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Benaresyama XXIV XXV

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Benaresyama
Capitolo XXIV

Nei piani più alti dell’imponente edificio che rappresentava la sede principale dell’Arcam, le ultime notizie che giungevano da Ankara sotto forma di video conferenza con la sede distaccata sul territorio, sebbene filtrate attraverso satelliti che ne avrebbero garantire la purezza e – soprattutto – la protezione da occhi e orecchie indiscrete, apparivano su schermo in maniera discontinua e indefinita, con la gamma di colori che stentava a distogliersi da un giallo incartapecorito, rendendo difficile la comprensione della situazione a chi ascoltava: dagli uffici situati in Turchia, oltre ad un continuo sottofondo di crepiti e scoppiettii leggeri, arrivava su schermo la figura di un uomo di mezz’età , dall’aria stanca di dare spiegazioni che malamente apparivano comprese: tuttavia, generando con esasperazione l’impressione di gettarsi in uno sforzo di stoica grandezza, continuava a ripetere che del gruppo scientifico e militare inviato se ne erano perse le tracce dopo il l’arrivo ad Ankara; al momento attuale, gli investigatori incaricati di scovare informazioni in merito agli avvenimenti avevano scoperto la manomissione di gran parte delle attrezzature di comunicazione via radio e telefonica, attraverso una serie di ponti telematici in grado di reindirizzare le chiamate in direzione di altri ripetitori.
Le registrazioni e le carte che gli ufficiali del distretto aeroportuale avevano consegnato dimostravano chiaramente come ci fossero state diverse comunicazioni tra il velivolo dell’Arcam e una non precisata unità di terra , che probabilmente si era finta come rappresentante in zona della multinazionale ed era andata ad accogliere Blake e gli altri spacciandosi come tale.
L’uomo allo schermo continuò affermando che i dirigenti dell’Arcam intimavano di interrompere le ricerche, in quanto dall’inizio delle stesse numerose unità che erano state mandate in missione erano ritornate in un sacco per cadaveri: evidentemente c’era qualche potente organizzazione dietro tutto questo, e data l’attuale situazione di tensione politica in zona, non era il caso di dare troppo nell’occhio, senza contare le inutili spese in vite umane che venivano freddate in quantità sempre maggiore; al di là della precedenza che era stata data al recupero del contingente scientifico, non era più possibile pensare di sprecare uomini in quantità così elevate: nel giro di poche settimane si sarebbe arrivati a dei livelli di guardia , e quindi le truppe sarebbero state dimezzate quotidianamente , fino a bloccare le indagini e dare Blake per disperso, tutto questo entro venti giorni al massimo. Che fossero mandati supporti dalla Metropoli , se si voleva continuare a questi tenori da guerra !
Infine, l’Iraq del sud aveva dichiarato la sua totale neutralità negli affari delle multinazionali attraverso un comunicato stampa che era stato inviato alle rappresentanze sul territorio , che erano state prontamente fatte evacuare : l’arsenale militare di quel minuscolo paese riusciva ancora a far tremare i giganti che avrebbero dovuto dominare il mondo , soprattutto per la quantità di laboratori di criptobiologia che lavoravano senza sosta per riportare alla vita bacilli di antiche malattie , che estraevano da cadaveri antichissimi – per lo più mummie e soggetti di studio analoghi – che scambiavano per le conoscenze belliche di cui disponevano con gli stati confinanti; nessuno voleva che gli iracheni, non vedendo rispettata la loro posizione nei confronti delle multinazionali, decidessero di fare esplodere una delle loro testate piene di una morte che sarebbe strisciata nel popolo causando massacri come al tempo delle prime sperimentazioni dell’Ebola, quando venivano lanciate testate biologiche nei paesi poveri facendo poi finta di chiedersi – magari con le lacrime agli occhi in patetiche conferenze stampa- cosa stesse succedendo. Ovviamente, una posizione così ferma aveva alle sue spalle laute donazioni da parte di una qualche multinazionale che necessitava di privacy per compiere determinate operazioni, e considerando alcuni aerei civili registrati dalla Fist che in gran segreto avevano occupato lo spazio aereo iracheno per poi atterrare nelle vicinanze di Naft ben oltre lo scadere dell’ultimatum e la mancanza di ritorsione di alcun tipo verso la Fist stessa, la possibilità che questa fosse coinvolta era altissima. Comunque , queste erano solo supposizioni, e restava il fatto che non si sarebbe potuto indagare direttamente, sia a causa del veto iracheno , sia perché, come già detto, non si intendeva sprecare ulteriori unità combattenti che sarebbero servite per garantire un minimo di apparente stabilità alla situazione politica turca; inoltre, Blake non era forse stato sottoposto al condizionamento mentale di rito? Se costretto a parlare si sarebbe ucciso, e quindi il problema appariva chiuso.
