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Fronte di liberazione…

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Fronte di liberazione

del nano

La notizia è di quelle sconvolgenti, soprattutto per i possessori di uno dei più diffusi ornamenti per giardino. In diversi paesi dell’Europa Unita infatti sta facendo proseliti una delle associazioni più criminali mai nate nella storia di questo mondo cattivo.
Lo diciamo per chi non avesse letto i giornali, che hanno riportato la notizia nelle scorse settimane, con diverso risalto a seconda del grado di connivenza con questa organizzazione la cui ferocia è pari forse solo a quella della mafia, ma quando era in forma.
Stiamo parlando del terribile Fronte di liberazione del nano, il movimento che ha fatto scuola all’Ira e all’Olp quanto a tecniche di guerriglia.
Le notizie (verissime): nella prima settimana di aprile l’allarme è scattato a Bologna. Sette nani di gesso che si trovavano nel cortile di una villa a Casalecchio di Reno sono spariti nella notte. Citiamo da un giornale locale uscito in quei giorni: . Scartati i vicini, il giornalista arriva a formulare l’ipotesi esatta: è stato il Fronte di liberazione dei nani, che in Francia e Belgio agisce già da un anno ma in Italia non aveva mai operato. Pochi giorni dopo le sette belle statuine furono ritrovate in un bosco poco lontano, riuniti come se stessero facendo una riunione o un sabba. Si pensa che questa collocazione sia stata studiata per impaurire i viandanti, soprattutto nelle ore serali.
Seconda notizia, più recente. Leggiamo in un dispaccio Ansa del 30 luglio, ore 14.15, proveniente da Bruxelles: Belgio l’azione di un non meglio identificato fronte di liberazione dei nani dedito a prelevare questi colorati quanto innocui pupazzi di gesso che rallegrano i giardinetti del Belgio. L’ultimo colpo è stato perpetrato, informa la Polizia, nel villaggio di Grez Doiceau: un abitante ha trovato ieri mattina al posto dei nani un biglietto senza richieste di riscatto ma con una mappa. Seguendo le istruzioni, e con l’aiuto degli agenti che sono immediatamente accorsi al suo appello, l’uomo ha ritrovato i nanetti impiccati a un albero di un parco vicino>.
A tanta ferocia si è dunque arrivati. Ed è giunta l’ora di gettare la maschera. Perché vi ho parlato così a lungo di quello che potrebbe sembrarvi un problema lontano, e invece diventerà un’istanza sociale ineluttabile, nelle prossime settimane? La verità, dunque.

Io sono uno degli emissari italiani del fronte. Se volete unirvi a noi, mandate un e-mail a : drabotti@pianeta.it

Doriano Rabotti

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