“Dolcetto o dispetto !?” sussurra il piccolo fantasma da sotto il suo lenzuolo rattoppato. “Dacci un dolce o ti facciamo un dispetto !”, fanno eco più decisi la strega grassoccia e lo scheletro con le ossa dipinte sulla calzamaglia nera. E ciascuno tende un sacchetto di carta ormai pieno di caramelle e canditi. E’ difficile che queste fantastiche figure debbano affrontare un rifiuto e mettere in pratica lo scherzo minacciato: dietro il lenzuolo fanta-smagorico o dentro la calzamaglia si nascondono ragazzi pronti a insaponare i vetri, a spargere farina sulla soglia della casa e a inventare tanti altri scherzi, se lasciati a mani vuote. Così i bambini americani festeggiano Halloween, la ricorrenza più amata e divertente, la festa del “Grande cocomero” tanto celebrata nelle strisce dei “Peanuts”.
La zucca, simbolo dell’abbondanza della natura, è presente ovunque; spesso i ragazzi scavano con pazienza la polpa per ricavarne la faccia più originale, quella più terrificante o quella più buffa; nel loro interno viene solitamente infilata una candela accesa, con lo scopo di tenere lontani gli spiriti del male e illuminare la strada del viandante.
La ragione di questa festa va ricercata lontano nel tempo e nello spazio, nel Vecchio Mondo Celtico più che nel Nuovo Mondo. Halloween (da All
Hallows, “Tutti i Santi”) è la notte tra il 31 ottobre e il
. Per gli americani Halloween poggia su tradizioni popolari scozzesi e irlandesi e precisamente sulla grande festa pastorale che segnava la fine dell’estate: era la festa in cui tutti i raccolti venivano accumulati nei granai al riparo dall’inverno e si offriva il cibo agli spiriti degli antenati per invocarne la benevolenza. Ma era anche la festa dal volto inquietante che sapeva di sepolcri e affondava le radici nell’antico
Egitto e nell’Europa pre-romana, nelle popolazioni Celtiche, dominate da
Samhain, il terribile signore dei morti. Il dio Sole veniva ringraziato per il raccolto e incoraggiato per la sua imminente battaglia con il freddo e l’oscurità (l’inizio dell’inverno). Ma nella stessa notte Samhain radunava le anime di coloro che erano morti l’anno precedente, che, a causa dei peccati, erano state confinate nei corpi di animali. In questa occasione si sacrificavano cavalli ed esseri umani, che venivano bruciati vivi dopo essere stati rinchiusi in gabbie di vimini con sembianze di animali. Con i Romani tale pratica fu dichiarata illegale; successivamente la celebrazione di Samhain fu assimilata nel calendario cristiano, quando
Gregorio IV nell’ 834 scelse il
. Non dobbiamo dimenticare che la festa di Halloween fu associata alla stregoneria, culto che emerse in opposizione alla Chiesa: erano soprattutto parodie dei riti cristiani che venivano celebrate sulle vette dei colli o nelle abbazie in rovina. Solo il fuoco poteva tenere lontani gli spiriti del male. Esso divenne presto l’arma principale per sconfiggere i poteri delle tenebre: bruciare le streghe (o i gatti neri in cui esse amavano trasformarsi) era un rito purificatore più che una punizione.
Venne il giorno in cui Halloween sbarcò in America con i primi coloni di stirpe gaelica che portavano con sè dalla vecchia Europa l’osservanza cattolica di Ognissanti e che introdussero l’usanza di fare collette di fattoria in fattoria la notte del 31 ottobre; poichè quello era il tempo in cui si raccoglievano mele e noci, questi due frutti divennero il primo simbolo della festa e lo strumento per divertenti divinazioni amorose. Le mele venivano sbucciate e la scorza gettata dietro le spalle: il loro modo di disporsi sul pavimento avrebbe formato l’iniziale del nome del futuro sposo.
Halloween si trasformò in ricorrenza nazionale solo con la grande immigrazione irlandese causata dalla carestia della seconda metà dell’Ottocento.
Della festa di Samhain non è rimasto che un certo spirito vagabondo: un tempo era il vento che sospingeva qua e là le anime dei peccatori, oggi è l’allegro rincorrersi dei ragazzi di casa in casa. Le streghe e i fantasmi non fanno più paura alla comunità, anche se l’eco delle antiche superstizioni pagane non è ancora del tutto svanito: che cos’è quel brivido di delizioso terrore che suscitano in noi le buone, vecchie storie di fantasmi? E che cosa ci trattiene dal passeggiare tutti soli nel buio la notte di Halloween?
Halloween
Paolo Zanon