Mentre l’uomo continuava a parlare, Kage, sprofondato nella sua poltrona, le mani incrociate con gli indici che gli sfioravano dolcemente le labbra e le luci esterne che ad intermittenza e con invadenza ne illuminavano sfacciatamente la pelle, ascoltava serrando i denti con violenza. Quindi, sibilando con cattiveria all’interfono che era ora di fare riparare il maledetto satellite e che non sarebbe più passato sopra a livelli tecnici così scadenti, bevendo con violenza voluttuosa un sorso di vino rosso da un calice che giaceva sulla sua scrivania e che per sua precisa disposizione doveva essere sempre pieno, si rivolse all’uomo affermando che non era rilevante il costo in vite umane che la sezione turca dell’Arcam avrebbe dovuto sopportare : le indagini avrebbero dovuto continuare fino a ordine contrario , anche nel caso in cui , per uccidere un solo avversario, i loro soldati si sarebbero trovati nella condizione di vincere intoppando i fucili nemici col proprio sangue e carni straziate.
Dopo quelle manciate di secondi di differita che continuavano costantemente a minare il fluire di quella conversazione, l’uomo rispose con un’espressione di eroica pazienza, ma mantenendo una calma imperturbabile, quasi strafottente : " Come dice…? No, non capisce, non si può fare. I soldati verranno ritirati nei tempi comunicategli , e la questione si ferma qui."
Sbattendo il pugno sulla radica della scrivania, sapendo ad un livello quasi inconscio dell’inutilità di quel gesto di stizza che probabilmente non era nemmeno stato visto e sentito ad Ankara, Kage intimò di continuare le ricerche ad ogni costo; parlando a denti stretti, quasi ringhiando, gli spiegò che la situazione era decisamente semplice: una proprietà dell’Arcam era stata rubata? Ebbene, quella proprietà doveva essere recuperata , in fretta e in condizioni di poterla continuare a sfruttare: non si poteva permettere di transigere su questo genere di cose, o tutti i cani delle altre corporazioni avrebbero iniziato ad alzare la cresta e a farsi venire strane idee che si preferiva stroncare sul nascere.
Proprio per questo, Blake e chi con lui doveva essere recuperato; per quanto concerneva i problemi con l’Iraq, entro sera gli avrebbe fatto sputare i permessi senza alcun problema.
All’uomo che continuava ad affermare che non era possibile continuare indagini di qualunque tipo, prima di finire la conversazione troncando il collegamento in maniera piuttosto brusca, Kage consigliò di adeguarsi agli ordini che erano stati impartiti , se non voleva vedere arrivare un contingente con le direttive di uccidere lui , i suoi superiori e le rispettive famiglie, dopo aver buttato in pasto alle corporazioni nemiche tutti le truppe di cui la sezione turca disponeva: con acidità gli fece notare come la Turchia era una zona di importanza piuttosto scarsa per l’Arcam, e sarebbe stata una delle prime ad essere sacrificate , in caso di necessità: quindi, che i suoi superiori non osassero più provare ad imporre la propria volontà sulla sezione centrale, se non volevano temere ritorsioni di varia natura.
