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I miti dei videogame (II)

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I miti dei videogame (II)

Sembrava proprio che questo mese questa rivista dovesse fare a meno di quest’articolo: nel giro di un mese me ne sono capitate di tutti i colori e non so ancora se la lunga mano della sfortuna mi abbia abbandonato del tutto. Tra i problemi dovuti all’aggiornamento del computer che, prima di tornare a funzionare, ha impiegato una settimana (a proposito ringrazio tutti quelli che mi hanno dato man forte e consigli per aggirare i problemi), e la STRANA malattia che mi ha colpito verso la fine di Aprile, non avrei scommesso mezza lira sulla consegna di questo articolo entro la scadenza (in effetti mentre scrivo non so neanche se riuscirò a consegnarlo per tempo visto che sono ancora ammalato ma in lieve miglioramento…). Oltre a ciò aggiungete pure la mia CRONICA allergia per i vari tipi di polline che in questo periodo pullulano per l’aere (sono poetico…) e avrete un completo quadro clinico della situazione nella quale verso al momento.
Spero solo che il redattore capo di Calt Andergraun’ voglia perdonarmi per gli eventuali errori di ortografia e/o grammatica (questo è l’unico lato positivo della malattia: il poter scrivere sgrammaticato e praticamente di tutto, anche gli insulti al capo redattore per esempio, anche se quelli glieli mando sempre!). Stavo pensando, non saranno mica stati i personaggi di cui ho parlato il mese scorso a farmi un rito vodoo per sabotare i miei futuri articoli su i MITI DEI
VIDEOGAME? Perché se così fosse sappiano i loro signori che non ci sono ancora riusciti (non del tutto perlomeno). Per cui finché il computer e la mia salute me lo permetteranno, e finchè niente di stravolgente avverrà nel mondo dell’informatica che sia degno di un mio articolo, continuerò a parlare di queste vicende oscure che hanno popolato (e tuttora popolano) il mondo dei videogame. Iniziamo quindi a parlare del primo videogioco Pong e delle voci che girano a proposito. Fu vera opera di Mr. Bushnell o quest’ultimo fu ispirato da
(o meglio copiò di sana pianta) un prototipo della Magnavox?
Dovete sapere che in quei tempi oscuri, la Magnavox, uno dei primi costruttori di console di videogiochi, fece una dimostrazione del primo sistema di videogiochi casalingo, l’Odissey, a molte persone che potevano essere interessate in US. La Magnavox aveva scelto di mostrare questa macchina agli addetti ai lavori prima di fare una dimostrazione pubblica del proprio gioiello a New York. Il primo show fu il 3 Maggio 1972 a Phoenix in Arizona (io avevo solo 2 anni all’epoca…). Dopo solo tre settimane a Burlingame, appena fuori San
Francisco, l’Odissey fu mostrato ad una fiera commerciale (avete letto il nome del posto? Burlingame – Burl in game – burla nel gioco, sì la burla l’ha fatta davvero Mr. Bushnell…). E qui infatti si compie il misfatto: Magnavox dice che Mr. Bushnell provò l’Odissey giocando ad un gioco che era in tutto e per tutto il Pong che noi conosciamo. Non ci sono però modi per dimostrare questo: Mr. Bushnell nega questo fatto, ma un paio d’impiegati della Atari credono che lui fosse veramente là. Ma anche se lui non ci fosse stato, avrebbe potuto facilmente essere informato da un paio di amici che erano sicuramente là. Magnavox fece causa ad Atari, ma la cosa fu decisa fuori dai tribunali con un risultato che sembrò essere favorevole alla Magnavox, ma che in ultima analisi pagò bene all’Atari. Ciò che si sa? Atari pagò i diritti alla Magnavox per Pong, e Bushnell, in occasione di una nuova edizione della stessa fiera, molti anni dopo, e dopo che la comunità internazionale oramai lo consideri senza ombra di dubbio il creatore dei videogame, presentò Ralph Baer, colui che creo Odissey, come il padre dei videogame. E qui si chiude la vicenda Bushnell-Pong: con una storia, scusate il gioco di parole, che sembrò un Odissea.
Sì ma torniamo a parlare di Atari: non possiamo liquidare così questa ditta che ha iniziato e reso reale il grande sogno di milioni di persone (questa storia mi sta prendendo un po’ la mano…) Verso la fine del 1970 gli esecutivi della società Atari erano così sicuri di vendere un videogioco, che ne produssero una quantità immensa. Il gioco in questione era niente di meno che un tie-in basato sul film
E.T. e il numero esatto di cartucce era 6.000.000: robetta se consideriamo che le unità di Atari VCS 2600 installate nelle case di tutto il mondo erano 20.000.000. Già robetta se il gioco in questo caso fosse stato un bel gioco: cosa che purtroppo non fu. E non dimentichiamo che la console Atari fu rilasciata nel 1977 e il gioco in questione nel 1983/84 quando la tecnologia Atari era già vecchiotta e come dice Lyle Rains, Capo Ingegnere della divisione coin-op dell’Atari, per quel periodo c’erano sicuramente più cartucce di E.T. in giro che Atari VCS 2600 accesi (pensate erano già i tempi di Vic 20
CBM 64 e Spectrum nonché Nintendo e amici vari…). Cosa fare di tutte quelle cartucce invendute? Ma seppelliamole nel deserto del Nuovo
Messico deve essere stata la risposta. “BUGIE”, tuona l’allora presidente dell’Atari Ray Kassar (siamo nel 1983), “le abbiamo messe nelle opportune discariche”. Ma tante altre persone dell’esecutivo
Atari di allora ricordano diversamente. “STRONZATE”, risponde l’ex-vice presidente, “noleggiarono 14 camion, andarono nel Nuovo
Messico, fecero una enorme fossa, vi svuotarono le cartucce, le fecero ricoprire, pianeggiarono il tutto mettendovi pure una colata di cemento in cima”. Ma sebbene molte furono sepolte queste non risollevò la sorte di quelle decine e decine di cartucce rimaste nei negozi che prima di essere buttate nei cestini furono abbassate di prezzo quasi ogni settimana (se non ogni giorno), assieme ad altre cartucce di giochi scadenti che portarono l’Atari e tutto il mondo ad essa collegato al primo crollo dell’industria dei videogiochi. Se qualcuno di voi ha intenzione di passare per il Nuovo Messico, armato di pala e piccone potrebbe dare un’occhiata se vede una strana duna con un po di cemento sopra, verificando e sancendo così l’ultima parola su questo fatto: si tratta di una diceria o di una storia vera? Tutt’al più suderete un po’ e calerete di qualche chilo, ma dipanerete una delle voci più incredibili sorte all’interno della comunità dei videogiocatori.
Bene, abbiamo chiarito (ma l’ho fatto davvero?) una delle storie che avvolgono questo settore. Ma le vicende dell’Atari non finiscono certo qui. Infatti nel 1984 viene acquistata da due persone che… beh torneremo su questo un’altra volta.

