E’ ancora una volta mattina lavorativa, rieccoci qua come in un documentario, tutti intruppati, pulitini, profumatini, rapidi e ben vestiti; scendiamo e saliamo scale a volte mobili per raggiungere e farci trasportare dai mezzi pubblici, abbastanza precisi nel loro regolare ritardo, che ci porteranno sui nostri rispettivi posti di lavoro.
Si potrebbe leggere tanto dinamismo, volontà ed attivismo in questo film, ma ci sono le facce, queste non mentono, anzi smascherano ogni ipocrisia.
Non importa che siano sbarbate o truccate, sono tutte tirate dal nervoso già sovrastante o rilasciate dal sonno che non le abbandona.
Oppure sono perse nel vuoto, forse stanno ancora sognando ovvero sono sveglissime e proprio per questo cercano di allontanare la realtà, che comunque fra poco le travolgerà e affonderà, immergendosi in visioni acide privatissime e limitatamente estranianti.
Ma quest’è, al futile come allo stomaco non si comanda e tanto il copricellulare, quanto la michetta, sono assolutamente necessari.
Per cui meniamocela pure, tanto supereremo traumi e micro/maxi ingiustizie forti di un’unica certezza, il 27 arriverà puntuale e con lui gioia e rinnovato vigore.
Mattina
Alberto Gorrani