Con il ronzio del video che si riponeva nuovamente nella massiccia scrivania che fondeva insieme un gusto antico per le rifiniture in radica pregiata e tecnologia oramai neppure così avveniristica ma comunque ancora in grado di impressionare persone comuni, lasciando la poltrona energicamente in modo da farla dondolare per alcuni istanti, iniziò infine ad osservare in maniera inedita il profilo della Metropoli , segnato dalla perenne battaglia tra il viola di una notte che appariva non avere mai fine e l’oscurità del fumo delle ciminiere ancora in funzione che si mischiava a segreti inconfessabili di gente che viveva la propria esistenza in maniera così beatamente ignara; appoggiando un gomito su una mano e passandosi stancamente le dita sulla fronte, per un momento sarebbe potuta sembrare nostalgia quella che segnava il volto di Kage; non preoccupazione, che da anni aveva imparato a dominare sulla base di una materiale onnipotenza ; nemmeno ira, da cui generava così spesso le energie che lo sostenevano nei momenti più difficili, quando si trovava a far fronte alla sua natura di essere superiore e ad appartenere al contempo ad una razza che lo aveva educato alla debolezza. Tuttavia, aprendo gli occhi come riprendendosi da pensieri sciocchi e sorseggiando con calma il vino, che come vellutato amante ne lambiva la gola , si diresse verso il suo ascensore privato.
Lo sguardo nuovamente rinvigorito , quasi terribile , veniva riflesso dal vetro anti-urto mente la cabina proseguiva la sua corsa verso i piani sotterranei , a cui solo lui aveva accesso. Arrivatovi , la solida porta blindata giaceva in tutta la sua solenne potenza. Dopo avere pronunciato la parola d’ordine, ci vollero alcuni minuti prima di udire una voce metallica che affermava che non era stato chiamato ad udienza e che poteva andarsene.
Chiamando a raccolta tutta la buona volontà e le capacità diplomatiche di cui poteva avvalersi, ma tuttavia mantenendo un atteggiamento fermo e risoluto, osservò che la situazione richiedeva un’udienza immediata, anche se intimamente trovava spossante e inutile doversi trovare a questionare con una macchina . Il computer situato all’interno della sala e con cui Kage stava parlando passò alcuni istanti ad elaborare i dati che gli pervenivano , e ci volle ulteriore tempo per udire un nuovo rifiuto da parte della macchina .
" Quando è così … " Rispose Kage sorridendo ; digitando alcune cifre sulla tastiera della cabina, apparve un piccolo schermo nel quale era disegnato il contorno di una mano. Dopo avere appoggiato la sua mano e citato in ebraico antico alcuni versi della genesi , la voce metallica non poté fare a meno di osservare che l’accesso veniva concesso .
La porta, poco prima sigillata, si aprì con uno scatto metallico , mentre nel buio già troneggiava l’imponente e orribile figura biomeccanica di Uriel , che con sguardo severo guardava colui che fino ad allora aveva definito come la sua progenie prediletta.
" Numero 239 ! " tuonò orribilmente la creatura " Questa condotta è inammissibile. Come ti sei permesso di entrare nel nostro santuario , quando te ne era stato già proibito l’ingresso? La tua stirpe a noi deve essere sottomessa, e colpi di testa di questo genere non sono perdonati a nessuno; ricordatelo, uomo. Come osi giungere in questo luogo non essendo da noi chiamato? Non sei tu a decidere di bearti della nostro presenza, e non sei neppure nelle condizioni di ordinare o chiedere alcunché. "
" Lord Uriel, " gli rispose con lo sguardo basso Kage, ma con un tono di voce che non indicava né scuse o tantomeno sottomissione , " il codice di accesso di emergenza mi è stato dato proprio per avere modo di comunicare con voi in casi di massima insicurezza, e la situazione attuale mi ha spinto fino a questo: capirete quindi che non è il capriccio di un uomo , quanto la preoccupazione di un fedele ciò che mi ha spinto a turbarvi."
" Uomo, stolto uomo! " riprese amareggiato Uriel : " La situazione ci è nota , ma colui che ci domina ci ha assicurato che gli eventi andranno per il meglio."
" Come dite? Eravate già a conoscenza della situazione ? E cosa sta a significare che gli eventi andranno per il meglio?" Gli indirizzò uno sguardo indagatore : " State forse dicendo che avete già disposto in modo tale che Blake venga salvato? Ma non eravate voi a dire che andava eliminato?"
