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Ushio e tora

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Ushio e tora

Per quanto riguarda l’animazione, voglio parlarvi questo mese di una serie di OAV già iniziata da tempo, ma solo recentemente conclusa dalla Yamato Video. USHIO E TORA è una mini serie di dieci OAV, veramente gradevole e divertente, tratta dall’omonimo fumetto di
Kazuhiro Fujita.
Cominciamo subito con la scheda tecnica:

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TITOLO ORIGINALE: Ushio to Tora
STORIA ORIGINALE: Kazuhiro Fujita
REGIA: Kunihiko Yuyama
SCENEGGIATURA: Kenji Terada
CHARACTER DESIGNANIMAZIONE: Norihiro Matsubara
DIREZIONE ARTISTICA: Yoshio Ito
FOTOGRAFIA: Motoaki Ikegami
MUSICA: Megumi Wakakusa
PRODUZIONE: Shogakukan Toshiba EMI. 1992

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La storia dovrebbe essere ormai nota a tutti, visto che per oltre un anno il manga è uscito quasi puntualmente in edicola grazie alla
Granata Press, riscuotendo un discreto successo, ma dal momento che da mesi ormai non se ne sa più nulla e che nessuno sa prevedere quando e se lo rivedremo mai, non guasterà, forse, farne un breve riassunto, tanto per rinfrescarci la memoria.
Ushio Aotsuki è un adolescente giapponese come tanti, senza particolari capacità, talenti o poteri (una volta tanto, una persona normale!), che vive in un tempio insieme al padre, un monaco esorcista. Questo tempio, però, è legato ad una strana leggenda: si dice, infatti, che esso sia stato costruito sopra ad una grotta in cui vivrebbe un micidiale mostro divoratore di uomini, imprigionato laggiù da cinquecento anni da lancia magica, che lo tiene inchiodato alla roccia.
Ushio è un ragazzo moderno e per niente superstizioso, egli non crede alla leggenda, nè all’esistenza dei mostri, ma il caso vuole che, riordinando il magazzino del tempio, egli finisca per sbaglio proprio nella leggendaria caverna che sta sotto il tempio, scoprendo che in essa vive davvero un terrificante mostro-tigre, un tempo chiamato
Saltalungo, imprigionato contro la roccia dalla lancia magica. Lo sbalordimento di Ushio è comprensibile e destinato a trasformarsi presto in paura non appena il ragazzo si rende conto di aver fatto un danno irreparabile: attraverso la botola dalla quale egli è caduto nella grotta, l’aria respirata dal mostro (e rimasta stagnante per cinque secoli) sta uscendo rapidamente, generando all’esterno una miriade di ripugnanti mostriciattoli che attaccano gli esseri umani.
Ushio si vede così costretto a tentare il tutto e per tutto e a liberare il mostro-tigre, sperando che questi lo aiuti a distruggere le creature malefiche.
Saltalungo, dal canto suo, non ha nessuna intenzione di aiutare un essere umano e, anzi non desidera altro che divorare il ragazzo come antipasto, per poi correre a farsi una bella scorpacciata di carne umana nella città più vicina, ma non ha fatto i conti con Ushio che, una volta impugnata la lancia magica, si trasforma inaspettatamente in una sottospecie di invincibile supereroe samurai. E così, con le buone o con le cattive (e, soprattutto, per evitare di essere fatto a fettine) il mostro-tigre è costretto ad allearsi al ragazzo nella lotta, appena iniziata, contro gli altri demoni che infestano il mondo. Ushio ribattezza l’improvvisato compagno con il nuovo nome di
Tora (che in giapponese significa tigre) e da qui comincia un incredibile rapporto di odio-amicizia tra i due, destinato a durare per molto tempo a quanto pare, visto che attualmente, dopo l’uscita del 23o volumetto del manga, la storia non accenna ad avviarsi verso la conclusione.
I dieci OAV, seguono abbastanza fedelmente il fumetto, nella trama, nel disegno dei personaggi (lo stesso autore del manga ha collaborato alla realizzazione di tutti gli OAV) e soprattutto, nell’atmosfera scanzonata e allegra. Difficilmente si potrebbe inserire il lavoro di
Fujita nel genere horror, nonostante la storia sia tutta incentrata sui mostri e sulle creature demoniache: anche nella situazioni più drammatiche o in quelle che dovrebbero essere spaventose, rimane ben visibile l’ironia tipica dell’autore che scherza con i suoi personaggi, trasformando quasi sempre ogni episodio in una divertente presa in giro del genere horror più classico. Nella versione animata, l’ironia è resa ancor più evidente dalla scelta dei colori vivaci e brillanti sia degli sfondi sia dei personaggi: niente a che vedere con le scene estremamente realistiche, angoscianti e cupe di altri OAV genericamente definiti horror, come ad esempio LA CITTA’ DELLE BESTIE o YOMA; in USHIO E TORA il realismo è costantemente sacrificato al divertimento più puro ed all’azione scatenata. L’intento non è mai quello di spaventare lo spettatore, quanto piuttosto quello di coinvolgerlo nelle infinite gag create, spesso involontariamente, dai due improbabili e coloratissimi eroi, alle prese con altrettanto improbabili mostri variopinti. E’ difficile, infatti, prendere sul serio la minaccia costituita dai mostriciattoli dalle tinte pastello che navigano nell’aria intorno alla casa di Ushio o da un mostro come
Tora che sfoggia un bel pelame color mandarino… Se nell’introduzione al primo OAV il mostro-tigre divoratore di uomini, visto nella semioscurità, ci appare terribile, non appena ci rendiamo conto delle sue vere fattezze non possiamo fare a meno di sorridere. Proprio Tora, poi, diventa ben presto l’indiscusso protagonista comico della serie.
Benchè negli OAV gran parte delle gag del fumetto venga tagliata per lasciare spazio ad una versione leggermente più sobria delle vicende,
Ushio, per quanto si sforzi, non riesce assolutamente a togliere la scena allo scatenatissimo gattone e resta per lo più relegato a recitare la parte di spalla.
Un’ultima particolarità di questa serie è sicuramente il rapporto tra demoni ed umani che Fujita caratterizza nel corso degli episodi (sia in video, sia su carta): una volta tanto, non troviamo la classica contrapposizione tra umani “belli e buoni” e demoni “deformi e cattivi”. Gli esseri creati dall’autore non sono nè mostri provenuti da chissà qual luogo lontano per distruggere o conquistare la Terra, nè creature nate da oscuri esperimenti bio-tecnologici (tanto di moda ultimamente) e sfuggite al controllo del creatore: sono più semplicemente altre forme di vita che da millenni abitano (non viste) accanto agli umani e che quasi sempre agiscono in modo ostile soltanto per difendersi da essi o per rivendicare il proprio diritto ad un’esistenza tranquilla e libera. Tra eroi ed antagonisti viene ad esserci, dunque, un rapporto molto più sfumato rispetto alla solita, classica lotta tra bene e male, poichè sia gli umani, sia i mostri possono essere depositari di una parte della verità: la ragione non sta mai da un solo lato, sembra voler dire l’autore, ed in molti casi basterebbe un semplice confronto di idee ed esigenze per evitare scontri sanguinosi o inutili battaglie.
Non è comunque il caso di andare a cercare una morale in USHIO E TORA; la storia va apprezzata così com’è, con lo stesso stato d’animo spensierato dei protagonisti, tanto per godersi qualche ora di puro divertimento.
Come sempre, vi auguro buona visione!

Randy

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