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Bolt – Un eroe a quattro zampe

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Bolt – Un eroe a quattro zampe” è il nuovo film di animazione Walt Disney Pictures, diretto da Chris Williams su una sceneggiatura di Byron Howard e Chris Sanders, che è uscito in Italia a fine novembre. Realizzato (ottimamente) in CG ha tutti gli elementi classici delle opere Disney di successo: una trama che prevede un viaggio (fisico ma anche interiore), un personaggio principale eroico contornato da comprimari accattivanti e divertenti, e un lieto fine che si fa carico di un messaggio “profondo” e in qualche modo “anti-moderno”. Manca, tra le caratteristiche usuali, proprio solo un vero antagonista.
Nei primi minuti del film (molto spettacolari, che fanno il verso sia ai fumetti sia ai film d’azione più blasonati) si vede come Bolt, che all’aspetto sembra un cane normale, sia stato “modificato” da uno scienziato per proteggere la figlia Penny, diventando così in grado di lanciare raggi di calore con gli occhi, di sfondare pareti con la testa, o di abbaiare con tanta intensità da creare una portentosa onda d’urto.
I cattivi di turno vogliono rapire la ragazza per costringere il padre a rivelare loro importanti segreti, ma hanno sempre la peggio grazie all’abilità della giovane e ai poteri fuori del comune di Bolt.
Ma tutto questo, nel film, si scopre ben presto essere finzione. Il cane è a sua insaputa l’attore di un serial TV e per far si che sia più convincente possibile è lasciato all’oscuro di ciò che succede quando le telecamere si spengono e lui viene lasciato nella sua roulotte di scena. A lui viene fatto credere che tutto quello che vede ogni giorno sia vero. I pericoli. I nemici. I suoi superpoteri.
Tutto questo inganno lascerebbe solo qualche malumore in Penny, se un giorno non capitasse che, per esigenze di audience, una delle puntate fosse chiusa senza il lieto fine. Con la ragazza rapita dai cattivi e l’animale catturato e rinchiuso. Perché a quel punto Bolt deciderà di liberarsi (abbandonando così i capannoni della produzione) e di andare alla ricerca della sua padroncina per salvarla. Finendo a New York (dall’altro capo del paese) con nessuna esperienza di cos’è davvero il mondo reale, di cosa sia la fame, di come si debba davvero fare per trovare qualcuno.
Nel suo viaggio (che come anticipavo è sia fisico – da New York a Hollywood – sia interiore – da finto-supereroe a vero-cucciolo) incontra una gatta (abbandonata) di nome Mittens e un criceto (suo fan) che si chiama Rhino. E questi due nuovi “amici” l’aiuteranno, ognuno a modo proprio, a trovare se stesso, prima di riuscire a trovare (e a salvare) la sua Penny.
Bolt – Un eroe a quattro zampe” è nel complesso un ottimo cartone animato, che si rivolge prevalentemente ad un pubblico giovane, che ha parecchie belle battute e molte scene in cui si capisce davvero come la CG sia in grado di trasmettere emozioni. Magari senza la profondità o la doppia chiave di lettura di altre opere recenti (come Wall-E, giusto per citarne una), ma comunque in grado di catturare e far sorridere anche i più grandi.

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