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Quanti ancora?

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Quanti ancora?

Harmony Korine è lo sceneggiatore dello strombazzato “Kids” (alzi la mano a chi è piaciuto anche pochissimo…) e con “Gummo”, presentato alla Settimana Internazionale della Critica, si porta anche dietro la macchina da presa.
Sarò breve. Un anonimo paesino dell’Ohio è stato distrutto qualche anno prima da un tornado che sembra però aver lasciato intatte le case ma non i fragili cervellini di alcuni ragazzini. Solomon e Tummler non sanno come far venir sera se non sniffando colla, torturando gatti per denaro e finire nei posti più squallidi di una cittadina squallida.
Non sono sbandati per scelta ma per incoscenza dato che non si rendono conto delle cattiverie o delle azioni masochiste che compiono continuamente.
A favore: se Korine vuole estremizzare un ben conosciuto disagio giovanile serpeggiante nei luoghi più piatti degli USA, ok. Ma se
Korine vuole essere trasgressivo e “borderline” allora penso che abbia fatto cilecca. Dopo “Kids” voleva forse spingersi ancora un po’ più in là, non pago di avere sollevato un’inutile polverone su di un film che crede di essere estremo perchè mostra ragazzini che fumano e scopano senza logica. “Gummo” è, quasi completamente, il brutto “Kids 2” dove possiamo ammirare una handicappata prostituita dal fratello, un padre alcolista che incita il figlio a diventare come lui o una madre che accarezza con candore il quattordicenne strafatto di colla. E poi?
L’estremo non è più tale se supera di troppo la soglia.
Se Korine ci mette dell’ironia non è comprensibile, ma sarebbe un punto a suo favore. Se Korine vuole stupire si riveda “Ultimo tango a
Parigi”, “Arancia meccanica”, “Freaks”, pensi al periodo storico, prenda qualche appunto e ci riprovi. Dimenticavo! Da vedere la faccia incredibile del quattordicenne Tummler e la scena (reale) della sbronza collettiva attorno ad un tavolo.

Michele Benatti

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