Con tutta l’antipatia e la seccatura che poteva trasparire attraverso i monitor che mostravano volti sempre differenti di una medesima creatura, questa iniziò a dire : " Non abbiamo detto nulla di tutto ciò , abbiamo solo affermato che la situazione è sotto il nostro controllo. Uomo, lascia gli affanni e la preoccupazione, che fino ad ora hanno portato solo alla profanazione di questo sacro luogo; le cose andranno per il meglio, e questo è tutto. Agisci secondo la condotta che stavi già pianificando, se ciò ti può arrecare sollievo : come precedentemente detto, un’eventuale perdita di Blake – cosa che pare tanto preoccuparti- è oramai irrilevante per la nostra causa, anzi! Se in un primo momento ci poteva servire un uomo in grado di essere un nostro agente fidato nella ricerca del sommo reperto , con il rinvenimento di Iafet il suo compito per noi si può considerare concluso, e questo senza contare la sua eccessiva curiosità . Il suo ritrovamento è ora una priorità che definire secondaria è già di per sé eccessivo, ma se per le politiche umane è una cosa necessaria, nessuno ti sta impedendo di farlo."
Cercando di sondare ulteriormente il terreno, Kage chiese se poteva venire a conoscenza delle misure che – per così dire – avrebbero dovuto portare la situazione ad un livello di sicurezza , e soprattutto in cosa potessero consistere , dato che la creatura non pareva interessarsi alle sorti di Blake, che rappresentava la perdita più ingente.
Le pareti della stanza guizzarono di un rosso improvviso e violento , e , mentre un vento spingeva Kage fuori dalla stanza Uriel urlò : " La tua blasfemia è seconda solo alla tua arroganza; ricordati chi sei e chi ti ha messo al tuo posto, prima di ripresentarti davanti a noi: le vie dei cieli non sono per voi uomini! La tua vita ci appartiene : farai ciò che diremo noi quando lo decideremo , schiavo; morirai quando noi lo decideremo, e dovrai morire, servo ; ora vattene , cieco!"

Capitolo XXV

L’alba, in regioni aride come quelle asiatiche, rappresenta spesso l’unico conforto per i nomadi che lì vivono: nel silente mattino, quando nemmeno gli animali che i vagabondi mantengono come una delle parche forme di sussistenza a loro note sono ancora svegli, poseranno gli affanni della giornata precedente , e in piccoli gruppi si riuniranno per abbeverarsi dello splendore celeste; in breve tempo il dolce sole, che in poche ore si tramuterà in arido nemico, mostrerà loro il volto amico , inondando la landa di cremisi raggi , che riflettendosi daranno una dolce sensazione di tepore sulle ambrate pelli degli abitanti senza patria di quelle terre. Il cielo muterà in tutte le venature di oscurità per poi aprirsi in un fiume celeste screziato da poche nubi solitarie che riluceranno con orgoglio della vita dei loro osservatori, sole , libere nelle profondità più intense del cielo: quindi si farà finalmente giorno, e i nomadi, alzando una fine sabbia ergendo la loro temprata figura ,prenderanno gli animali oramai svegli , non attendenti che le benevole carezze dei padroni per iniziare il consueto lavoro in una landa aspra , ma non avara di impressione naturali.
In un momento molto simile a questo, con il silenzio che nessuno osa violare, con le coltri del cielo che stanno per esplodere in tutta la loro grandiosità, quando nessuno è in grado di sentirsi solo o cadere spezzato , un convoglio di alcuni autocarri si muoveva , forzando con quanta più delicatezza possibile un quadro naturale che da millenni ormai si ripeteva , movendosi da Ankara in direzione di Naft.