Prossimamente su questa rivista

Ok, prima di chiudere vi segnalo un paio di videogame (esclusivamente per la piattaforma PC… vi sembra che in quest’articolo io non possa consigliare videogiochi? Non sarebbe più una rubrica degna del nome che porta) che sono usciti, o usciranno a breve, da tenere sottocchio:
* Formula 1 della Psygnosis, degno gioco di stile arcade per gli

amanti della F1 (con buona grafica e degna giocabilità per

chiunque abbia un Pentium120 e una buona scheda video con

supporto Direct X e 3D, con grafica incredibile per chi gode di

una scheda video accelerata 3dfx… hanno promesso anche di

supportare la 3D Blaster Pci, vedremo in futuro);

* X-Wing versus Tie Fighter, in uscita verso metà/fine maggio (ci sono

gia alcune recensioni in giro nelle riviste inglesi): ultimo

simulatore di caccia ribelli e imperiali, nato per battaglie

multiplayer in internet (addio QUAKE) e basato sulla celeberrima

saga di Guerre Stellari (consigliato un Pentium 100 come

minimo)

* Star Trek Generations, ennesimo gioco di Star Trek, ispirato al film

omonimo, un incrocio ben riuscito a prima vista tra Doom e un

adventure, con l’ago della bilancia più spostato verso

quest’ultimo genere, e con qualche “intermezzo” di battaglia

spaziale il tutto interamente doppiato in Italiano dai

doppiatori originali dei telefilm (speriamo!). A causa di ciò

non so dirvi una data di uscita precisa, ma la versione inglese

dovrebbe essere fuori a giorni… avevo un tot d’immagini

640×480 a 256 colori da mostrarvi, ma ho paura che dovrei

richiedere l’autorizzazione alla Microprose per potervele

mostrare…

* ultimo ma non ultimo, sembra che anche Dungeon Keepers sia arrivato

alla fine dello sviluppo, ma volete scommettere che non lo

vedremo prima di Giugno?

Bene ho occupato fin troppo spazio: vi rimando al prossimo mese.
Salutoni a tutti e…Sig. DATA… Engage!

Giovanni Strammiello

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