’informavo in modo discreto sui nomi dei vicini e poi " .. Persino il tuo vicino pinco pallino ha deciso di comprare da me. Lui ha capito tutto, questo è il futuro". Sembra banale, ma mossi da invidia e non volendo sfigurare, compravano e gli affari decollarono. Nel giro di un mese vantavo duemila clienti, la raccolta e la vendita erano svolti a ritmo serrato da operai specializzati da me assunti. Ero ricco, addio fallimenti e stenti; tutto grazie a quel campo. I clienti non cercavano più i soliti cibi, volevano solo il mio pomodoro, più ne mangiavano e più ne volevano. Incredibile, inspiegabile. Pensare che a me non piacevano. I giorni passavano ed io ero sempre più ricco. Ora avevo la mia villetta, i servi, pace e salute; in poche parole il massimo.Gli amici, i parenti, tutti a caccia di pasti facili, li trattai sempre con l’egoismo che loro avevano avuto verso di me ed alla fine rimasi solo.Una sera la mia regina mi chiamò, voleva vedermi. Pensai subito ad una serata con il solito finale, io e lei nudi a guardare il soffitto ed a rinfacciarci i torti subiti. Mi sbagliai e di molto.Arrivai a casa sua, la trovai nel salotto.Dopo i soliti convenevoli, mi disse "Ho sentito dei tuoi affari sono felice". Sinceramente non le credevo, non si era mai dimostrata interessata a cosa facevo o alla mia salute. Mirava ai miei soldi?
Lei continuò "Temo che ci siamo cacciati in un grosso guaio" "Guaio ?! Centra forse nostra figlia ?" "Centriamo tutti, pure lei" "Non capisco, cosa succede mia regina" "Mia regina … è da tanto che non mi chiamavi così. Vai sul terrazzo, guarda in fondo alla strada e capirai" Vidi il pozzo dove sono buttati i rifiuti tossici. Un pozzo profondissimo e maleodorante. E rimasi impietrito. C’erano corpi ammassati ovunque. Deformi e bianchi come il riso. I servi li prendevano e buttavano giù come se fossero barattoli vuoti. "Santo cielo, cosa fanno, sono impazziti! Non possono buttare lì dentro quelle persone. Uomini, donne, bambini !"
"E’ la fine. Caro compagno. Una terribile epidemia ha colpito la popolazione e non esiste cura. L’unico modo che i medici stanno tentando, per arginarla, è quello di seppellire i corpi in profondità e sperare che il virus non si diffonda .".
In ogni momento arrivavano corpi da tutta la città e il pozzo se li mangiava, come se fosse lì per quello. Un attimo e sparivano per sempre nel buio e nel tanfo. Fu fra quei corpi, su un lato, che vidi nostra figlia o quello che ne restava.Volevo raggiungerla, ma due servi mi fermarono. "Pazzo dovei vai! Vuoi essere contagiato" "Lì c’è mia figlia, devo vederla!" "Nel pozzo ci sono già le nostre !" Quelle parole mi distrussero e come un tronco alla deriva tornai dalla mia regina."Com’è successo tutto questo. Perché mi hai chiamato, era meglio non sapere." "Volevo tenere l’epidemia nascosta, ma le tv comunicheranno la notizia questa sera e sarà il panico totale" "E cosa posso fare io ?!" "Giustizia. Aiutami a trovare la causa di tutto questo" "Ma non ne ho idea …" "Abbiamo degli indizi, pare che il virus si sia diffuso a causa di certe persone che avevano mangiato dei pomodori. Non quelli dei grandi magazzini, infatti, i semi trovati nello stomaco sono diversi. Questo significa che se li sono procurati per altre vie. Tu che sei nel commercio sicuramente riuscirai ad avere qualche notizia su chi li ha venduti".
In quel momento mi resi conto di essere il responsabile di decine di morti, uomini, donne, bambini, mia figlia; tutti morti.Al solo scopo di arricchirmi.Volevo buttarmi in quel pozzo, volevo morire."Io sono la persona che cerchi, io ho trovato in un campo dei pomodori, io li ho venduti per conto proprio, io!io!io!"
Sconvolto piansi amaramente.
Guardai la mia regina in viso, mi sembrò tanto bella e per un attimo sperai che fosse la morte.
Fu l’ultima cosa che vidi. Un colpo in testa mi fece perdere i sensi e mi svegliai in prigione. Non saprò mai se era stata una trappola od altro.Nel giro di qualche mese il formicaio fu sterminato e molti di noi o morirono o subirono gravi malformazioni genetiche.Ogni giorno guardo fuori delle sbarre e vedo i campi intorno con tutti la medesima scritta OGM. La fine è vicina.Tra una settimana sarò giustiziato con cibo OGM. Io non potevo saperlo, ma forse nemmeno chi li coltiva ha idea di cosa sta facendo.La loro come la nostra specie Ogni Giorno Muore.

Fabio Trenti

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