Alle sue spalle giaceva il fiume di sangue degli oppositori che avevano cercato di scoprire segreti, di indagare, di questionare su cose che non sarebbero dovute venire a galla: chi tra questi – più sfortunato – si era trovato a confrontarsi con i reparti speciali della Fist, era morto senza dignità, il cadavere gettato scomposto per le strade di Ankara come empio avvertimento per le genti che già bramavano di opporsi alla Fist ; chi invece incontrava nel suo cammino di morte l’uomo dall’impermeabile , il combattente chiamato Steale , prima di morire aveva avuto l’onore di partecipare ad una danza macabra di bellezza inaudita: il bagliore di coltelli nel buio, e poi, come a rallentatore, i colpi partivano incidendo le carni , lasciando esterrefatti gli avversari che quasi non capacitandosi da dove venisse il dolore, perivano vedendo la loro vita scorrere via da ferite perfette, pulitissime.
Nell’albeggiare , Blake osservava in parte Steale che a gambe incrociate e con la testa leggermente reclinata a mostrarne una ciocca di capelli che penzolava scompostamente in avanti pareva sonnecchiare con leggerezza, in parte il paesaggio che da cittadino si era presto trasformato in desolato: aveva lasciato perdere lo scorrere del tempo , e cercava di evitare qualsiasi pensiero lo potesse preoccupare o agitare in qualche maniera: sebbene sotto effetto di droghe abbastanza potenti , aveva pur sempre subito un trattamento di programmazione , e il pericolo di cedere al benché minimo spiraglio di paranoia era sempre presente , anche nei piccoli gesti quotidiani, nelle abitudini. Per questo cercava di evitare di pensare, rimbalzando e cercando di passare in rassegna tutto ciò che gli rimbombava per la testa a causa delle droghe e della programmazione, in maniera da riuscire a passare all’argomento successivo prima di bloccarsi definitivamente su un’ombra di paranoia. Tentava comunque di serbare la concentrazione per le analisi che a Naft avrebbe sicuramente dovuto eseguire, e aveva conversato fino ad alcune ore prima con Meryl, che come da patto era stata liberata e ora riposava al suo fianco emettendo leggeri sospiri di tanto in tanto; grazie a Dio non le avevano torto un capello, ma tutta la troupe scientifica era stata sommariamente uccisa: sebbene fosse temprato a questo genere di cose, non poteva fare a meno di dispiacergli quella perdita inutile di vite, anche solo per il fatto che sarebbero stato un valido aiuto per le analisi: fortunatamente, – ed era evidente dal modo in cui si era comportata dal suo rilascio – Meryl non aveva subito alcun trattamento di programmazione: non che non gli sembrasse strano, ma forse all’Arcam non avevano voluto buttare via tempo e denaro con una persona che più o meno da sempre veniva considerata alla stregua di una segretaria, mentre in realtà era una mente di qualità finissima , che più di una volta era riuscita ad avanzare dove il suo ingegno si incagliava per interi giorni: Meryl , chiedendo quasi scusa per l’intromissione, osservava con concentrazione tutta la documentazione, e , dopo essersi accarezzata più volte i capelli, ammetteva con fare pudico di aver trovato una possibile soluzione, che sovente appariva la più corretta possibile. Blake sperava che queste sue doti gli fossero d’aiuto anche a Naft, soprattutto quando si sarebbe trattato di convincere coloro i quali li tenevano in cattività che nella città non c’era nulla di significativo , e che probabilmente ritrovare le spoglie della antica Uruk sarebbe stata una perdita di tempo inutile ;tuttavia , era anche necessario guadagnare quanta più fiducia e tempo possibile , in quanto non era da escludere Steale avesse avuto ordine di ucciderli se si fossero dimostrati poco propensi a collaborare o di scarsa utilità , poiché mantenere tali prigionieri equivaleva a stazionare nel mirino del diretto avversario in maniera piuttosto rischiosa: certo, precedentemente tutte le unità dell’Arcam erano state sbaragliate senza fatica, ma trovarsi costantemente sotto il fuoco di fila di una corporazione così potente anche per un colosso come la Fist poteva risultare sfibrante, senza contare l’impiego continuo di unità e risorse, che ad un certo punto sarebbero finite. Bisognava da subito iniziare a riflettere, a crearsi alibi , a studiare tutte le possibilità per gestire l’ignoranza del nemico in fatto di archeologia : cosa potevano saperne di caratteri cuneiformi degli abili guerrieri? Steale aveva dato modo di dimostrarsi ferrato in epica mesopotamica , ma era decisamente improbabile che fosse pratico delle prassi che riguardavano l’archeologia pratica; non c’era certo da preoccuparsi delle singole unità da guerriglia che utilizzavano come retroguardia: avrebbero certamente passato più tempo in azioni di depistaggio e di difesa del presidio che a domandarsi delle modalità di ricerca , garantendo una relativa tranquillità a cui oramai era rodato , dopo tutti gli scavi in cui si era gettato. Sarebbero sorti piuttosto dei problemi nel caso gli fosse stata affiancata un’équipe di buon livello , in grado di capire se si indugiava eccessivamente su un dato particolare, se si sbagliava di proposito una facile traduzione in modo tale da guadagnare anche un solo minuto utile alla loro liberazione: però , se fosse stato così, perché scomodarsi in un simile rapimento ? Era molto più facile che si avvalessero di archeologi mediocri , e che sarebbero stati in primo luogo in soggezione davanti a lui stesso, schiacciati da una fama che da anni lo accompagnava, in secondo luogo incapaci di seguirlo nelle sue dissimulazioni . Tuttavia, non poteva fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo se effettivamente si fosse trovato davanti ad effettive indicazioni relative al Bresakr : sarebbe stato ritenuto ancora utile? O sarebbe stato brutalmente fucilato insieme a Meryl? Ad ogni modo avrebbe fatto meglio a tenere per sé tutte le scoperte che poteva il più a lungo possibile, giustificandosi sulla base della difficoltà di interpretazione che del resto avrebbe potuto bloccare anche i luminari della Fist. Infine, si domandava quanto potesse essere remota la possibilità di incontrare nuovamente Cam sulla sua via: l’ultima volta si era presentato senza alcun preavviso, uccidendo in maniera totalmente priva di senso gran parte della sua scorta. Poteva accadere ancora? Ed in uno stato di prigionia simile, che probabilità c’era di fuga?
Continuando a pensare a queste cose, si accorse che Steale si era svegliato e , con un braccio appoggiato sullo schienale della sua poltrona e la fronte sorretta delicatamente con una mano , osservava il paesaggio con un’espressione imperscrutabile di profonda pace interiore; vedendo che Blake scostava lo sguardo quasi imbarazzato per un’involontaria intrusione nell’umanità di un fiero combattente, Steale, non movendosi dalla sua posizione , ma continuando ad osservare lo spettacolo del giorno nascente, sussurrò, in modo tale da non rompere il sottile equilibrio che l’alba aveva creato : " Questo è il momento che più amo della giornata. Il silenzio sembra riempire dolcemente ogni dove…"
" Ama il silenzio ? " Chiese incuriosito Blake, domandandosi come un uomo che vivesse tra le deflagrazioni della guerra quasi costantemente, un drogato di battaglie e adrenalina potesse apprezzare momenti simili.
Sorridendo, Steale rispose : " Comprendo che detto da me può apparire una sorta di contraddizione, che può suonare quanto meno buffo o pretenzioso, ma , personalmente, faccio del silenzio un valore da rispettare. Trovarmi in luoghi come questo per me è un immenso piacere: qui , il silenzio pare abbracciarci , ed è stupendo poter udire il nostro respiro o anche solo il suono millenario dei pensieri : in una società come la nostra, dove la frenesia ha preso il posto della serenità, trovarsi qui può fare la differenza tra il folle e l’asceta." Quindi, indirizzando uno sguardo allusivo al suo interlocutore, continuò : " immagino di sembrarle ridicolo , vero?"
" Col mio lavoro , " constatò ironico Blake , " si impara ad aprire la mente: diciamo che non perderò il sonno pensando ad una persona che prima glorifica il combattimento come la più sublime tra le arti , e poi esalta la spiritualità del silenzio… Conosce bene la zona, ha vissuto da queste parti?"
Non distogliendo lo sguardo dal paesaggio che scorreva lentamente alle sue spalle, Steale si accese una sigaretta e disse con fermezza, tuttavia dimostrando di non voler offendere il suo interlocutore : " Non sono tenuto a darle informazioni che non concernono strettamente la sua missione ; penso che sia altrettanto fuori luogo parlare del mio passato , che comunque non è affare suo. Ne vuole una? " E facendo così porse il pacchetto, da cui pendeva una sigaretta solitaria.
Dopo avergliela accesa , Steale si informò del suo stato mentale, di come stesse anche sotto l’effetto delle droghe necessarie per la sua vita; Blake, con un sorriso amaro, scrollò le spalle, affermando che era un male purtroppo necessario, e che per alcuni mesi , o fino a che il condizionamento non si sarebbe allentato naturalmente , si sarebbe sottoposto a tutta la trafila necessaria per mantenersi in vita: era questione principalmente di non cedere a stress esterni che lo inducessero a cadere in preda alle angosce e alle paranoie, che rappresentavano lo spiraglio attraverso il quale il condizionamento poteva costringere il soggetto a gesti estremi . Quindi, Blake chiese notizie circa cosa sapeva la Fist di Naft; Steale , con un’espressione compiaciuta per l’interessamento del dottore, iniziò a snocciolare tutti i dati che sapeva: Naft era divenuta un sito archeologico verso la fine della prima metà del ventesimo secolo , nel pieno delle analisi e rinvenimenti di quegli anni: molti si improvvisavano provetti archeologi , e , con scarsissimi mezzi e un biglietto per quello che allora rappresentava il Medio Oriente, si buttavano alla ricerca di reperti archeologici di qualche importanza. Dopo la scoperta di Schliemann , gran parte degli studiosi analizzarono da capo a piedi gran parte della mitologia antica di ogni parte del mondo cercando tracce dell’ubicazione delle grandi città inghiottite dalle sabbie del tempo. Uruk fu una di queste: per molto tempo gli archeologi cercarono tracce precise della città nel Poema di Gilgamesh e in miti di provenienza mesopotamica, ma con scarsissimo successo; solo verso gli anni 70 venne fuori il nome di Naft, una piccola città che forse poteva essere sorta sulle ceneri di Uruk: purtroppo, i mezzi dell’epoca non erano abbastanza evoluti per analisi geofisiche che permettessero di individuare su un terreno simile l’esatta ubicazione dei reperti architettonici più interessanti , ma alcuni manufatti rinvenuti in zona suggerivano con si era sulla strada giusta.
Tuttavia, la mancanza di fondi e il successivo disinteresse per il settore archeologico, posero fine agli scavi , che vennero presi sotto la protezione delle multinazionali che a poco a poco arrivavano a controllare sempre più zone geografiche : l’archeologia divenne nuovamente un settore di investimento col ritrovamento dei primi au-part, ma le ricerche di reperti non direttamente sfruttabili non vennero comunque incentivate. Per questo, a Naft fu scavato solo un primo strato , nel quale molte iscrizioni confermarono la tesi che forse ci si trovava ad avere a che fare con città di Gilgamesh. Tuttavia, un settore murario di ragguardevoli dimensioni era risultato intraducibile attraverso i conosciuti pattern linguistici : tutto ciò fece catalogare la zona come protetta, ma , come au-part letterario o di cultura, non ci furono ulteriori indagini. Alla fine, quello che si sapeva di Naft era che , insieme ad alcuni altri siti di notevole importanza, poteva essere realmente Uruk, ma, a causa degli scarsi fondi investiti nel settore, non si era mai andati a fondo nella faccenda. Tuttavia , con il rinvenimento dell’ultimo Angelo e la scoperta di alcuni documenti che facevano trasparire una possibile connessione con la città stessa la ricerca aveva avuto nuovi incentivi, e la traduzione del settore murario di Naft poteva essere un buon punto di partenza.
" E’ proprio per questo che voi siete qui : dovete interpretare e decodificare questi pattern, sperando di trovare informazioni per l’identificazione del Bresakr… " Mentre diceva così, il fumo sembrò incupirsi, come un presagio funesto; la landa scorreva, mentre il giorno iniziava ad incombere.




Federico Mori (continua)

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